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VERONA, ITALY - SEPTEMBER 20: Duván Zapata of Torino FC celebrates after scoring his team second goal during the Serie A match between Verona and Torino at Stadio Marcantonio Bentegodi on September 20, 2024 in Verona, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
C’è chi dice che essere primi alla quinta giornata di campionato non conti nulla. Che sia solo un'illusione, una gioia effimera destinata a svanire presto. Eppure, per qualcuno, essere in vetta ha un valore che va ben oltre i numeri. È un momento di rinascita, un istante che riporta alla luce emozioni sopite da tempo.
Per i tifosi del Torino, l’attuale primo posto in classifica non è solo una posizione, ma una rivincita. Dopo anni di sofferenze, di sconfitte inaspettate su campi secondari, di delusioni che hanno messo a dura prova la loro fede, oggi quel primato ha il sapore della riscossa. Non è solo una questione di sport, ma di dignità, di orgoglio, di un legame profondo con una storia che ha conosciuto tante ombre, ma che in questo istante brilla di nuova luce.
Oggi, i bambini granata entrano in classe con un sorriso diverso. Mio figlio mi ha commosso: stamattina si è svegliato presto, ha indossato con orgoglio e con un grande sorriso la sua felpa col cappuccio del Toro, tirando fuori anche quei pantaloni granata che gli sono ormai quasi corti. È andato a scuola così, nonostante frequenti la seconda superiore a Milano, in mezzo a tanti ragazzi che forse non comprendono davvero cosa significhi essere del Toro. Ma lui lo sa, lo sa perché gli è stato trasmesso, di padre in figlio, come un’eredità preziosa.
I tifosi più grandi, abituati a convivere con malinconie e amarezze, salutano oggi i colleghi con uno sguardo finalmente fiero. Perché oggi essere del Toro è qualcosa di speciale. Questo momento riconcilia con il calcio, restituendo quel senso di giustizia che sembrava ormai perduto.
Torino è una città divisa tra due anime calcistiche: i granata convivono con i "cowboy", i potenti, quelli che vincono per abitudine, per status, per storia. Ma il Toro è un’altra cosa. È resilienza, è speranza che non si spegne mai, è la continua affermazione della propria identità in un mondo che sembra riservato ad altri. Eppure, Mondonico ci ha sempre indicato la strada che pensavamo persa:
“Noi siamo gli indiani contro i cowboy, chissà che una volta gli indiani non vincano la loro battaglia”.
E allora grazie, Mister Vanoli, perché ci hai fatto tornare a sognare. Ci hai riportato la voglia di lottare giorno dopo giorno, di gridare che non ci stiamo ad essere messi sotto, e che siamo pronti a reagire, anche con i pochi mezzi che abbiamo a disposizione.
Sappiamo bene che questa posizione in classifica potrebbe essere solo un attimo. Ma sappiamo anche che noi ci siamo, e ci saremo sempre, perché essere del Toro è per sempre!
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