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columnist
Sinceramente lo sfogo del mister nel dopo gara mi è sembrato eccessivo, come altre sue uscite in conferenze stampa passate, pugno al cartellone condito dai riferimenti agli attributi mancanti (dunque non “allenabili”) in alcuni giocatori.
Penso che se è vero che la squadra ha dei limiti, li ho spesso evidenziati nei miei articoli, e la società delle responsabilità, penso sia giunto il momento anche per il tecnico di fare un bagno di umiltà e di espressioni oxfordiane.
Dico questo anche in ragione del suo passato, visto che come allenatore non ha collezionato titoli o coppe, anzi prima del suo approdo al Toro aveva vissuto poche stagioni indimenticabili; dunque questo scarico di responsabilità una volta verso la società un’altra verso i giocatori non mi pare, come “l’acqua” al sapore di limone, “brillante”.
Senza essere degli “aziendalisti” esasperati, forse qualche volta fare da schermo nei confronti della squadra può far bene a tutti.
Belotti, emblema solo saltuariamente imitato, di dedizione, amore per il lavoro e la fatica, potrebbe concludere ogni partita e dirne di ogni a tizio o caio, ma giustamente ed ovviamente preferisce essere un esempio sul campo e non con le parole.
Sia chiaro, non penso il Toro abbia dei risultati “poco europei” per colpa dell’allenatore (che ha anche i suoi meriti), ritengo però giusto che la critica non sia diretta verso un’unica componente del team ma diventi un valore aggiunto se condivisa tra tutti.
Curioso che dopo i riferimenti agli attributi mancanti dei giocatori il Torino cerchi di acquistare un calciatore dal nome Castro…
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