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Tutto Real-Toro minuto per minuto
0.00 Il Santiago Bernabeu è stracolmo con quasi novantamila spettatori sugli spalti. La gente canta e lancia stelle filanti di carta igienica. Lontano dal glamour di oggi, dà ancora l’idea di essere uno stadio cattivo, quello che negli anni ottanta spesso vinceva le partite da solo (chiedere a Vincenzino Scifo quando con l’Anderlecht perse 6-1 dopo la vittoria 3-0 dell’andata o all’Inter che subì due clamorose rimonte in coppa Uefa, una delle quali con Bergomi colpito al capo da una biglia di ferro senza conseguenze per i padroni di casa). Quello per cui Juanito, che morirà in un incidente proprio al termine del match che stiamo per rivedere, disse che novanta minuti lì “son molto longos”. Quello con la gente che ai gol scendeva verso il basso con un movimento impressionante, un’ondata terrificante di corpi che riuscivano, non si sa come, non farsi male. Il Toro è lì e non ha nessun tipo di paura, nonostante il “miedo escenico” o il pullman della squadra preso a sassi e bottigliate al momento dell’arrivo.
0.08 La partita è su Italia 1, collegamento alle 20.55. Appare una scritta in sovrimpressione: “commento SANDRO PICCININI e ROBERTO BETTEGA”. Ma come Bettega? È un gobbo. Eppure, nonostante sia uno dei simboli della società bianconera, la voce tecnica dell’allora Fininvest farà un commento più che equilibrato, ripetendosi nella finale di ritorno contro l’Ajax (dove dirà che gli olandesi si ritrovavano la coppa in mano senza nemmeno capire come) e nella doppia finale di Coppa Italia contro la Roma la stagione successiva, ultimo trofeo alzato dai granata. In fin dei conti non ci ha portato male in questa veste.
0.27 viene inquadrato il Toro. La divisa tutta granata è meravigliosa: hanno provato a ripetere quanto fatto dallo sponsor tecnico Abm negli anni successivi, ma ci si è solo avvicinati a quella tinta unica. Non bastano le parole per dire quanto ami quel colore e quanto sia bello da guardare. Cravero stringe la mano a Chendo sotto gli occhi dell’arbitro austriaco Forstinger. Abbiamo le facce giuste, di chi vuole essere in quel posto e non vede l’ora di iniziare una gara storica.
2.15 Dopo che Piccinini e Bettega hanno commentato il possibile atteggiamento del Toro è il momento delle formazioni: Marchegiani; Bruno, Mussi; Fusi, Annoni, Cravero; Scifo, Lentini, Casagrande, Martin Vazquez, Policano. Allenatore, ovviamente, Emiliano Mondonico. Il Real deve fare a meno di Hugo Sanchez, Prosinecki, Villaroya e Alfonso e Beenhakker risponde con Buyo; Chendo, Lasa; Rocha, Sanchis, Milla; Butragueño, Michel, Hierro, Hagi, Llorente.
3.03 Bettega racconta di come abbia comunicato a Borsano della vergognosa situazione che stanno vivendo i tifosi granata, confinati in un settore scomodo in alcuni casi senza rispettare il settore del tagliando acquistato. Ci sono stati incidenti e quello del trattamento dei nostri sostenitori a Madrid è stato sicuramente il momento più nero della serata, con la gestione dell’ordine pubblico della società del presidente Mendoza davvero vomitevole. Intanto la palla comincia a rotolare. Battiamo noi e Annoni lancia subito in avanti Mussi che mette in difficoltà la difesa delle merengues con Sanchis costretto a concedere un fallo laterale.
3.55 Momento nostalgia per le rimesse lunghe di Annoni e per i pantaloncini indossati sotto quelli regolamentari, stasera tutti granata esattamente come la divisa. “Tarzan” dovrà occuparsi di Hierro che spesso lo porterà lontano dalla sua zona di competenza, ma il numero cinque saprà anche essere un arma in più come centrocampista centrale aggiunto in alcune fasi della partita.
5.38 Lentini è in un momento di fiducia tale da azzardare, e indovinare, due dribbling stretti nella propria metà campo, fermato fallosamente da Hagi.
6.26 Si dice “difensore scivoloso, difensore pericoloso”, ma l’uscita di Cravero a chiudere Llorente in scivolata è di una tale eleganza da smentire questo concetto. Nel frattempo problemi audio dalla regia causano sbalzi nel volume dello stadio e della voce di Piccinini provocando qualche mezzo colpo ai cuori già palpitanti di chi è davanti alla tv.
7.10 Relegati in un settore infelice e in minoranza numerica rispetto agli spagnoli i nostri, subito dopo il primo focolaio di rissa della serata dopo un fallo su Fusi, fanno sentire forte e chiaro il loro “Toro olè” sulle note dell’Aida. Nel frattempo, costruiamo dal basso decenni prima che divenisse la norma.
9.13 Butragueño mette a sedere Bruno per l’unica volta nei 180’, ma quando l’inquadratura si allarga il Toro ha riscritto il concetto di squadra corta con dieci giocatori in pochissimi metri, un muro granata quasi impressionante, intimidatorio, da godere. L’azione sfuma.
9.43 Bettega parla di Hugo Sanchez chiamandolo Emilio, tennista spagnolo vincitore degli Internazionali d’Italia del 1991 e fratello maggiore di Javier e Arantxa in quella che è stata una vera dinastia di specialisti della terra battuta. Lapsus che ci sta, via.
16.25 dopo una lunghissima fase di studio, il Real prova a accendersi con un paio di fiammate. I tifosi sottolineano con gli “olè” un possesso palla totalmente sterile a centrocampo tanto per dimostrare la prosopopea che li rende amati un po’ ovunque (seriamente: se a qualcuno sta simpatico il Real non so quanto possiamo essere amici). Martin Vazquez, alla prima da ex, tocca pochi palloni, ma assesta una discreta stecca a Hagi che gli è succeduto come numero dieci dei blancos. Non so quanti tifosi del Brescia, in quel momento, possano immaginare che l’anno successivo il Maradona dei Carpazi indosserà la loro maglia.
17.10 Piccinini parla nuovamente del caos biglietti e di come sono stati trattati i tifosi del Toro. “Anche la polizia, molto presente questa sera, ha distribuito manganellate a destra e a sinistra, ma soprattutto ai tifosi del Toro, purtroppo”. Nel frattempo Butragueño anticipa Bruno su un cross di Llorente, ma da ottima posizione non riesce a tirare per l’intervento di Policano: primo brividino.
18.30 Scifo dribbla elegantemente un avversario sul lato sinistro dell’area. La nostra area.
19.05 Il modo in cui Policano si butta in scivolata a recuperare palla su Hagi che stava impostando, si rialza in un secondo e avanza nella metà campo avversaria testa alta, mi fa scendere una metaforica lacrima sulla guancia. Poco dopo duello all’ultimo sangue tra Annoni e Llorente che parte dall’out sinistro e si chiude sulla linea di fondo quando esce Marchegiani. L’arbitro fischia anche un fallo allo spagnolo.
25.10 Con uno splendido contrattacco il Toro si porta in profondità e l’accelerazione di Policano è chiusa in out da Rocha che poi, rialzandosi, urla qualcosa in faccia a Poli indicandolo col dito, quasi per intimorirlo, mentre lamenta una gomitata. Reazione di “Rambo”: ghignata in faccia, gesto come per dire “ma guarda questo” e dito alla tempia a dimostrare di quanto dubitasse della sanità mentale del brasiliano. Tentativo di intimidazione: fallito. Goduria dopo l’autogol di Rocha al ritorno ripensando a questo momento: quintupla.
26.50 Storie tese tra Scifo e Hagi, contatti da terra, schiaffetti. Anche i giocatori di classe non si tirano indietro quando c’è da dare qualche mazzata. Dopo la metà del primo tempo si può tranquillamente dire che il Toro è a proprio agio al Bernabeu.
28.55 Il Toro palleggia in faccia ai madridisti: da Martin Vazquez a Scifo che apre a Lentini, il quale triangola con Casagrande e cede ancora all’ex Vazquez, sempre coperto da una salva di fischi tale da far capire anche a occhi chiusi quando tocca il pallone, il quale conquista una punizione quasi ai venti metri. La rasoiata a sorpresa di Casagrande non esce di molto con Buyo partito in ritardo.
32.10 Duello quasi occhi negli occhi fra Butragueño e Bruno al vertice sinistro dell’area. Vince Pasquale con un intervento perfetto sulla palla a stroncare il tentativo di partenza del “Buitre”.
33.08 Se il Marchegiani commentatore di oggi mi lascia freddo (eufemismo), quello che difendeva la nostra porta mi esaltava, soprattutto per il coraggio delle uscite. Non aveva paura di niente e pareva avere la colla sui guanti come dimostra un’autorevole presa alta su lancio di Michel.
34.40 In seguito a un passaggio mal eseguito da Martin Vazquez, il Real riparte e sul traversone dalla destra di Hagi Butragueño anticipa Marchegiani, ma non trova la porta. Sospiro di sollievo bello profondo.
37.05 Punizione da sinistra di Policano per Casagrande che incorna di poco a lato. La palla sbatte contro i tabelloni e torna in campo. Walter la ricalcia via, Buyo si incazza, il numero nove granata non si scompone chiedendo “cosa c’è”, Buyo prova a spostarlo con una spallata, ma è lui a rimbalzare via. Altro tentativo di intimidazione decisamente fallito. Anzi, i nostri sembrano quasi galvanizzarsi quando il Real prova a girare la manopola della temperatura verso l’alto. Alla fine c’è una specie di stretta di mano fra il portiere spagnolo e il brasiliano: tutto è bene quel che finisce bene.
39.53 Si sente “TORO, TORO, TORO”. Nel frattempo Annoni rimane a terra per un intervento molto brutto di Milla a gamba tesa su cui Forstinger non reputa sia il caso di mettere mano ai cartellini seguendo un metro che si rivelerà bislacco. Scifo batte la punizione dalla lunghissima distanza e Buyo, in difficoltà, riesce comunque a bloccare il pallone.
42.20 Nel momento migliore del Torino, Sanchis con un delizioso esterno pesca Hagi tutto solo al limite dell’area, ma la conclusione del romeno non è all’altezza della sua fama. Sudore freddo per la prima distrazione degli uomini di Mondonico.
44.27 Paura ancora maggiore quando un movimento di Hagi apre il campo per Butragueño che ha tutto lo spazio per mettere Michel davanti a Marchegiani. Il numero otto controlla di destro, ma poi allarga troppo la conclusione sull’uscita del portiere provocando il primo “non va” di Piccinini.
45.07 Le interruzioni delle pubblicità flash quando il gioco è fermo ci portano a spaccati commerciali e televisivi degli anni 90. In questo caso veniamo informati che venerdì 3 aprile andrà in onda “Il codice del silenzio” con Chuck Norris e in sette secondi si intuisce la trama. Si menano. In tema col Bernabeu.
47.30 Sandro Piccinini ci informa che Radomir Antic, allenatore della prima parte del campionato madridista e rimasto in società nonostante l’esonero, nel pomeriggio ha assistito a Genova al match fra Genoa e Ajax, per visionare la possibile avversaria della finale, perché a Madrid danno tutti per assodato che vadano in finale, ah ah ah, ma certo, come no. (Ripeto: se vi sta in qualche modo simpatico il Real, a meno che non incontri una determinata squadra in particolare, non so quanto possiamo essere amici). Pochi secondi e un’altra iniziativa ficcante di Hagi da sinistra viene sbrogliata da Cravero.
48.22 Al 45’ spaccato Forstinger fischia la fine del primo tempo col risultato di 0-0. Toro tatticamente perfetto o quasi, escludendo le due occasioni nel giro di 3’ avute dal Real verso la fine del primo tempo, ma soprattutto perfetto dal punto di vista temperamentale e mentale. Sembriamo fatti apposta per serate di questo genere. Casagrande e Rocha si scambiano già la maglia prima dell’intervallo che poi alla fine chi lo sa come saranno gli animi.
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52.53 Si ricomincia.
54.47 Butragueño lotta in area contro Bruno, ma tocca con un braccio. Il pubblico reclama il rigore, ma Forstinger fischia giustamente il fallo. El Buitre protesta, grande campionario di gesti molto italiani di Bruno prima e di Policano poi.
56.21 “AAAAAHHH” questo l’urlo di Michel quando Policano lo tocca piuttosto duramente sulla linea del fallo laterale. “Poli” professa innocenza con gli occhi sbarrati, ma l’intervento è duro e vale il cartellino giallo che fa scattare la squalifica per il ritorno.
58.50 Ammonito Hagi per un intervento da tergo su Policano: ammonito. Mentre aspetta serafico il “giallo” dell’arbitro viene attorniato dai poco rassicuranti Casagrande e “Rambo”, spinto via da Scifo per evitargli guai peggiori. La temperatura è già caliente dopo pochi minuti della ripresa.
1.00.58 Da Lasa in area a Butragueño che sguscia fra quattro avversari, vince un rimpallo con Vazquez, ma poi calcia sopra la traversa, mentre i tifosi stavano già scendendo per esultare.
1.03.01 Cosa sia quel Toro è definito dalla seguente azione: su un pallone vagante che sembra uscire sulla sinistra Scifo si fionda con lo spirito del più scafato dei mediani e tiene la palla viva con un colpo testa, poi, ceduta la sfera a Vazquez, si ritrasforma in fantasista ricevendo il passaggio dello spagnolo e crossando col destro da sinistra. Lentini si avventa sulla sfera per la deviazione volante, ma Lasa si oppone con il corpo e Buyo si trasforma in difensore uscendo dall’area e guadagnandosi un fallo sull’attacco proprio di Gigi.
1.05.16 Martin Vazquez controlla palla a centrocampo e apre per Scifo che sfrutta qualche metro di libertà per avanzare poi allarga a Policano. Roberto, tutto solo a sinistra, ha lo spazio per crossare e invece prova a ritentare il colpo riuscitogli in campionato contro il Foggia, quando una sua rasoiata mancina quasi dalla linea di fondo aveva beffato Franco Mancini. Sulla traiettoria forte e radente verso la porta, Buyo si trova costretto a indietreggiare quando aveva già fatto il passo avanti per presidiare l’area in vista di un possibile pallone alto. La sfera sfugge: in agguato c’è Casagrande e la palla è in rete nella sequenza che qualsiasi tifoso del Toro che abbia vissuto quella sera o che abbia semplicemente visto il video negli anni successivi conosce a memoria. La corsa folle di Walter inseguito da Mussi, i cinque dati ai componenti della panchina, i tifosi granata inquadrati sugli spalti che fanno fioccare gioia e gesti dell’ombrello a ripetizione, ricordando anche come sono stati trattati. “Presa peccaminosa” il commento di Bettega sul pasticcio di Buyo, “Aveva ragione Lido Vieri a definirlo il punto debole del Real” (critica a cui il madridista rispose piccato) rimanda Piccinini. Quel che conta è che il Toro sia in vantaggio al Santiago Bernabeu. Dovrebbero tremarmi le dita a scriverlo, ma mi sembra semplicemente naturale.
1.06.49 Mentre si respira l’ebbrezza del vantaggio, i padroni di casa giocano gli unici 5’ da vero Real nel doppio confronto. Il primo campanello d’allarme è una sventola di Hagi che si perde tra il pubblico.
1.07.31 Piccinini si lancia in previsioni che saranno azzeccate, ma in quel momento suonano sin troppo ottimistiche e il Real Madrid sembra punire quest’involontaria hybris. Da Milla a Michel che evita elegantemente l’intervento in scivolata di Policano e trova il tempo giusto per beffare tre avversari che gli stanno venendo contro con un tocco a smarcare Hagi. Il numero dieci gela Marchegiani in uscita punendo il brutto movimento della difesa. Stavolta i tifosi del Real dietro la porta scendono (ahinoi) con un motivo.
1.12.40 Hagi batte una punizione a sorpresa allargando a sinistra verso Michel, risvegliatosi dopo un primo tempo di grande torpore, che crossa al centro. Il poderoso colpo di testa di Hierro è ancora una fitta all’anima anche a distanza di anni, anche sapendo che alla fine è andata bene. Real-Toro 2-1.
1.14.01 Da un’inquadratura di Martin Vazquez si evince come escano nuvolette di fiato dai respiri dei giocatori. Il primo aprile. A Madrid. Ma ricordiamo che “il riscaldamento globale non esiste, anche quando eravamo piccoli noi a ottobre c’erano 370 gradi e festeggiavamo il compleanno di mio padre a maniche corte” (scusate la parentesi, sclero per queste cose).
1.14.43 Cravero va a contrastare Hagi che gli rifila una tacchettata ignorata dall’arbitro. Il capitano resta a terra urlante mentre Forstinger fa finire l’azione e rimane impalato in maniera abbastanza ridicola. Robi ha le mani nei capelli mentre i granata si dividono fra chi protesta, chi richiama l’intervento dei sanitari e chi va in cerca di giustizia sommaria. L’intervento di Hagi, che non si ferma e va con colpevole irruenza sull’avversario, è da rosso pieno e non è stato nemmeno sanzionato col fallo (La Stampa il giorno successivo si limiterà a un “intervento quasi involontario” che farebbe ridere se non ci fosse da piangere visto che a Cravero verranno applicati otto punti di sutura). La panchina granata chiede una barella in maniera furibonda, sul terreno di gioco ci si mette ancora le mani addosso e ci si promette il peggio. Venturin sostituisce il numero sei granata: serve la sua testa fredda.
1.19.10 L’inquadratura dal basso è per Michel, servito da Chendo, quindi non vediamo partire Policano, ma lo vediamo arrivare quando travolge in scivolata il numero otto avversario che salta per aria. Il secondo giallo è sacrosanto, ma nulla di tutto questo sarebbe successo se l’arbitro avesse condotto la gara diversamente e se avesse punito Hagi con la seconda ammonizione. La realtà dice Toro sotto di un uomo (e che uomo) e di un gol, diviso tra la voglia di pareggiare e la necessità di non subire una terza rete che comprometterebbe la qualificazione. Policano esce lentamente facendo anche qualche salutino al pubblico che lo fischia indiavolato mentre Piccinini elencale disgrazie che si sono abbattute sul Toro dopo il gol di Casagrande: due reti subite, il ko di Cravero, il rosso a “Rambo”. Bettega predica calma: il 2-1 è ribaltabile, non bisogna perdere la testa. Gli scudi dei poliziotti proteggono Policano da un fitto e impunito lancio di oggetti mentre a bordo campo si cerca di calmare i tifosi. Mi ripeto: se a qualcuno sta simpatico il Real Madrid…finite voi la frase.
1.22.10 Forstinger dimostra di aver ritrovato la severità perduta (o mai avuta) soltanto ammonendo i nostri: tocca a Venturin per un calcetto alla caviglia di Hagi che, in confronto ad altre entrate della serata, è roba da educande.
1.24.20 “AAAAAH!!!”questo non è l’urlo di Michel per il fallo della prima ammonizione di Policano di qualche istante prima, ma il mio la sera del primo aprile del 1992 quando ho visto questa azione: Scifo ubriaca Chendo sulla sinistra e centra per Lentini che in acrobazia scocca la conclusione che in qualsiasi maledetto universo varrebbe il 2-2, ma Buyo risponde con una parata irreale, istintiva, da videogioco e il Real se la cava.
1.28.31 Dirty pleasure del sottoscritto: vedere fantasisti che menano difensori, ma non quei colpetti a palla lontana vigliacchi. Proprio delle belle entratone come quella di Scifo su Chendo guidata dalla voglia di vendetta scatenatasi fra i granata dopo l’uscita di Cravero. Forstinger torna di buon cuore e non mostra alcun cartellino a Vincenzino per un intervento molto più evidente di quello costato il giallo a Venturin.
1.35.21 Passata la burrasca il Toro accende il cervello e capisce che al “Delle Alpi” la situazione si può ribaltare. Si riassesta tatticamente, fa abbassare la temperatura del Bernabeu, rischia il meno possibile. Martin Vazquez si sacrifica con grande successo su Michel a dimostrazione della sua dedizione alla causa. Venturin mette ordine. Casagrande resta a terra per una pallonata e Mondonico lo richiama per inserire Benedetti. Riposati Walter, il tuo l’hai fatto e domenica devi ficcare una doppietta ai gobbi.
1.38.46 Martin Vazquez strappa il pallone a Michel a centrocampo, dialoga con Lentini e subisce un brutto fallo dall’ex compagno che paradossalmente ha la peggio. Questa è una delle giocate manifesto di Rafa per confermare quanto detto qualche riga fa. Certi giudizi dell’epoca sul nostro “diez” erano stati davvero troppo duri e ingiusti. Ancora qualche piccolo focolaio di rissa per non perdere l’abitudine.
1.40.27 Il Toro chiude addirittura in avanti quando Forstinger, dopo 2’ di recupero, chiude la contesa. Sconfitta che se da un lato lascio l’amaro in bocca, dall’altro fa sperare in una rimonta perché abbiamo un Toro più Toro che mai e il merito è di quel signore con i baffi in panchina, inquadrato poche volte quella sera, ma deus ex machina di una squadra che è venuta a guardare occhi negli occhi il Mito senza avere un briciolo di paura. Grazie Emiliano Mondonico per quello che ci hai dato in tutti i quei mesi. Non smetterai mai di mancarci.
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Quando finisce la partita sono un ragazzino che ci crede. Mai come quella volta sono stato così sicuro di farcelo, siamo stati così sicuri di farcela. Non era sicumera, lo sapevamo. Il problema era come far passare quei quindici giorni in vista del ritorno, ma battere Juventus e Verona sarà un bel modo di ingannare l’attesa. Per quanto ci riguarda, dopo questo pezzo, non ci sono due settimane da aspettare. Se volete rivedere com’è finita, anche se lo sapete a memoria, potete farlo tranquillamente qui.
Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (0 meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l'eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e...Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.
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