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columnist
Domenica 19 Maggio 2013, sicuramente questa data rimarrà a lungo nella menti di tutti i tifosi del Toro. Al pomeriggio migliaia di supporters granata hanno marciato per le vie cittadine pretendendo rispetto da parte delle istituzioni ed anche dall’attuale dirigenza, chiedendo in modo fermo ed irrevocabile che la casa del Toro, ovvero lo stadio Filadelfia rinasca al più presto e soprattutto rinasca mantenendo invariata la propria dignità, oltre al campo di gioco lo stadio dovrà ospitare anche il Museo della nostra Storia, unica ed inimitabile. Di sera allo stadio la partita contro il Catania è stata l’occasione per dare l’addio a Rolando Bianchi, attaccante arrivato cinque anni fa sulle sponde del Po, diventando in seguito la bandiera ed il Capitano della squadra. Spero di non offendere nessuno dichiarando che in entrambe le occasioni l’attuale dirigenza non ha fatto nulla per aumentare il feeling con i tifosi. Per quanto concerne il Filadelfia, anni fa Cairo aveva promesso di stanziare una certa cifra, ma al momento non si va oltre il milione di euro, sicuramente non è la società a doversi sobbarcare le spese per la ricostruzione dello stadio che vide giocare il Grande Torino, indubbiamente sono le istituzioni cittadine a dover fare da traino, ma purtroppo la dirigenza granata continua a tenere un atteggiamento per lo meno distaccato, mentre ai tifosi farebbe sicuramente piacere sapere che la società è impegnata a soffiare sul collo alle istituzioni cittadine. Alla sera poi davanti ad uno stadio completamente ai piedi di Rolando Bianchi, l’allenatore ha pensato bene di tenerlo in panchina per oltre un tempo. Partendo da qui vorrei permettermi alcune riflessioni personali. Premetto che io non sono mai stato un fans di Rolando, in lui ho sempre ammirato la generosità e l’impegno, le mie perplessità derivavano dal fatto di non considerarlo un attaccante completo. Indubbiamente però le reti segnate da Bianchi in questi anni, al Toro non le ha realizzate nessuno, anzi nessuno si è mai lontanamente avvicinato alle sue medie realizzative, forse solo l’anno scorso, in B, Antenucci aveva dimostrato di poter segnare quanto il numero 9. Quello che però non riesco a comprendere è il perché la dirigenza non abbia giocato a carte scoperte offrendo a Bianchi un contratto pubblico, adeguandolo ai parametri societari imposti dal fair play finanziario, in questo modo la società avrebbe fatto una figura corretta, si sarebbe potuto parlare chiaro al Capitano, si sarebbe potuto fare in modo di trattenerlo, magari senza la certezza del posto da titolare, così come in fondo già è stato fatto quest’anno, nessuno può negare che a partite in corso, soprattutto in svantaggio, la sua presenza avrebbe potuto essere più che utile. Insomma Bianchi sarebbe potuto essere quello che è stato quest’anno Toni alla Fiorentina. Invece tutto ciò non è stato fatto. Si può pensare che la società abbia in mente di acquistare durante il prossimo mercato un campione che farà dimenticare a tutto il popolo granata l’ex centravanti, ma al momento in squadra ci sono i vari Meggiorini, Barreto e Jonathas, sicuramente con nessuno di loro ci possiamo permettere di dormire sonni tranquilli. Qualche domanda vorrei pure farla a chi gestisce la squadra dalla panchina, vorrei capire il perché a Masiello viene offerto il rinnovo, mentre si potrebbe riportare a casa Rubin, ma soprattutto, cosa ancora più incredibile, si pensa ad una acquisizione totale del cartellino di Caceres, dopo che in tutto l’anno non si è mai fatto scendere in campo, tranne in due occasioni: contro il Siena quando si doveva trovare il modo di schierare undici giocatori, essendo la rosa falcidiata da squalifiche ed infortuni e contro il Catania, domenica scorsa, quando ormai si giocava solo per onor di firma. Ultima considerazione: è più che probabile che all’inizio del prossimo campionato i tre giocatori più rappresentativi del Toro di quest’anno non ci saranno più. Bianchi come dicevamo si accaserà altrove (probabilmente al Genoa), Ogbonna stando alle indiscrezioni sarà ceduto al miglior offerente mentre Cerci difficilmente si riuscirà a riscattare dalla Fiorentina, tra l’altro è pure in ballo il difficile prolungamento del contratto di D’Ambrosio, con relative sirene che tentano il difensore campano. Sicuramente è presto per iniziare ad essere preoccupati, ma al momento come spesso accade quando si parla di Toro, all’orizzonte si presentano più nubi che sprazzi di cielo sereno. Speriamo in bene…. Beppe Pagliano Twitter @beppepagliano
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