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Dal derby esce un Toro più forte

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Il Granata Della Porta Accanto / Un pari che non è la svolta con la S maiuscola, ma che dà tanta consapevolezza e lascia intatte le speranze europee
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Una manciata di minuti ed il secondo giocatore più forte al mondo hanno separato il Toro dal fare di questo derby la partita della svolta con la S maiuscola. Ma dallo Stadium di Venaria esce un Torino sicuramente più forte a livello di consapevolezza e convinzione. Per l'ennesima volta non riesce il colpaccio e per l'ennesima volta siamo costretti a strozzare in gola un urlo liberatorio di gioia, quell'urlo che quattro anni fa abbiamo potuto sfogare dopo un ventennio di astinenza. Usciamo con un punto che magari non è il massimo per la classifica, ma che è comunque un passetto in più nella corsa (almeno) all'Europa League. Atalanta e Roma troveranno sul loro cammino la Juve nelle prossime giornate e non è assolutamente detto che riescano a fare meglio di noi. Tutto fa brodo e con 9 punti ancora in palio il sesto posto resta alla nostra portata.

Sassuolo, Empoli e Lazio: tre avversari scomodi ci separano da una qualificazione europea che, se raggiunta, sarebbe un obiettivo raggiunto "da Toro", cioè soffrendo e non mollando mai, come ad esempio fatto allo Stadium. Non è un Toro spumeggiante, non è un Toro che attira l'occhio, ma di sicuro è un Toro "pane e salame" per dirla alla Emiliano Mondonico, e la cosa dovrebbe inorgoglirci. Un gruppo solido che non impressiona per il gioco che sviluppa, ma che al gioco degli avversari, specialmente quelli più quotati come la Juve, sa starci senza avere le gambe che tremano. Da Sirigu a Izzo, da N'Koulou a Moretti, da Rincon ad Ansaldi, fino al capitano Belotti, la spina dorsale del Toro è fatta di uomini veri che sanno reggere alla pressione della classifica di questo campionato e della storia della maglia che indossano. Ma anche Lukic sta crescendo, come Berenguer, e chissà che lo stesso Bremer, rotto il ghiaccio con la serie A con la macchia di un solo errore, purtroppo, fatale, non possa essere una risorsa in più per il futuro prossimo. Mazzarri quest'anno ha fatto una cosa fondamentale: ha dato un'anima a questa squadra. Che sia sufficiente o meno a centrare l'accesso alle coppe è irrilevante se il prossimo anno non farà una seconda cosa, altrettanto fondamentale: dare un gioco (cioè qualcosa di più che stare in campo  in maniera ottima) a questa squadra. Ora godiamoci le ultime tre giornate anche con una certa leggerezza: tutto sarà possibile e noi ci stiamo provando fino alla fine, uno scenario quasi inedito se rapportato ai finali delle ultime stagioni. Perché se Izzo è stato il miglior acquisto di quest'anno, e noi tutti lo adoriamo (giustamente), quello del prossimo anno dovrà essere un giocatore che porti qualità dalla metà campo in su. Europa o non Europa…

 

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.

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