Cari amici, dopo qualche settimana in cui sono stato impossibilitato a trovare il tempo per scrivere eccomi ancora qui a parlare di Toro.
columnist
E’ tornato il vero Toro!
Da dove partire se non dal derby vinto dopo vent'anni, come vi avevo anticipato tempo fa, il derby non l'ho visto dal vivo in quanto ero invitato ad una cerimonia, ma siccome per noi del Toro le gioie devono sempre essere in qualche modo offuscate ecco che nel momento stesso in cui Quagliarella segnava il gol vittoria io stavo salendo le scale del pronto soccorso dell'ospedale in cui veniva ricoverato mio padre, ma nel momento stesso in cui veniva accompagnato all'interno degli ambulatori riuscivo comunque a dargli una pacca sulle spalle e a rincuorarlo annunciandogli che stavamo vincendo.
A quel punto immaginate voi con quale stato d'animo e con quanti e quali pensieri ho seguito lo svolgimento della partita fino al momento in cui abbiamo finalmente vinto e l'emozione mi ha sopraffatto!
Questa vittoria è da dedicare a tutti quei giovani tifosi che hanno deciso di tifare Toro sulla parola, per tutti quegli under 25 ai quali la gioia, l'orgoglio e la scarica adrenalinica che regala un successo sui gobbi era una sensazione sconosciuta.
Non voglio soffermarmi su quanto successo prima e durante la partita di domenica scorsa, vale a dire l'attentato alla diligenza bianconera ed ai seguenti bombardamenti, voglio solo puntualizzare che di derby ne ho visti troppi in vita mia per non sapere quale sia la realtà dei fatti e come in questo paese la verità venga travisata da mezzi di informazione prezzolati, sappiate solamente, e qui mi assumo tutte le responsabilità di ciò che affermo, che quel padre che ha dato un calcio all'astronave bianconera gode di tutta la mia solidarietà, perché in quel calcio ad un pezzo di lamiera c'è tutta la ribellione di chi viene costantemente umiliato, sopraffatto, deriso da quei prepotenti, disonesti a cui tutto è concesso, anche di infischiarsene costantemente delle regole e delle sentenze, cose a cui in questo paese ormai ci siamo ampiamente abituati.
Il Toro quindi è tornato, il Toro impavido, il Toro che è una scheggia impazzita nel contesto del calcio italiano, il Toro che con le cerbottane riesce a far cadere il gigante armato di tutto punto, il Toro che finalmente riesce a rendere possibile l'impossibile, il Toro che torna a dare fastidio ai potenti, il Toro il cui presidente vista la possibile fusione sky-mediaset può davvero iniziare a fare paura a qualcuno, il Toro che a Palermo viene vergognosamente scippato di due punti sacrosanti dal signor Gervasoni coadiuvato dal cuore granata Sorrentino.
Il Toro è questo, è andare controcorrente, è dire sempre ciò che si pensa, è andare a testa alta per la propria strada in un mondo in cui la strada più breve è quella più facile.
Finalmente siamo tornati ad essere orgogliosi dei nostri colori e dei nostri giocatori e di questo devo ringraziare ancora una volta il signor Ventura cospargendomi per l'ennesima volta il capo di cenere per averlo più volte criticato, ha avuto ragione lui su tutto ed io preso dalla fretta e da tanta diffidenza non avevo capito il suo modo di lavorare e di ragionare.
Ed ora non ci resta che ritrovarci tutti assieme lunedì 4 maggio su al colle a rendere omaggio al nostro passato, alla nostra Storia e a quello che siamo.
Se tutto va per il meglio riuscirò a salire sia con mio padre (che nel frattempo si sta rimettendo) sia con mio figlio, ribadendo ancora una volta al mondo intero che noi non dobbiamo prendere lezioni di sportività, di lealtà e di onestà da nessuno, perché per noi il Toro è questo: è vita, è senso di appartenenza, è tradizione, sono ricordi e racconti che ci tramandiamo di generazione in generazione mantenendo sempre vivo il ricordo di chi ci ha fatto innamorare di questo meraviglioso color granata .
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