Dopo l'inizio sprint del campionato con il Torino in testa alla classifica, la sosta per le Nazionali è cascata malissimo interrompendo l'abbrivio esaltante preso dalla squadra di Vanoli in queste prime tre giornate. Anche il fatto che ben 11 giocatori siano stati convocati dalle rispettive selezioni, se da un lato inorgoglisce perché ci ha fatto assistere, ad esempio, ad una grande partita di Ricci in maglia azzurra contro la Francia, ma dall'altro impedisce a Vanoli di lavorare con il gruppo al completo per incrementare il livello di integrazione dei calciatori nuovi e per instillare sempre più in profondità il suo credo calcistico.
IL GRANATA DELLA PORTA ACCANTO
È giusto rinnovare Vagnati?
L'attualità del campo, dunque, in questi giorni ha lasciato spazio all'attualità sulle vicende extra campo che gravitano attorno al mondo granata tra cui in primis la contestazione a Cairo e in secondo piano gli strascichi del calcio mercato. Tralasciando il primo punto su cui molto si è detto e molto si continuerà a dire finché non ci sarà una svolta in seno alla proprietà del Torino FC, tanto si è anche scritto sul giudizio da dare alla campagna acquisti/cessioni del Torino in questa sessione estiva. Ognuno ha la sua idea, ma a mio avviso è stato un mercato poco più che sufficiente perché pur essendo arrivati buoni giocatori (Coco, Adams e Sosa) quelli che sono andati via (Buongiorno e Bellanova) avevano un peso non indifferente sul valore globale della squadra. A prescindere da come la si vuole vedere, se si parla di mercato non si può non parlare di chi, in teoria, ha in mano le sorti delle contrattazioni dei calciatori in entrata ed in uscita: il direttore sportivo Davide Vagnati.
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Negli ultimi giorni è tornata di attualità la vicenda legata al rinnovo del ds ex Spal, rinnovo che il presidente Cairo dava per certo a maggio, ma che ad oggi ancora non si è materializzato con una firma su di un nuovo contratto. La figura di Vagnati, ormai da un lustro ad occupare il posto che durante l'era Cairo è stato per tantissimi anni quello di Gianluca Petrachi, è una di quelle figure estremamente divisive all'interno della tifoseria granata: c'è chi lo ritiene un rampante direttore capace di ottimi colpi, chi lo bolla come un "ministro senza portafoglio" per via dei rumors che vogliono il presidente Cairo in prima linea nelle trattative a staccare gli assegni per chiudere gli acquisti, chi lo ritiene un discreto esperto di giovani talenti e chi invece proprio non lo può vedere ritenendolo inadeguato per un club di alto livello della Serie A italiana. Personalmente ritengo che la questione, al di là della figura di Vagnati in sé, stia a monte: con il presidente Cairo e il suo modo maniacale di accentrare nelle sue mani la gestione della società in ogni suo aspetto, quale direttore sportivo, o direttore generale allargando l'ottica, potrebbe realmente operare in piena e totale autonomia? Tutti ci ricordiamo di quando, anni fa, sembrava fatta per l'ingaggio di Sartori, attuale ds del Bologna ed ex di Chievo ed Atalanta, e di come alla fine non se ne fece nulla: un direttore di tale livello avrebbe potuto essere una manna dal cielo per creare un Torino capace di alzare le proprie ambizioni con investimenti contenuti, ma siamo sicuri che sarebbe riuscito in questa società a lavorare con l'autonomia che gli è sempre stata data in altre realtà? Tutti ci ricordiamo della lite Vagnati-Juric e del riferimento del ds, con parole poco carine, al proprio datore di lavoro sottintendendo l'abbondante ingerenza di quest'ultimo nelle vicende tecniche della squadra e ciò deve farci riflettere sul fatto che, forse, quando si pensa di dare un giudizio sull'operato dell'attuale ds granata occorre tenere ben in conto il contesto in cui egli si muove ed opera. È giusto dunque rinnovare il contratto di Vagnati? A mio parere il rinnovo ci sarà perché per Cairo sarebbe comunque difficile trovare un sostituto migliore, e sottolineo migliore, che si adatti a lavorare con il perimetro che lui ha imposto a Vagnati. La non ambizione sportiva del presidente non giustifica secondo me uno scossone in quell'area societaria ed il rinnovo di Vagnati appare dunque la naturale conseguenza di questa cosa: lasciare lo status quo è la scelta più conservativa e pertanto la più probabile.
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Vorrei un ds migliore? Vorrei un ds più creativo perché il grande limite di Vagnati mi sembra proprio quello di non sapere scovare giocatori con un prezzo contenuto capaci di trasformarsi in ottimi giocatori. Ha spesso azzeccato le scelte di giocatori già buoni, quelli diciamo con un valore di mercato intorno agli 8-10 milioni (Schuurs, Bellanova, Coco, Ricci, ecc) mentre raramente ha azzeccato le cosiddette "scommesse", cioè quelli sotto i 5 milioni e per i quali, in effetti, si vede la bravura di chi sa pescare gemme che ancora quasi nessuno riesce a vedere come tali. Infine c'è un aspetto della permanenza o meno di Vagnati che pochi tengono in considerazione, cioè quello del contestuale rinnovo di Ludergnani, responsabile del settore giovanile, già insieme a Vagnati ai tempi della Spal e arrivato a Torino tramite l'attuale direttore granata. Ludergnani ha fatto un buon lavoro nelle giovanili in questi anni ed è in scadenza nel giugno 2025: se non rinnovasse Vagnati, potrebbe decidere di andare via anche lui? La partita del rinnovo dell'attuale ds nasconde, quindi, il disegno delle strategie più globali della società. Continuità o un nuovo progetto? E se sarà nuovo progetto, con che credibilità verrà accolto vista la perdurante contestazione al presidente da parte dei tifosi? Certo è che da qui a Natale, i nodi dovranno essere sciolti, in un modo o nell'altro.
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