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E tu? Perché tieni per il Toro?

Redazione Toro News
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Mi chiamo Fabrizio, sono di Vercelli e da 52 anni tengo per il Toro. È difficile capire perché quando si è bambini, tutti tengono per Juve, Milan, Inter mentre io Toro. Ho sempre pensato fosse una questione di colori, di passione......e se vai a vedere lo è, anche, ma ciò che non mi farà mai smettere di essere un tifoso del Toro, è l’orgoglio, la forza, l’amore per quella maglia che si contraddistingue da tutte le altre maglie del mondo (e Ti faccio notare che ho parlato di maglia, non di giocatori, anche perché sono pochi i giocatori che hanno davvero amato questa maglia). Io tifo per il Toro, perché sono ORGOGLIOSO quando vince, perché quando perdiamo la FORZA mi fa sperare, perché AMO questo colore..........tutto questo è solo il TORO !!!! Questo è il perché tifo per il TORO........ FVCG

Fabrizio Vogliazzo

Premetto che sono nata a Vicenza e vivo da 20 anni a Ivrea. Io amo il calcio da sempre, sono più sportiva che tifosa. Ma andiamo al dunque, 12 anni fa incontrai il mio compagno, tifoso/ultra del Toro e non lo capivo, lo guardavo quanto si arrabbiava quanto ci stava male per questa squadra e io gli domandavo perché te la prendi così? Allora lui prese i libri, i CD e tutto quello che trovava che riguardava il Toro e mi insegnò la storia di questa squadra...certe volte mi interrogava.  Iniziai a capire che se sei del Toro non puoi solo simpatizzare, tientra dentro nel cuore. Mi fece vedere il Grande Torino, Meroni finoalla finale non persa con l'Ajax per capire il tremendismo granata.Quando il Toro è tornato in Europa siamo andati a Bruges e ho visto econosciuto il popolo granata, poi solo lui è andato a Bilbao e mimandò una foto a fine partita con le lacrime agli occhi perl'impresa. Ad oggi non riesco a dire tifo Toro, sono d'accordo che granata si nasce che è una fede, ma ringrazio il mio compagno che mi ha fatto conoscere e amare questa squadra.

PS ho visto e conosciuto ultras di tante squadre ma il tifoso del Toro è unico.

Vera

 

Un ingannevole fantasia, un pensiero orgoglioso. Non può che non essere umiltà quel brillio nei nostri occhi. Le mani sul viso, arrese dinnanzi ad un’altra disfatta, l’arrogante promessa di non tornare più. La voce che non resiste lontano dagli spalti, le bandiere che in cielo s’alzeranno comunque. Quell’attesa inquieta di ritornare grandi, l’illusione di essere solo in trasferta. Come può essere chiamato solamente calcio, come solamente tifo.

Una tinta ardente, altrettanto impulsiva. Un colore amaro, imbevuto di mitiche leggende. La consapevolezza di essere stati scelti per una vita audace, a tratti arrendevole e l’avido potere di rinascere ogni volta. Quanta asprezza, quale adorazione nei nostri sguardi.

Uno folle sogno d’amore, un’idilliaca dimora nella quale non posso non tornare.

“Domenica non posso, devo tornare a casa”

Camilla Bianchi

Era il 1958, avevo cinque anni e, a quei tempi, abitavo a Chieri. Un giorno fuori di un bar c'era una macchinetta che con 5 lire ti dava una pallina di chewingum e contemporaneamente usciva una figurina di cartoncino di corridori ciclisti o calciatori. Chiesi 5 lire a mio padre girai la manopola della macchinetta e uscì la figurina di una squadra con la maglia rosso scuro con un bordo nero nell'angolo. Chiesi a mio padre che squadra fosse e cosa significava quel bordo nero e lui mi raccontò la storia e la tragedia del Grande Torino. Ecco, da quel giorno è nata in me una passione che non mi ha più lasciato e che ancora oggi mi provoca sempre forti emozioni. Più di una volta nella vita, il Toro mi ha dato la forza di andare avanti. Il Toro è anche questo: un compagno di vita. Abitando a Genova da 50 anni e più ogni volta che mi chiedono "per quale squadra tifi?" e io rispondo "Torino!" quasi sempre mi guardano un po' strano e subito mi chiedono: "Perchè?". Ormai ci sono abituato. Li perdono perché loro non sanno.

Riccardo Tonello

Io sono del Toro grazie a mio zio che mi ha contagiato fin da piccolo. Sono del Toro perché per me non può essere altrimenti, da sempre sono convinto che il Toro è un modo di essere. Sono passato (come tanti di noi), da momenti indimenticabili perché felici (semifinale Toro-Real, il Toro-Albinoleffe della rinascita), e da momenti indimenticabili per altri motivi (una retrocessione a caso, il rigore di Cerci). Ma capisco la bellezza di essere del Toro quando incontro il papà di un mio amico granata, anche lui tifoso del Toro, al quale si illuminano gli occhi solo  a dire “e il Toro?”, e il saluto con il quale ci lasciamo è l’essenza del perché sono del Toro: “Sempre Forza Toro” mi dice lui, "Sempre" gli rispondo io…..Sempre.

 Fabrizio