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Il Toro tra passato e futuro: una storia di amarezza e speranza

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Torna un nuovo appuntamento della rubrica #CuoreGranata di Andrea Arena
Andrea Arena Columnist 

Il Torino FC si trova oggi in una posizione ambigua: da un lato, il successo sportivo che lo ha portato a navigare nelle zone alte della classifica; dall’altro, l’amarezza per una gestione societaria che continua a suscitare polemiche e proteste tra i tifosi.

Il retroscena amaro: 19 anni di Cairo

Urbano Cairo ha recentemente celebrato i suoi 19 anni alla guida del Torino, eguagliando il primato di longevità di Orfeo Pianelli, storico presidente granata dal 1963 al 1982 e vincitore dell'ultimo scudetto del club nel 1975-76. Era il 2 settembre del 2005 quando Cairo assunse la presidenza del Torino Football Club, portando con sé speranza in un momento di grave crisi. Tuttavia, quella che doveva essere una rinascita si è progressivamente trasformata in una gestione caratterizzata da una mancanza di ambizione e visione. Il bilancio deludente delle stagioni del Torino sotto la guida di Cairo è testimoniato dai fatti: Su 819 partite disputate, il Torino ha vinto 301 volte, ha pareggiato 248 partite e ne ha perse 270, con una percentuale di vittorie del 37%. In 16 stagioni di Serie A, il bilancio è ancora più deludente: 177 vittorie su 573 partite, con 207 sconfitte e 189 pareggi, dove la percentuale delle sconfitte è del 36%, superando quella delle vittorie 31%. Ma il dato più sconfortante dell'era Cairo riguarda i derby contro la Juventus: su 30 incontri disputati, il Torino è riuscito a vincerne solo uno, con 6 pareggi e ben 23 sconfitte, segnando appena 15 gol e subendone 54.

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Questi numeri sono un duro colpo per i tifosi, che vedono in Cairo un presidente più interessato agli aspetti economici che ai risultati sportivi. La recente protesta di oltre 12.000 tifosi, avvenuta il 25 agosto fuori dallo Stadio Olimpico Grande Torino, prima della partita contro l’Atalanta e continuata all’interno dello stadio con una larga parte dei presenti a sostenerla, è un chiaro riflesso di questo malcontento, che nasce da lontano e ha profonde radici. Le questioni legate alla gestione del Filadelfia, la lentezza esasperante dei lavori per il centro sportivo Robaldo e i rapporti freddi e distaccati tra il Torino FC e il Museo del Toro e la leggenda granata. Tutti questi simboli, fondamentali per la storia e l’identità del club, sono stati messi in secondo e terzo piano, alimentando in maniera sempre più significativa il distacco tra società e tifoseria.

Luce in fondo al tunnel: L'effetto Vanoli

In mezzo a questa tempesta, forse inaspettata per il nostro Presidente, eppure facilmente prevedibile per chi vive il Toro ogni giorno, si è aperto un raggio di sole e speranza con il Mister Paolo Vanoli e il suo impatto sul campo. Il nuovo allenatore del Toro, al suo debutto in Serie A, ha portato una ventata di freschezza e, soprattutto, una ritrovata combattività. In breve tempo, è riuscito a creare una rara sintonia tra giocatori e tifosi, unendo il gruppo in una nuova alleanza che ricorda i gloriosi tempi di Emiliano Mondonico. Con Vanoli, il Toro non è più una squadra rassegnata alla mediocrità, ma un collettivo che lotta contro tutto e tutti, proprio come ci aveva insegnato il "Mondo". La filosofia del Mister, il "vanolismo", non è solo una questione tattica, ma rappresenta una mentalità nuova che potrebbe essere la chiave per la rinascita tanto attesa.

Il Futuro: Una scelta da fare

Se da una parte Vanoli ha ridato speranza sul campo, dall’altra la gestione Cairo sembra sempre più distante dal cuore pulsante del Toro. La marcia di 12.000 tifosi è un segnale che non può essere ignorato, e se Cairo non sarà in grado di rispondere alle legittime richieste dei tifosi, per lui potrebbe essere giunto il momento di fare un passo indietro. Così, mentre il Toro di Vanoli continua a combattere e può contare su una tifoseria pronta a sostenere la squadra con tutto il proprio #CuoreGranata, in società sembra essere giunta l’ora di prendere decisioni nuove e di attuare un cambio di paradigma che possa ribaltare la storia di questi 19 anni di mediocrità. Per tutte le componenti presenti nel e intorno al Toro sembra essere giunto il momento di scrivere con determinazione e coraggio un nuovo capitolo della gloriosa storia granata, una storia fatta di cadute, riprese, lotta, orgoglio e vittorie. Perché il Toro, come ci ha insegnato Mondonico, è questo: un simbolo di chi non si arrende, di chi reagisce con i mezzi che ha, e di chi continua a lottare contro tutto e tutti.

Sono business partner di uno dei principali player internazionali nella formazione aziendale dove promuovo il cambiamento e il miglioramento delle prestazioni individuali e di squadra all’interno delle organizzazioni. Lo sviluppo delle competenze, la ricerca dell’empatia e la comprensione delle persone mi portano a vivere la vita e l’innovazione come fattori positivi e distintivi delle relazioni.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

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