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Edera cresce

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Sotto le granate / La nostra Maria Grazie Nemour ci racconta la cavalcata del giovane granata sino alla prima squadra
Maria Grazia Nemour

Ed Edera cresce. Da sempre nel Toro, cresce.

Protagonista del vivaio, è un continuo accelerare sui tempi, fin da bambino: gioca nelle Giovanili e viene convocato negli Allievi. È il 2013 e la chiamata è quella degli Allievi Nazionali. È il 2014 ed eccolo in Primavera a ricoprire il posto che era stato di Aramu, un altro precoce, promosso nella B. Soddisfazioni per Longo che, finito di intagliare una pietra preziosa, ne prende subito in mano un’altra. Lavoro, lavoro, lavoro perché Longo, insieme all’attacco, vuol far crescere in Edera la fase difensiva e la solidità psicologica di chi ha una partita intera da giocare, con la convinzione di essere sì, più giovane dei compagni, ma non meno determinato.

Edera ha il talento non indifferente di chi riesce a chiudere la partita se non addirittura il gioco: suo il gol che nel 2013 porta i giovani del Toro in semifinale nel torneo Maggioni-Righi (vinto!) e suo il rigore che incorona la Primavera del Toro, Regina 2016. Pensi a Edera, e il primo pensiero corre lì, a quel rigore.

Un’altra accelerata ed è pronto a giocare in Lega Pro, Edera, nel Parma.

A luglio Miha gli misura la temperatura e lo convoca a Bormio, gli mostra il campo – dai, gioca. Ed Edera segna nell’amichevole contro l’Huddersfield. Miha sorride.

Al Toro, in questo momento, servono esterni offensivi e magari non bisogna andare lontano a cercarli, in casa potrebbero esserci già.

L’autunno che tra un mese arriverà, potrebbe lavorare per far più possente il fisico asciutto di Edera, renderlo più adatto agli scontri con i pilastri che difendono la serie A. Potrebbe lasciare Edera in panchina a guardare tanto Toro, l’autunno, lasciandogli il tempo di acquisire strategie, movimenti e accelerazioni. L’autunno potrebbe essere la stagione migliore per far crescere la fame di Edera, la capacità di diventare determinante.

Edera cresce, ed è tutto Toro!

Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.

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