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E il Toro si è rimesso in carreggiata…

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata della Porta Accanto / Bisogna lottare e dimostrare di valere certi traguardi: lo sbandamento c'è stato, ora si spinga al massimo per arrivare al traguardo

Il Toro visto a San Siro non fa che rinforzare il pensiero di quanto il calcio sia tutto fuorché una scienza esatta. Chi poteva immaginare una squadra compatta, tosta, dotata di buona personalità che se la gioca alla pari in casa dell'Inter pensando che appena due settimane prima la stessa squadra naufragava all’Artemio Franchi di Firenze? Spiegazioni ce ne sono, ma di fondo resta la sensazione che spesso ci siano dei click che scattano nelle teste dei giocatori e riescano a riaccendere meccanismi che parevano inceppati.

Di sicuro il famoso cambio modulo ha giocato a favore del collettivo nel trovare maggior equilibrio. Ma questo cambio è avvenuto grazie anche all'impiego di giocatori che per svariati motivi erano stati fuori precedentemente. È il caso di Burdisso che ha portato garra ed esperienza alla sua prima apparizione in granata, proprio nello stadio che lo ha visto tante volte indiscusso protagonista con altre maglie. Oppure di Obi il quale, quando è sano, è una pedina fondamentale per Mihajlovic, che infatti lo schiera sempre. Non è un caso, infatti, che il Toro girasse a mille quando a inizio campionato il nigeriano era sempre in campo. C'è poi da dire che il modulo a tre in mezzo al campo è stato ancora più efficace che contro il Cagliari mettendo Rincon al posto di Valdifiori. Giusto per dimostrare che gli interpreti sono tanto importanti quanto il modulo…

Se poi vogliamo dire che senza Niang il Toro vola, saremmo ingenerosi e decisamente acidi, ma quasi completamente supportati dai dati di fatto. Bisogna però anche onestamente rendersi conto che non gioca a favore di nessuno massacrare o bocciare l'esterno franco-senegalese. Niang è un ottimo giocatore e potrà sicuramente fare la differenza nel Toro. È chiaro che a questo punto occorra ricominciare tutto da zero con lui e riprovare ad inserirlo gradualmente nei meccanismi di squadra: una volta entratoci, il suo apporto potrà essere fondamentale in termini di qualità delle giocate. Da par suo il giocatore proveniente dal Milan dovrà metterci più impegno ed abnegazione per dimostrare a compagni e piazza che non è un flop.

Il Toro tornato da San Siro non è guarito del tutto. La strada per tornare nelle posizioni europee è lunga e tortuosa, ma il punto guadagnato contro gli uomini di Spalletti ha segnato una svolta nella stagione. Sarebbe delittuoso non sfruttare questa nuova situazione psicologica e mancare l'effetto volano di un rilancio che pare in rampa di lancio, scusate il gioco di parole. Considerando comunque che al momento mancano all'appello i gol di Belotti, manca la crescita di Berenguer e Boyè, manca l'esuberanza e la qualità appena intraviste, tra un infortunio e l'altro, di Lyanco. E poi manca un Acquah straripante bloccato anche lui dai guai muscolari e ancora lontano da uno stato di forma ottimale. L'arco di Mihajlovic sta recuperando le sue frecce e le famose alternative invocate (a ragione) nel periodo buio.

Se tatticamente resteremo quadrati così, con un Ansaldi addirittura da Nazionale argentina, un Baselli e un Sirigu a tanto così da quella italiana e un Falque che potrebbe finalmente coronare il sogno di entrare in quella spagnola, ecco che il sogno europeo potrebbe ricominciare a prendere corposamente forma. Specialmente se da qui alla fine del girone d'andata si faranno almeno dieci punti nonostante un calendario non proprio facilissimo. Spiace solo che la strada di Coppa Italia sia concentrata tra fine novembre e inizio gennaio cioè nel pieno del campionato, in serate fredde e troppo spesso propense a far riaffiorare fastidi muscolari in chi ne è stato già colpito e, soprattutto, con un tabellone dove in gara secca occorrerebbe battere in trasferta Roma e Juve o Atalanta...

La sosta per le nazionali aiuterà a recuperare gli infortunati (Lyanco, Acquah, Barreca e Bonifazi) sebbene gente come Belotti e Niang avrebbe tratto più giovamento ad allenarsi con il resto della squadra. Ma d'altronde se fosse tutto facile qualunque squadra raggiungerebbe i propri obbiettivi sempre. Bisogna lottare e dimostrare di valere certi traguardi: lo sbandamento c'è stato, ora che ci si è rimessi in carreggiata bisogna spingere al massimo per arrivare al traguardo. Un'impresa? Forse, ma è giusto che sia così!

Da tempo opinionista di Toro News, dò voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.