Riuscite a ricordare la squadra da cui i nostri prelevarono il portiere Aldo Olivieri? Riuscite a ricordare l'anno? Vi torna in mente qualcosa?
Nel segno del Toro
Da quale squadra il Toro prese Aldo Olivieri?
Torna l'appuntamento con la rubrica di Stefano Budicin: "Riuscite a ricordare la squadra da cui i nostri prelevarono il portiere Aldo Olivieri?"
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Siamo al 19 giugno 1938. Allo Stade de Colombes, l'Italia di Vittorio Pozzo cesella il proprio trionfo dimostrandosi la più forte del mondo. Il trionfo di Roma '34 è bissato da una prestazione maiuscola, tale da far superare ai nostri Francia, Norvegia, Brasile e Ungheria nella finalissima.
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A far da protagonista è Aldo Olivieri, noto anche come "Il Gatto magico", oppure "il Trapanato". Dopo aver salvato la Nazionale all'esordio, parando decine di tentativi di gol da parte della Norvegia, Olivieri conferma il proprio status di numero uno.
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Coraggioso e rampante, Olivieri brillò per acume, agilità e prodezza. Nato il 2 ottobre 1910 a San Michele Extra, si cimentò da giovane nel ciclismo, salvo capire ben presto che quella non era la sua strada. Oltre ad avere abilità leggendarie, era noto per lo studio maniacale con cui si preparava per ogni partita.
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Per capire la statura di questo giocatore, è sufficiente un aneddoto: "Dopo una mia parata l'attaccante avversario chiese all'arbitro di interrompere il gioco: venne a stringermi la mano".
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Giocatore della Lucchese, è protetto e consigliato da Ernesto Erbstein, che ha creduto in lui con una forza che non conosce eguali. Una volta alla guida del Toro, il trainer ungherese non ci mette un attimo a consigliare a Cuniberti l'acquisto di Olivieri, garantendo sulle sue qualità straordinarie.
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Una volta in granata, Olivieri vestirà la maglia per quattro stagioni, prima di salutare tifosi e compagni e dire addio al calcio giocato in tutta gloria.
Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.
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