E' sempre difficile scrivere qualcosa di sensato e, soprattutto, di non scontato quando si tratta del derby. Il confine tra i luoghi comuni (non è una partita come le altre, non conta partire da favoriti, ecc.) e le realtà (il carico di motivazioni supplementari, la voglia di scrivere pagine di storia, ecc.) è spesso molto labile e gli uni si fondono con le altre colorando le vigilie di aspettative eccessive, al limite della, e sovente oltre, la contraddizione. Per questo e per altri motivi, tra cui la volontà di decomprimere (o quantomeno provarci) il più possibile l'ansia e l'eccitazione pre derby, dividerò il mio intervento in due parti: una che farà appello a tutta la mia razionalità e capacità di analisi, l'altra che darà sfogo ai miei più bassi istinti e desideri (o magari non proprio tutti, che è meglio!) RAGIONE - Innanzitutto reputo che il Toro quest'anno arrivi alla stracittadina nella condizione psicofisica migliore possibile. Il pareggio col Verona sebbene per occasioni create e per il doppio vantaggio lasci il rammarico per altri due punti persi per strada, tutto sommato rappresenta un buon risultato a così pochi giorni da una partita tanto sentita. Arrivarci con una sconfitta sarebbe stato un pesante fardello mentre otto punti in cinque giornate rappresentano un buon bottino in linea con le aspettative sulla squadra, oltre a garantire una posizione di classifica più che serena. D'altro canto non fanno neanche dormire sonni tranquilli e tengono sulla corda giocatori e allenatore nella continua ricerca di risultati e punti che, il più velocemente possibile, facciano raggiungere al Toro la fatidica quota 40. Fermo restando, quindi, che se, lapalassianamente detto, fossimo arrivati al derby con 10 o 12 punti sarebbe stato infinitamente meglio, tuttavia ritengo che la nostra posizione attuale sia la migliore, psicologicamente parlando ed in termini di motivazioni, per affrontare i gobbi sì con la giusta fiducia, ma anche con i piedi ben piantati in terra. Se per ipotesi, infatti, si fosse verificata al novantesimo la situazione che per una manciata di minuti ha visto mercoledì sera il Toro in vantaggio sul Verona e la Juve sotto col Chievo, ci saremmo presentati in campo a pari punti in classifica con loro e temo che avremmo potuto commettere l'imperdonabile errore di sentirci alla pari degli odiati bianconeri. Certo sarebbe stata una goduria per noi tifosi, ma razionalmente preferisco che i giocatori scendano in campo consapevoli del gap esistente affinchè tirino fuori il 110% di loro stessi per cercare di colmarlo. In secondo luogo, un altro motivo di speranza razionale mi viene dal modulo con cui giocheremo quest'anno (tra l'altro speculare in quasi tutto al loro). Siamo più coperti e meno vulnerabili. Il che non vuol dire che non subiremo, ma sono sicuro che se loro giocheranno una partita tipo quella del ritorno dello scorso campionato, non perderemo crollando nel finale proprio perchè più quadrati. Ovvio che tecnicamente presi uno per uno i gobbi sono più forti dei nostri, ma, per fortuna, nel calcio non sempre chi è più forte vince. O almeno non è così matematico. SENTIMENTO - E a questo punto è inevitabile, parlando di derby, entrare in quella terra di nessuno in cui la razionalità lascia il posto alla scaramanzia, alla passione cieca da tifoso o anche solo alla speranza da inguaribile ottimista che una giornata magica come ce n'è una su mille si verifichi proprio in quest'occasione. E' chiaro che vorrei vedere svanire una maledizione che dura da diciotto lunghissimi anni, quasi metà della mia intera esistenza, e vorrei con tutte le mie forze tornare a vedere la rete della loro porta gonfiarsi di palloni depositati con rabbia e precisione da giocatori di granata vestiti. E' altrettanto chiaro che vorrei vedere la curva Primavera ammutolirsi il più possibile specialmente dopo il novantesimo. E pagherei qualsiasi cosa per sentire la voce afona e fastidiosa del loro allenatore essere costretto davanti alle telecamere a commentare una sconfitta nel dopo gara. Vorrei inoltre che i gobbi smettessero di dire col loro urticante tono di superiorità che sono contenti che ci sia il derby perchè sono sei punti sicuri o che il Toro a loro non fa nè caldo e nè freddo perchè godono di più a battere l'Inter e il Milan. Vorrei con tutto il cuore che una nuova generazione di giovani e giovanissimi tifosi granata possa finalmente iniziare a trarre linfa vitale dalle vittorie nei derby, che sono uno dei propellenti naturali più grandi che ci siano per un tifoso granata. Vorrei tanto intensamente che a fine partita non ci sia il tempo di andare oltre ad una britannicissima e fugace stretta di mano con gli avversari senza nessuno scambio di maglia perchè la maglia (granata) sarà reclamata per un lancio alla curva Maratona festante... E infine vorrei anche che un "fenomeno" che ha deciso quest'estate di fare il salto della quaglia, per un pomeriggio si potesse pentire un po' vedendo quale gioia si è perso passando "al lato oscuro della forza". So che vorrei tanto, forse più di quello che è razionalmente lecito aspettarsi. Ma se tutto questo non arriva dal derby, da dove altro può arrivare? Lo abbiamo provato in passato, chi o cosa ci può vietare di ambire a riviverlo? Una volta in fondo si esagerava quando si diceva che per il Toro vincere il derby valeva mezzo campionato. Oggi però questo assurdo digiuno sta trasformando il successo in un'impresa titanica al pari della ricerca del Santo Graal. Ecco, rivoglio quel derby esagerato nelle aspettative, esattamente come un tempo, ma rivoglio anche la possibilità concreta che l’aspettativa di tanto in tanto diventi realtà. Deve accadere prima o poi, o finiremo per scomparire proprio come i Cavalieri Templari... Alessandro Costantino Twitter: Alecostantino74
columnist
Derby, la perenne lotta tra ragione e sentimento
E' sempre difficile scrivere qualcosa di sensato e, soprattutto, di non scontato quando si tratta del derby. Il confine tra i luoghi comuni (non è una partita come le altre, non conta partire da favoriti, ecc.) e le realtà (il carico...
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