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Da Soriano a De Siervo, il calcio che c’entra poco col Toro

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata Della Porta Accanto / Aggrappato all'idea romantica di Toro, mi sento come l'orchestrina che continua a suonare mentre il Titanic affonda...

Con la partita contro il Sassuolo alle porte finalmente potremo tornare a rivedere in campo il Toro e toglierci una volta per tutte dalla testa l'ennesimo derby dal risultato sfavorevole e dalla coda polemica particolarmente lunga. La prima verifica sarà quella di constatare se, a differenza degli anni passati, le delusioni post derby saranno subito dimenticate o daranno vita, come quasi sempre nel recente passato, ad un filotto di ulteriori batoste, scomoda e pesante eredità delle ultime sfide con i bianconeri. A Milano e con la Juve si è visto un Toro solido ed organizzato che ha saputo giocare alla pari con due squadre più attrezzate, sebbene il punto raccolto in due gare abbia ricacciato Belotti e compagni nella parte destra della classifica. Quello che però cozza con le sensazioni positive mostrate dagli uomini di Mazzarri nei primi 70’ di derby è l'avvilente e sfibrante constatazione che per quanto ci si sbatta e si dia fondo ad ogni stilla di sudore, per quanto si lotti alla pari, per quanto ci si creda e ci si impegni, per una ragione o per l'altra, non si riesce a riportare la stracittadina sui binari, non dico dell'equilibrio, ma almeno di una sana competitività. Niente da fare. Ennesimo uso, o meglio non uso, criptico del Var, due rigori per il Toro nemmeno valutati, non dico assegnati, e partita persa di fatto per un episodio. Avvilente, sebbene resti la magrissima consolazione della prestazione positiva.

Anche il dopo partita però ha dimostrato che ci sono situazioni interne al Torino che mal si conciliano con le tradizioni e i valori granata. I giocatori di oggi sono tutti professionisti ineccepibili, spesso più professionisti quando devono fare il proprio tornaconto che quello della società a cui offrono le proprie prestazioni o dei tifosi senza i quali, andrebbe ricordato, non guadagnerebbero quello che guadagnano. E così Soriano, uno dei “colpi” del mercato estivo, si permette di mettere un like ai post di Cristiano Ronaldo e Dybala che festeggiano la vittoria nel derby, in sfregio ad un'intera tifoseria che ha avuto sinora la pazienza di sostenerlo ed aspettarlo nonostante una forma precaria e prestazioni che definire anonime è già essere di manica larga. Mi chiedo se quando giocava nella Samp dopo i derby apprezzava anche i post dei giocatori del Genoa, in qual caso allora si potrebbe parlare di estrema cortesia in generale verso i suoi colleghi… C'è anche chi ha ipotizzato un tentativo (maldestro e meschino…) orchestrato dal suo procuratore per forzare la mano e far cedere il giocatore a gennaio: un modus operandi che ultimamente sta prendendo piede, peggiorando, come se fosse facile, la triste situazione del calcio moderno dove l'identificazione con una squadra ed una maglia è sempre più merce rara.

Chi, invece, prova ancora un briciolo di fiducia nel mondo del pallone potrebbe subire un duro colpo dalle prime parole espresse dal nuovo amministratore delegato della Lega Calcio. De Siervo, questo il suo nome, è “casualmente” anche l'ad di Infront, cioè l'advisor della Lega stessa, e a fronte dei numerosi problemi che tendono ad allontanare la gente dagli stadi e a far sì che la gente stessa abbia una pessima opinione del calcio italiano, invece di esporre almeno a parole un programma pieno di buone intenzioni ha dichiarato che “la priorità è la guerra alla pirateria”. La pirateria… Per il resto quindi, a suo avviso, tutto bene. Ottimo, avanti così!

Ecco, già di questo calcio tante cose mi lasciano veramente perplesso (e mi limito a questo aggettivo per non far passare guai al direttore responsabile di questa testata), ma dopo tutta questa serie di “mazzate” morali alla mia idea di sport, che poi è nient'altro che l'immagine dei valori e degli ideali tradizionali del Toro, mi chiedo cosa ancora mi trattenga dal gettare la spugna e smettere di seguire il calcio. Poi visualizzo nella mente quelle 11 maglie granata e penso che non vedo l'ora di vederle in campo a Reggio Emilia: una passione o un amore fanno superare mille difficoltà ed io non faccio altro che rimanere sempre più aggrappato al Toro e al suo mondo, per isolarmi in una bolla di benessere. Forse sono come quei giapponesi che dopo la fine della seconda guerra mondiale, ignorandolo, difendevano ancora le postazioni nelle sperdute isole del Pacifico o addirittura un po’ come l'orchestrina che continua a suonare mentre il Titanic affonda. Se qualcuno, però, ha un rimedio migliore da propormi, mi faccia un bel regalo di Natale e me lo suggerisca…

 

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.