Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

culto

Toro-Samp 5-1: Manita!

il film della partita, Bruno Peres, le pagelle di Torino-Sassuolo
"Il Toro non segnava cinque gol in casa dal 2001, ma poi, in un pomeriggio di inizio febbraio, ruppe il digiuno contro la Samp. Nella nuova puntata di Culto, Francesco Bugnone ci parla di una splendida partita targata 2015

Francesco Bugnone

Come saprete tutti la “manita”, in gergo calcistico, è un termine spagnolo che indica una vittoria con cinque reti segnate, cinque come le dita di una mano che colpisce l’avversario con uno schiaffo umiliante. Galvanizzante per chi la fa, onta per chi la subisce (pensate a come sopravviva nell’immaginario collettivo il 5-0 del Barcellona di Guardiola contro il Real di Mourinho nel 2010), la manita visita lo stadio Olimpico non ancora Grande Torino il primo giorno di febbraio del 2015 e, fortunatamente, lo fa dalla parte giusta.

In una domenica pomeriggio fredda ma soleggiata il Toro sta per ospitare la Sampdoria e sicuramente non immagina gli splendidi novanta minuti che sta per vivere. Anzi, nonostante si venga da due vittorie consecutive (e la seconda sia stata contro l’Inter, che non veniva domata a domicilio dal 1988, grazie a una rete all’ultimo secondo di Moretti) aleggia una strana sensazione. La Sampdoria di Mihajlovic lotta per l’Europa, ha accolto fra le sue fila Samuel Eto’o che partirà dalla panchina e c’è il timore che ci possa giocare un brutto scherzo anche se forse è tutto dettato dalla voglia di auto-sabotare la nostra felicità che ogni tanto ci assale. Prima dell’incontro Ferrero, ai tempi ancora in luna di miele con l’ambiente calcistico e mediatico, si fa immortalare mentre gioca a fare il cameraman ignaro che diventerà un meme a fine gara dopo il pesante risultato subito (“Sì, da qui li ho visti tutti e cinque” il messaggio impietosamente scritto su un’immagine del presidente doriano che alza il pollice mentre finge di maneggiare una telecamera).

Dopo un avvio di stagione problematico, a causa in primis della perdita di Immobile e Cerci in un colpo solo, il Toro si sta ritrovando in maniera inaspettata soprattutto nei protagonisti. I Nocerino, i Ruben Peres e i Sanchez Mino non hanno inciso come ci si aspettava e allora ecco Gazzi che, se era con la valigia in mano prima dell’esordio contro l’Inter, ora è tornato un baluardo del centrocampo di Ventura dopo essere stato inspiegabilmente accantonato l’anno prima, ecco Farnerud che, dopo gli inserimenti offensivi della stagione precedente, si è riciclato come formidabile tiratore di piazzati, ecco Glik che segna come un attaccante, ecco Maxi Lopez che è appena arrivato e ha rivitalizzato un reparto che segnava col contagocce, ecco Bruno Peres che ha rotto il digiuno di reti granata in un derby e fa sognare con magiche cavalcate sulla fascia e tocchi di suola al limite dell’erotismo.

Il Toro si presenta con Padelli in porta, Bovo (sostituto di Maksimovic), Glik e Moretti centrali, Bruno Peres e Darmian sulle fasce, Benassi, Gazzi e Farnerud in mezzo e la coppia Quagliarella-Martinez in avanti. El Kaddouri, Vives e Maxi Lopez partono dalla panchina. Il Toro inizia bene e al 16’ conquista un angolo da sinistra. Come a San Siro al 94’ quando la palla arrivò a Moretti e partì il delirio. La pennellata di Farnerud spiove proprio nei pressi di Moretti che, pur trattenuto, riesce a toccare col sinistro creando una parabola che si tramuta in un assist sul secondo palo per Quagliarella, abilissimo a scaraventare in rete sotto la traversa. “Quaglia” sorride, ma, come da stucchevole abitudine, non esulta e in compenso festeggiamo tutti noi per lui questo vantaggio arrivato presto.

Poco prima della mezzora altro corner che, in quel periodo, è un po’ come se ci dessero un rigore. Stavolta, oltretutto, il rigore arriva sul serio perché Glik viene affossato in maniera evidente da Silvestre. Dal dischetto Quagliarella calcia a mezza altezza, ma angolato, e così Viviano può solo andare vicino alla parata. 2-0, Quagliarella non esulta e sorride, tutti gli saltano addosso e noi ululiamo non abituatissimi a trovarci in doppio vantaggio dopo 29’. Era successo a Cesena un paio di giornate prima, ma ci eravamo fatti rimontare, complici un paio di rigori contro abbastanza creativi, per poi vincerla nel finale col primo gol di Maxi Lopez che, di fatto, è la vera sliding door stagionale. Stavolta sembriamo a nostro agio, Gazzi e Farnerud sono due muri e quando possiamo ci sganciamo in avanti con la velocità di Martinez e di Benassi, protagonista di una delle sue migliori prestazioni in granata. Giacomelli ci manda negli spogliatoi al quarantacinquesimo spaccato fra gli applausi dello stadio.

Nel secondo tempo in molti si aspettano (e temono) Eto’o in campo, invece Mihajlovic prova a sistemare un centrocampo in affanno inserendo Duncan per Bergessio. Bovo sfiora il gol con una punizione capolavoro diretta all’angolino basso (miracolo di Viviano), poi al 58’ Ventura inserisce Maxi Lopez per Martinez e il Toro diventa elegante, quasi regale nell’attaccare, ma senza specchiarsi. La conseguenza si vede al 64’: scambio stretto Quagliarella-Maxi-Benassi con l’ex interista che scatta sulla sinistra e mette al centro. Un difensore doriano buca con sufficienza l’intervento e sulla sfera si scaglia Quagliarella il cui primo controllo sbagliato non è altro che il preludio a un secondo controllo perfetto e a un diagonale che vale la tripletta. Niente esultanza, ma sorriso a trentadue denti. Partita chiusa e standing ovation prima di far posto ad Amauri. Nello stesso istante entra in campo Eto’o. Uno dei due segnerà di lì a poco e non sarà il più atteso.

Bruno Peres sta facendo terra di conquista della fascia destra tanto da rischiare anche qualche mazzata. Il problema, però, è prenderlo e Bruno non sembra intenzionato a lasciare che succeda. Al 75’ scende di gran carriera sull’out puntando il fondo, triangola deliziosamente con Maxi Lopez e centra basso. Amauri anticipa Romagnoli e, sul pallone vagante, ha la forza per piazzare la zampata da terra che vale il poker e il suo unico centro granata in campionato. Obiang, su assist di De Silvestri, segna una rete alla Eto’o (tacco che coglie un po’ impreparato Padelli), ma il Toro ha ancora voglia soprattutto col solito Bruno Peres.

In pieno recupero il laterale carioca, nei pressi del vertice destro dell’area, finge di convergere, manda a vuoto Regini che quasi cade arrancando quando Bruno Peres si allarga leggermente e lascia partire un destro al tempo stesso morbido e feroce dalla traiettoria imprendibile. La rete più bella è proprio quella che completa la manita e fa andare il pubblico in visibilio. Il Toro ne aveva fatti cinque due anni prima a Bergamo, in una gara che ci vide in difficoltà per un’ora ma dominanti negli ultimi 30’, mentre in casa la cosa non accadeva dal 2001/2002 con un 5-1 al Verona in rimonta e la grandinata di reti che giungeva negli ultimi 20’ alla velocità della luce. Un dominio simile va festeggiato, va ricordato. La cosa curiosa è che Mihajlovic, nel suo primo anno in granata, per ben quattro volte vedrà la sua squadra segnare cinque reti in casa, ma questa è un’altra storia e la racconteremo un’altra volta.

Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l’eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e…Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo. 

tutte le notizie di