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L'editoriale

Elogio di Koffi Djidji

Genoa-Torino
Si sentiva in colpa quando non poteva giocare dopo il rinnovo, nelle prime due partite da titolare ha annullato Kvara e Gudmundsson: difensore largamente sottovalutato
Gianluca Sartori Direttore 

Ad avercene di uomini e giocatori come Koffi Djidji. Nel Toro che a Genova ha portato a casa il decimo clean sheet stagionale, confermando di avere una solidità difensiva su cui si può e si deve costruire qualcosa di buono, spicca soprattutto la prova del difensore francese. Nelle prime due gare da titolare dopo quattro mesi di assenza ha annullato prima il miglior giocatore della scorsa Serie A, Kvaratskhelia, e poi il giocatore che più ha creato occasioni da gol nella prima metà dell’attuale campionato, Gudmundsson.

Succede spesso che alla prima partita dopo una prolungata assenza un calciatore possa fare bene, ma alla prova successiva altrettanto spesso si assiste a un calo fisico e mentale. Non è stato così nel caso di Djidji, un difensore che conferma di essere molto sottovalutato, pensando che c’era chi un paio di anni fa lo sbertucciava per aver causato un paio di calci di rigore.

Di questo ragazzo alla sesta stagione consecutiva al Toro si può dire ogni bene sul piano tecnico ma anche su quello morale. Fermato da una acuta forma di pubalgia dopo aver firmato il rinnovo annuale, aveva confessato di sentirsi in colpa per non poter mettersi a disposizione di Juric. Incoraggiato da staff e squadra, ha stretto i denti e ora sta dimostrando che ha fatto bene il Torino a puntare su di lui. Auspicando che i guai fisici ora stiano alla larga, Juric ha ritrovato un puntello fondamentale per le sue caratteristiche nel contesto di una difesa che già senza Djidji aveva reso molto bene. Il contratto del classe 1992 è in scadenza a giugno, c’è ancora qualche mese per le riflessioni del caso ma se fossimo nel club granata faremmo di tutto per tenerci stretto un giocatore e un uomo così affidabile.

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