columnist

Dottor JanPaul and Mister Nick

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata Della Porta Accanto / Dopo la partita di Benevento mi sorge il dubbio che il Torino sia preda di un sorta di sindrome alla Dottor Jekyll e Mister Hyde

Non so cosa dicano le statistiche a livello assoluto sui cambi di allenatore: è una mossa che funziona nella maggior parte dei casi oppure no? In realtà non so nemmeno se esista una statistica del genere, ma a spanne credo che, se se esistesse, ci direbbe che più o meno siamo al fifty-fifty. Me lo sono chiesto venerdì sera guardando Benevento-Torino. Erano passati pochissimi giorni dall'arrivo di Nicola, un tempo praticamente nullo per il neo allenatore per incidere in maniera significativa sulle dinamiche tattiche e psicologiche della squadra granata eppure il Torino sceso in campo al Vigorito sembrava davvero "un'altra squadra". Intendiamoci non è che si sia visto di colpo il Real Madrid dei "galacticos", né il risultato finale sia stato di per sé così determinante da farci parlare di una svolta alla nostra classifica, ma quello che si è visto in campo è stato un Torino senza ombra di dubbio diverso. La squadra a mio parere avrebbe meritato la vittoria, ma nemmeno questo aspetto è stato differente da altre analoghe partite della gestione Giampaolo in cui si è raccolto meno di quanto si sarebbe meritato. Gli stessi giocatori compassati e molli delle partite precedenti, a Benevento sono sembrati, specialmente nel secondo tempo, più spavaldi ed aggressivi che mai. Anche i dubbi sulla tenuta fisica sono sembrati di colpo fugati visto che tutti hanno corso e lottato senza problemi fino al 95`.

Ovvio che io sia contento di questo come è ovvio che sia felice per una volta di aver fatto una rimonta visto che deteniamo il record di quelle subite, ma la domanda che mi ronza in testa da venerdì sera è: che cos'è successo alla squadra in questi giorni?

Siccome per quanto stimi ed ammiri Nicola, non penso che l'ex difensore che ci ha fatto vincere lo spareggio promozione col Mantova abbia la bacchetta magica, sono arrivato alla conclusione che il Torino sia preda di un sorta di sindrome alla Dottor Jekyll e Mister Hyde: i giocatori sono gli stessi che allenava Giampaolo per cui se sono riusciti a fare una partita con una certa grinta ed una certa convinzione fino ad ora praticamente mai viste, significa che avevano già dentro di loro le risorse per cambiare passo e che Nicola ha solo e semplicemente saputo toccare qualche tasto per farle venire maggiormente fuori. Si potrebbe quindi parafrasare il romanzo di Stevenson e definire il Torino di quest'anno un Dottor JanPaul e Mister Nick, un'entità dalla doppia personalità legata ai due tecnici che l'hanno guidata. Dottor JanPaul è l'accademico raffinato, il Maestro, che cerca di trovare la ricetta chimica perfetta per realizzare un calcio armonioso, esteticamente piacevole ed estremamente godibile, ma nei suoi esperimenti e nella ricerca di un bene superiore, cioè il calcio con la C maiuscola, resta vittima di sé stesso e trasforma la sua ostinata ricerca in un fallimento. Ecco quindi che Mister Nick, il genuino e più grezzo alter ego del Maestro, è colui che usando la testa cerca di dar sfogo agli istinti primordiali della sua truppa alimentandone gli afflati agonistici più eccessivi che per troppo tempo sono stati soffocati e quasi scientemente eliminati dal Dottor JanPaul.

La storia del calcio ci insegna che anche le squadre esteticamente più belle hanno sempre avuto un altrettanto importante spirito agonistico feroce, perché la vittoria, e più in generale il raggiungimento di un obiettivo, non può prescindere dalla carica agonistica che si sa mettere in campo.

Non so quale sarà il livello delle prestazioni del Torino nelle prossime partite, ma per quel poco che ho visto venerdì, mi auguro che Mister Nick diventi la personalità dominante di questo Torino. Manca un girone di ritorno per finire il campionato e abbiamo la necessità di fare almeno tra i 24 e i 26 punti: in pratica una media di un terzo di vittorie, un terzo di pareggi e un terzo di sconfitte, un ruolino di marcia che se affronteremo tutte le partite con lo spirito e la combattività viste nel secondo tempo contro i giallorossi di Inzaghi, sarà non impossibile mantenere.

Infine ci tenevo a dire la mia sulla polemica che ha riguardato l'esultanza di Glik sul gol poi annullatogli (giustamente) dal Var. Abbiamo massacrato, e io trovo anche con una certa dose di ragion veduta, Quagliarella perché non esultó all'ultimo derby vinto ed ora facciamo la pulci a Glik perché esulta per un gol al Toro : Glik è un professionista che al Toro ha dato tanto, ma proprio perché non è ipocrita è giusto che esulti quando lui e la squadra con cui si allena e condivide tutto quotidianamente, fanno un gol ancorché ciò avvenga contro la sua ex squadra. È più genuino il comportamento di Glik che in campo sfoga il suo sentimento del momento che quello di tanti "professionisti" che per fare la "bella faccia" smorzano le esultanze in rispetto di non si sa bene che cosa. Sono sicuro che in cuor suo, in un angolino, il vecchio capitano sia stato pure un po' felice per il punto guadagnato dal Toro e di certo si auguri che la sua ex squadra si salvi, perché davvero il polacco è rimasto legato al Torino, ma fuori dal campo, non dentro al campo nei novanta minuti in cui ci gioca contro. Non sarebbe neppure eticamente corretto pretenderlo. Chiediamo a gran voce il ritorno ad un calcio meno dominato dal business e che sia più "vero", ma criticando l'atteggiamento di Glik ci contraddiciamo, e anche parecchio. Mi auguro invece nel prosieguo del campionato di vedere tanti nostri esultare per reti alle proprie ex squadre: magari lo stesso Zaza per uno o più gol alla Juve o Verdi per un gol al Bologna o al Napoli o Linetty alla Sampdoria. Che sia un girone di ritorno, quindi, al contrario: di rimonte fatte e non subite e di gol non presi dai nostri ex, ma segnati dai nostri che per gli altri sono ex. Insomma, un girone di ritorno con tanto Mister Nick e poco Dottor JanPaul.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.