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Derby: il cuore oltre l’ostacolo!

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Ci siamo!Pochi giorni ci separano dalla madre di tutte le partite, quella che per noi granata vale un campionato intero.Quanti ricordi, quanti aneddoti, quante gioie lontane, quanti dolori e quante ferite ancora aperte legate  a...
Beppe Pagliano

Ci siamo! Pochi giorni ci separano dalla madre di tutte le partite, quella che per noi granata vale un campionato intero. Quanti ricordi, quanti aneddoti, quante gioie lontane, quanti dolori e quante ferite ancora aperte legate  a questa sfida. Vorrei rivolgermi a voi ragazzi che sabato sera scenderete in campo, indossando la maglia granata, contro quelli che sono i nostri acerrimi nemici. Sicuramente nessuno di voi da bambino ha mai sognato di giocare questa partita, soprattutto giocando per noi. Chi di voi è qui da qualche anno, ha ormai capito perfettamente cosa significa per noi questo incontro, chi invece è arrivato da poco, necessita ancora di un piccolo ripasso su ciò che rappresenta questa sfida.   Cari ragazzi, come ben sapete in questa città, convivono due anime, due modi di ragionare, due stili di vita, due mondi che in nessun modo, ripeto in nessun modo potranno mai convivere. Da una parte loro, la Torino legata ad una famiglia che da un secolo rappresenta una forma di monarchia assoluta, fatta di arroganza e di prepotenza, i cosiddetti poteri forti. Dalla loro parte stanno tutte quelle persone, che pur essendo assoggettate al potere della real famiglia, non riescono a fare di meglio che salire sul carro dei vincitori, senza essere in grado almeno una volta nella vita di chiedersi quanto poco coraggioso, dignitoso e fantasioso sia gioire per dei successi di cartapesta. Dall’altra parte ci siamo noi. Retorici, malinconici, arrabbiati, aggrappati al passato, appassionati, sognatori, ingenui, ma persone vere, legate alle nostre tradizioni, innamorati folli di questa maglia color del sangue, orgogliosi di remare costantemente controcorrente!   Qualcuno potrà pensare che si tratta solo di calcio: no! Niente di più falso. I derby in qualsiasi città d’Italia si giocano fra due squadre che tutto sommato si equivalgono, sia come risultati sportivi, sia come potenziale economico e sia come peso politico. Qui il divario è imbarazzante, da una parte ci sono possibilità economiche praticamente illimitate, stadi nuovi di zecca con relative stelline, centri commerciali frequentati da nani e ballerine, presidenti così arroganti da permettersi di minacciare in modo più o meno velato la Federcalcio, esigendo svariati milioni di risarcimento danni dopo essere stati condannati in un processo sportivo. Ci sono allenatori squalificati che si sentono in diritto di intimidire chi ha avuto l’ardire di condannarli. Ci sono arbitraggi perlomeno compiacenti da tutta una vita, ci sono mass media assoggettati al volere della loro straripante arroganza.   Poi ci siamo noi, e qui non voglio aggiungere altro in quanto non voglio essere accusato di vittimismo. Però voglio domandare a voi, giocatori del Toro, se nella vostra carriera avete avuto modo di assistere a cose così poco chiare, come da quando indossate la maglia granata. Anche quando giocavate in altre squadre, era normale essere regolarmente ammoniti quando si cadeva in area avversaria? Era normale subire rigori contro, ad ogni contrasto nella propria area? Era normale avere la sensazione che i traguardi devono essere raggiunti con fatica tripla rispetto ad altri? Se la risposta è no, sappiate che noi a tutto questo ci siamo abituati da sempre.   Ebbene, dopo queste premesse vi vedo un po’ preoccupati, non vi vedo particolarmente ottimisti sull’esito della partita di sabato sera. Ma cari ragazzi voi dovete capire una cosa importantissima, nessuno di noi vi chiede di vincere il derby. Vi chiediamo una cosa per certi versi molto più facile, oppure molto più difficile, dipende dai punti di vista. In sostanza vi si chiede di buttare il cuore oltre l’ostacolo, di lottare per noi che da tutta una vita siamo costretti a giocare quotidianamente un derby impari contro i potenti, gli arroganti, i prepotenti e contro tutti coloro che nella vita se ne infischiano delle regole. Vi chiediamo di entrare in campo sicuri di giocare la partita più importante della vostra carriera. Vi chiediamo di essere intelligenti, attenti e concentrati e di non cadere nelle provocazioni a cui sarete sottoposti, perché credetemi, sarete vittime di ogni sorta di provocazione, non crediate di giocare alla pari, anzi sarete voi le vittime sacrificali che dovranno risarcire costoro del rigore patito domenica sera. Vi chiediamo di uscire dal campo con la certezza di aver attinto fino all’ultima vostra goccia di sudore. Vi chiediamo di crederci. Vi chiediamo infine, di fare in modo, che al fischio finale tutto il mondo granata sia fiero ed orgoglioso di voi. Questo deve essere il vostro obiettivo, perché si può vincere come perdere, ma siatene certi, nessuno come noi sa appuntarsi al petto certe sconfitte, considerandole  vittorie morali. Se così sarà vi acclameremo come vincitori!    Vorrei inoltre darvi un ultimo consiglio: venerdì sera alla vigilia della partita, quando sarete in ritiro, alle ore 22:00 trovatevi tutti insieme davanti ad un televisore e sintonizzatevi su ESPN Classic, canale 216 della piattaforma Sky. Verrà trasmesso il film documentario “ Finché morte non ci separi” in questo raro documento viene raccontata la storia d’amore e sofferenza tra il Toro ed i suoi tifosi, attraverso i racconti appassionati di quest’ultimi. Avrete così modo di capire, ancora di più, cosa sia il Toro per noi. Mi raccomando ragazzi, non dimenticate che sabato sera avete un’opportunità unica: quella di scrivere una pagina indelebile della storia del Toro!  

Beppe Pagliano

  Twitter @beppepagliano

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