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Dall’idea dei Rangers ad un ipotetico Toro B

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Le squadre scozzesi di Glasgow, le arci-nemiche Celtic e Rangers, sono state protagoniste questa settimana di due notizie che in qualche maniera possono aver toccato il mondo granata. I biancoverdi cattolici hanno suscitato l’ammirazione di...
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Le squadre scozzesi di Glasgow, le arci-nemiche Celtic e Rangers, sono state protagoniste questa settimana di due notizie che in qualche maniera possono aver toccato il mondo granata. I biancoverdi cattolici hanno suscitato l’ammirazione di tutti gli sportivi grazie alla dimostrazione di forte attaccamento dei suoi tifosi, i quali, nonostante la brutta uscita di scena dalla Champions League, sono venuti a Torino in massa e, anche sotto nel punteggio e senza speranze di qualificazione, hanno cantato e sostenuto la squadra incessantemente fino alla fine della partita e oltre. Un atteggiamento che a noi tifosi granata ha ricordato molto quello del famoso spareggio di Reggio Emilia contro il Perugia, dove nello psicodramma sportivo della mancata promozione sfumata sul palo di Dorigo, toccammo una delle punte più alte di dimostrazione della nostra incrollabile fede granata cantando anche nel pieno della delusione del momento.  I Rangers invece, che, in seguito ad un fallimento societario, ricordiamo, giocano in una serie minore scozzese visto che anche per volere dei tifosi hanno rinunciato a qualsiasi ripescaggio, hanno annunciato l’intenzione nei prossimi anni di confluire nei campionati professionistici inglesi lasciando nel campionato scozzese la squadra B. Da un lato avrebbero quindi la prima squadra impegnata in Premier (o nella Championship perché non è chiaro come i Rangers dovrebbero inserirsi nella Lega inglese) e la squadra B composta dai giocatori delle giovanili a confrontarsi in un campionato di basso livello ma comunque professionistico come la Scottish Premier. Ne parlammo già in autunno dell’idea che anche in Italia le squadre professionistiche potessero avere, sulla falsariga di quanto avviene in Spagna per esempio, una squadra B che militi in campionati minori come la Lega Pro o almeno una riedizione di un campionato riserve. Personalmente io sarei favorevole ad una soluzione del genere perché darebbe modo ai ragazzi della (ex)Primavera di confrontarsi con il calcio professionistico restando sotto l’ala protettiva e la guida tecnica della società che li ha cresciuti.  Traslato sul mondo Toro, questa soluzione in parte placherebbe le critiche di quei tifosi che mal digeriscono la prassi attuale della dirigenza granata che manda i migliori Primavera in prestito in Lega Pro salvo poi prendere giovani in comproprietà o in prestito da altre società per la prima squadra (Verdi e Steva o in un recente passato Lazarevic e Odu per esempio). Avere un Toro B significherebbe, in mancanza di spazi in prima squadra, testare direttamente il valore reale e prospettico dei giovani granata senza dipendere da altre società che di fatto non possono sempre garantire un loro reale impiego fisso tra i titolari. Con un ulteriore vantaggio in termini contrattuali e di crescita ed inserimento per i ragazzi nel giro della prima squadra. E allora permettetemi di fantasticare un po’ su quale potrebbe essere la formazione B attuale del Toro (che già in un altro articolo dissi che avrei gradito si chiamasse Formazione Filadelfia e che potesse giocare le partite in casa nel rinato omonimo impianto…). In porta si alternerebbero i fratelli Gomis con un minutaggio superiore per Lys che finalmente anche ad Ascoli è diventato titolare in B. In difesa mi piacerebbe vedere il varesino Fiamozzi sulla destra, con Chiosa e Scaglia centrali e Sperotto sulla sinistra, tutta gente che già quest’anno sta dimostrando di potersi giocare le proprie chance da professionista. In mediana spazio al capitano della Primavera e nazionale Under 19 Emanuele Gatto assieme ad un compagno già collaudato come Diarra, fisico già “da grande” come succede spesso ai giocatori di origine africana , solo un po’ da sgrossare tecnicamente e tatticamente. Sulle fasce e sulla trequarti, a seconda del modulo adottato, c’è invece tanta abbondanza grazie al valore della futura “stella” Barbosa, al dinamismo di Menga, alla sorpresa Alessio Vita che a Monza con Asta si sta ritagliando uno spazio importante, a Taraschi che meriterebbe un’altra occasione visto che purtroppo non sta confermando il suo talento in quel di Casale e poi ai super prospetti giovanissimi Aramu e Parigini, da gettare nella mischia per vedere di che pasta son fatti. In avanti maglia da titolare (e gol a raffica ne sarei sicuro) per Abou Diop con il belga Kabasele spalla o riserva a seconda dei casi e Gyasi di rincalzo ai due appena citati. Che risultati otterrebbe una formazione del genere in Lega Pro? Scontata la mancanza di esperienza e di malizia all’inizio e magari aiutata da qualche titolare della prima squadra bisognoso di minutaggio per restare in forma (Di Cesare o Basha per fare un esempio di questo periodo) in varie partite, secondo me, per qualità e voglia di dimostrare il proprio valore con la prospettiva concreta per i singoli di giocare in futuro nel “vero” Toro,  si potrebbe salvare tranquillamente. Ci arriveremo un giorno? Non so, ma sono sicuro che se mai esistesse un Toro B, la gente granata non farebbe mancare il proprio affetto a questi giovani che non sarebbero il futuro del Toro ma, di fatto, già un bel pezzo di presente.   Alessandro Costantino Twitter: AleCostantino74   (foto Fornero)

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