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Culto

Una top ten di rimpianti

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Torna "Culto", la rubrica di Francesco Bugnone: oggi episodio dedicato a Ciro Immobile

Francesco Bugnone

Non ci siamo lasciati bene, anzi. Passi la prima volta, ma la seconda è stata anche peggio. Quindi non è che ora ci si ami, se lo incrociamo di fischi ne prende parecchi. Se quando era al Borussia Dortmund o al Siviglia lo guardavamo tutto sommato con affetto, da bandiera della Lazio, con cui i rapporti non sono proprio buoni per usare un eufemismo, lo abbiamo cordialmente detestato. Allora perché dedicare una puntata di Culto a Ciro Immobile? Perché lo abbiamo amato.

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Sembra incredibile da dire oggi, ma lo era anche prima che arrivasse visto che “gobbo di m…” glielo abbiamo cantato ogni volta che ci abbiamo giocato contro, non importa se avesse la maglia del Grosseto o del Pescara. Invece dopo poche partite empatizzammo con quell’attaccante biondo che sembra correre male, sulle punte, ma all’improvviso tira fuori dei gol pazzeschi che ti fanno sputare le tonsille. L’operazione Ogbonna ci aveva regalato un centravanti incredibile e “alè alè alè alè Ciro Ciro” divenne presto una delle hit della Maratona, mentre il nostro diventava una cosa sola con Cerci. Quel coro che riempì la zona arrivi dell’aeroporto di Caselle una sera di gennaio 2016, con Immobile che, intervistato da Sky, ride mentre lo sente e si sta avvicinando a grandi passi verso i tifosi dietro la porta automatica. Poi, non dimentichiamolo, Immobile è l’ultimo capocannoniere della serie A avuto dal Toro, non proprio una cosa banale. E allora sì, il pezzo ci sta, facendo parlare la cosa che Immobile sa fare meglio: segnare. Vedremo quelli che, secondo me, sono i suoi dieci migliori gol con la nostra maglia addosso, consci che rivivere quei momenti facciano crescere i rimpianti. D’altronde succede sempre se pensiamo a quando eravamo felici.

 10) 22 marzo 2014, TORINO-LIVORNO 3-1: rete dell’1-0 (25’)

Il gol che apre la classifica è il miglior gol di testa fatto da Immobile a Torino, non certo uno specialista del gioco aereo nel senso più classico del termine. Il Toro viene da tre sconfitte consecutive, di cui una incredibilmente dolorosa contro il Napoli grazie a un gol irregolare di Higuain allo scadere, e Ciro ha qualcosa da farsi perdonare visto che si è mangiato incredibilmente l’1-0 poco prima. L’anticipo del sabato alle 18 è contro il Livorno di Di Carlo, in timida ripresa, che deve fare i conti con la nostra voglia di riscatto. Gara a senso unico da subito che si sblocca poco dopo la metà del primo tempo: Bovo pennella una punizione dalla destra, Immobile sovrasta Paulinho e la sua frustata di testa è imprendibile per Bardi. Il centravanti si prende l’abbraccio dei compagni e, successivamente, quello energico di Ventura che gli dice qualcosa come “vedi che se fai così?” eccetera eccetera. E’ un periodo in cui, al confine fra Russia e Ucraina, iniziano a mettersi in moto gli eventi che porteranno alla terribile situazione di questi giorni. Meglio pensare che quel gol fa ripartire ufficialmente la rincorsa all’Europa League che sembrava essersi bruscamente interrotta, molto meglio.

9) 14 marzo 2016, PALERMO-TORINO 1-3: rete dell’1-3 (68’)

 Questo gol appartiene all’Immobile bis, quello col numero dieci che stava affinando una grande intesa col Gallo Belotti interrotta sul più bello dall’infortunio di Ciro nel derby. E’ un Toro senza più obiettivi già dall’inizio del girone di ritorno rendendo un’agonia la fase finale dell’ultimo campionato con Ventura. Uno dei rari pomeriggi felici è quello di San Valentino dove, costruendo una quantità industriale di occasioni, i nostri espugnano Palermo nonostante i rosanero, che si salveranno all’ultimo respiro, passino in vantaggio dopo 2’ con Gilardino. Ribaltiamo la situazione con un rigore di Immobile e un’autorete di Gonzalez, il Gallo scopre di avere il cuore tenero contro la sua ex squadra (gli passerà la stagione successiva con una tripletta da urlo a Torino) e chiudiamo la gara a poco più di 20’ dalla fine. Benassi parte centralmente in contropiede e allarga a sinistra per Immobile che controlla di destro, s’ingobbisce, punta Gonzalez, si allarga per evitarlo e, dal lato corto dell’area piccola, trova uno spazio quasi impossibile per scoccare un gran sinistro dal basso in alto a superare il giovane Alastra in uscita. E’ il primo gol su azione da quando è tornato. Gliene restano ancora due.

8) 19 aprile 2014, LAZIO-TORINO 3-3: rete del 2-3 (89’)

Due volte andiamo sotto, due volte si pareggia con Kurtic prima e Tachtsidis poi. All’Olimpico è un grandissimo Toro che crede all’Europa, nonostante manchi lo squalificato Cerci che paga cara l’ammonizione dopo il delirio di Toro-Genoa 2-1. Si crede al colpo grosso quando Novaretti viene espulso per doppia ammonizione a una decina di minuti dal termine da un certo arbitro Guida di Torre Annunziata, non so se lo conoscete, se n’è parlato domenica sera mi pare. A un minuto dalla fine facciamo qualcosa che ci succede di rado: capitalizziamo. Maksimovic si sgancia centralmente e serve Barreto che fa una splendida sponda di prima per Immobile che potrebbe essere la cosa che da un vero senso alla sua esperienza in granata, forse alla sua intera vita. Ciro controlla di destro, entra in area, Pereirinha prova a lasciarli pochissimo spazio per il tiro, ma il numero nove è così in fiducia che spara una stangata a fil di palo e ci porta in Paradiso. E’ anche il mio compleanno ed è il regalo più bello, credo davvero che abbiamo svoltato, c’è solo da amministrare e invece è meglio dimenticare cosa succederà di lì a qualche minuto e, soprattutto, come perché mi mangio ancora le mani per non dire altro.

7) 19 gennaio 2014, SASSUOLO-TORINO 0-2: rete dello 0-1 (24’)

Il Mapei Stadium di Reggio Emilia è bello, si vede bene, si è vicini, ma ha quel piccolissimo difetto di essere scoperto che uno ogni tanto finisce col notare, specialmente quando diluvia come in un buio pomeriggio di metà gennaio in cui inizia il girone di ritorno del campionato. Il muro d’acqua è fittissimo, capitano cose strane come Masiello che annulla Berardi che, solo sette giorni prima, demoliva il Milan con un poker. Partita da uomini duri, di quelle che, se vinci, racconti ancora più orgoglioso per il mix successo-intemperie. A metà primo tempo i neroverdi cincischiano a centrocampo e vengono travolti da un biondino in maglietta bianca che gli arriva addosso al triplo della velocità. L’uragano Immobile è partito, non riescono a fermarlo, solo il campo zuppo d’acquasembra essere il difensore più temibile appesantendo la corsa del pallone. A un certo punto, quando Ciro sembra allungarsi troppo la sfera, il terreno diventa improvvisamente alleato sistemandogliela. Il tocco morbido sull’uscita di Pegolo è un gioco da ragazzi. Immobile segna sotto di noi, facendoci capire che sarà proprio una giornata da “io c’ero”.

6) 22 marzo 2014, TORINO-LIVORNO 3-1: rete del 3-0 (67’)

I gol da fuori area mi fanno sempre godere, i gol da fuori area di un centravanti mi fanno godere il triplo. Io non so cosa avrei fatto se avessi avuto Batistuta al Toro, avrei ululato di continuo per le sue punizioni, per le sue stangate. Immobile ovviamente non è Bati-gol (innanzitutto perché NESSUNO può essere Bati-gol), ma un paio di legnate da fuori le ha messe anche lui. Per esempio nella già citata partita col Livorno: dopo avere raddoppiato poco prima con un pallone colpito così male da ingannare il portiere, il nostro bomber riceve dal “gemello” Cerci e, con un tocco elegante, anticipa l’intervento di un avversario in tackle e si trova tanto spazio davanti. Un paio di passi, botta dal limite di destro in diagonale, palla che ferma la sua corsa in fondo alla rete, rimanendo quasi avviluppata nelle maglie della porta, pronta per farsi prendere da Ciro che, come tripletta prevede, se la porterà a casa.

5) 22 dicembre 2013. TORINO-CHIEVO 4-1: rete del 2-1 (66’)

Lo stramaledetto Chievo (detto con affetto, sia chiaro) ci aveva provato anche quella volta a rovinarci il pomeriggio andando in vantaggio con un gol di Thereau e sembrava un match stregato quando Immobile si divora il 2-1 calciando in curva. La prospettiva delle vacanze di Natale con vista Europa parrebbe allontanarsi, ma a fine primo tempo un errore di Dainelli mette in moto Cerci sul cui assist Immobile pareggia. Che parole melodiose “assist di Cerci per Immobile”, vero? A metà ripresa Ciro, distantissimo dalla porta, punta Papp, se lo scrolla di dosso e, ritrovandosi a una ventina di metri da Puggioni, ha una sola cosa in testa: tirare. Caracolla per qualche istante, lascia partire un destro apparentemente in posizione scoordinata ed è quasi un tiro da cartone animato, la traiettoria sembra allungarsi, il pallone pare deformarsi e poi finisce in rete. Manca solamente il telecronista di Holly e Benji che dica “ed è gol”. Vives e Cerci arrotonderanno il punteggio: Natale è salvo, una volta tanto.

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4) 13 marzo 2016, GENOA-TORINO 3-2: rete dello 0-2 (14’) 

Per la prima volta da quella stupenda annata insieme, Cerci e Immobile si ritrovano su un campo da calcio. Peccato che le maglie siano diverse. Il Toro sembra non avere voglia di commuoversi e Immobile sblocca dopo pochi minuti al termine di un grande scambio con Belotti. Poco prima del quarto d’ora, Acquah inventa un gran filtrante su cui il numero dieci scatta sul filo del fuorigioco e scocca un altra conclusione da cartone animato. Forte destro a spiovere, anche qui la palla sembra diventare quasi ovale, le mani di Perin si allungano, ma sembrano essere quelle di QUEL Toro-Genoa, vanamente protese davanti a una rete da cineteca. Nessuno lo sa, ma è l’ultimo gol di Immobile con la nostra maglia. Una gara in mano si riapre per uno scriteriato intervento di Molinaro su quell’Ansaldi che in futuro ameremo. Vives, che stava costringendo l’argentino ad andare sull’esterno, non si da pace. Dal dischetto Cerci realizza e lo farà di nuovo, sempre dagli undici metri, a fine tempo. L’equilibrio malinconico di quel tabellino verrà rotto da Rigoni nel secondo tempo, ma tutto sommato l’amaro in bocca ce l’avevamo già.

3) 1 febbraio 2014, MILAN-TORINO 1-1, rete dello 0-1 (17’)

Sembrava incredibile fino a qualche mese fa, ma la sera del primo febbraio 2014 siamo nella San Siro rossonera a giocarcela da protagonisti, se non da grandi. Siamo in lotta per l’Europa, il Milan di Seedorf non è in un gran periodo e possiamo incredibilmente dire la nostra. Al 17’ la speranza diventa concreta realtà. Immobile scatta sul filo del fuorigioco su un pallone in profondità e, in bando a ogni scaramanzia, sappiamo tutti come andrà a finire. Bonera è grottesca comparsa: alza il braccio a chiamare invano l’offside, poi prova a pararsi davanti al nostro che va semplicemente al triplo della velocità e non parliamo solo di scatti, ma di movimenti, di finte. Ciro se lo beve definitivamente al limite dell’area, quando sterza verso sinistra, mentre il difensore crolla verso destra. Solo davanti ad Abbiati, invece di calciare col sinistro, fa ancora un passato laterale e batte di destro un secondo prima che arrivi Emanuelson con una scivolata figlia della disperazione. Rete, 1-0, vinciamo. Nella ripresa pareggia Rami, a cui non bastava essersi messo con Pamela Anderson, ora doveva farmi anche questo. E va beh.

2 13 aprile 2014, TORINO-GENOA 2-1, rete dell’1-1 (92’) 

Dai, seriamente ve lo devo raccontare? Lo sappiamo tutti a memoria. Mi autocito, ne avevo già parlato proprio su queste colonne, in “Storia di un minuto” e l’ho fatto così: “Poi, all’improvviso, cambia tutto. El Kaddouri porta palla nella metà campo genoana e il suo caracollare manda fuori giri i giocatori del Grifone che non sanno bene dove piazzarsi, poi verticalizza per Immobile che, spalle alla porta, è controllato da Burdisso. Ciro è in modalità onnipotenza e fa fare la figura del pollo all’argentino che non è esattamente l’ultimo arrivato, poi, un passo dentro l’area, calcia di destro a girare. Perin si allunga, forse la tocca, ma non può fermare la palla che gonfia la rete. Immobile sfoga la sua rabbia da ex correndo sotto la curva, si toglie la maglia, poi torna indietro”.

1) 25 marzo 2014, ROMA-TORINO 2-1, rete dell’1-1 (52’)

 Sembra facile giocare con Cerci e Immobile davanti. Basta tirare un pallone lungo e loro, indemoniati, corrono a prenderlo e a trasformarlo in oro. Però i lanci li devi anche saper fare. Peppe Vives, all’Olimpico di Roma, ne fa uno grandioso. Il Toro sta perdendo 1-0 per una rete di Destro, ma ha iniziato molto bene la ripresa. Vives è sul cerchio di centrocampo e batte lungo perché ha visto Ciro scattare. La palla è molto alta, il numero nove la guarda, si coordina, la pregusta e poi impatta col sinistro in maniera perfetta. A volte certi tiri al volo non finiscono nel sacco perché l’attaccante “la prende troppo bene”, in quel caso è gol proprio perché viene colpita in un modo che migliore non si può. De Sanctis non prova nemmeno a metterci il braccio, la sfera gonfia la rete, il settore ospiti esplode, rischiamo di vincerla, ancora una volta però non voglio ripensare a come finirà, perché è una bestemmia non fare punti dopo un gol così. Ancora una volta non voglio pensare a come finirà anche quella stagione, a come finirà con Immobile (e Cerci), a come sta per finire col Gallo, a come finisce tutto sul più bello, lasciandoci con frammenti di bei ricordi che se Tizio fosse rimasto, se Caio avesse segnato, se al 94’ non avessimo preso gol, se ci avessero dato un rigore, se, se, se, solo tanti se, ma chissà se un giorno comporremmo di nuovo un puzzle dove potremo fare un sorriso completo per quello che succede dal principio alla fine

Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l’eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e…Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

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