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columnist
Strano come fino all'anno scorso, la pausa per la Nazionale significasse per me una giornata di noia totale, con la sensazione che mi mancasse qualcosa, il mio adorato Toro. Nonostante il nervoso maturato in tutti questi anni, la gioia di aspettare la mia squadra, sperare nel risultato o anche solo in un paio d'ore di sano divertimento, non mi era mai stata tolta. Ma al punto in cui siamo arrivati oggi, vedo solo un nebbia fitta che nasconde il nulla cosmico di un progetto che mi chiedo se per questa squadra è mai esistito davvero, al di là della valorizzazione dei giocatori, con il risultato che allo stadio si va sempre meno, che non ci si aspetta più nulla, che chi non se la sente di assumere un atteggiamento accontentista, finisce per salvaguardare le proprie coronarie prendendo le distanze da questo Toro.
Non c'è nulla che mi piaccia al momento in questo ambiente, da una società che non ha obiettivi (o se li rimangia, scaricando la colpa sugli altri), ad un allenatore che personalmente non ho capito a cosa stia aspirando, ai giocatori, che in campo non stanno dimostrando nulla. Dalla gara contro la Fiorentina sono uscita con un'ulteriore perplessità: possiamo permetterci davvero di non schierare Ljiajc? E oltre al dubbio, lo scoramento per non aver reso onore ad una partita che significava molto, forse tutto. Perchè questa volta non si giocava per i punti, ma per il senso più profondo di quello che ancora pensavo fosse vivere il calcio.
Ma oltre a qualsiasi commento sulle specifiche gare, c'è davvero da ragionare sull'atteggiamento del presidente Cairo dopo quello che è l'ennesimo fallimento di un'altra stagione buttata. Quanto gli può tornare nel fare pessima comunicazione di fronte ad un pubblico completamente stufo? Arriverà un punto, e lo vedo già dietro l'angolo, in cui la memoria non sarà più così corta, in cui non riuscirà più il tentativo di esaltare i tifosi di fronte ad un mercato che no, non ha reso questa rosa la più forte degli ultimi 20/30/40 anni. Tranne rari casi, i tifosi non sono così masochisti o così stupidi da idolatrare ad oltranza una squadra che non vince, non progetta e non conclude niente.
Quest'estate mi aspetto di tutto dalla società, per non guardare in faccia alla realtà che il Toro è diventata, compreso il tentare di riportare a casa qualcuno che nei nostri cuori non se ne è mai andato, per distrarre i tifosi dai reali problemi della squadra. Così negli articoli sui giornali comincia a comparire un nome che mi toglie lucidità, che ci prende nello stomaco, in un'assurda ipotesi che farebbe male a tutti, e servirebbe solo per usare e svilire una delle poche cose grandi e da Toro che ci sono state negli ultimi anni.
Buonanotte granata...
Laureanda in Scienze della comunicazione ed imprenditrice, un cuore granata da 34 anni. Da tre stagioni a Toro News, condivido la mia insonnia post-partita e i miei sogni, primo tra tutti quello di un calcio fatto solo di emozioni e di un Toro composto da giocatori-bandiere.
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