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columnist
Ebbè, se da anni non vinciamo l’Empoli quando ci viene a trovare a casa, sarà così, che è impenetrabile. Uno squadrone.
Oppure siamo noi, in difetto, perché l’Empoli stasera torna a Firenze soddisfatto, ci credeva poco in questo pareggio e invece.
Un primo tempo tutto di corsa, dove il Toro crea mezze occasioni che però non centrano o non bucano la porta. Un secondo tempo che risente dello sforzo del primo, alla ricerca di acqua e zucchero per continuare a correre.
Quanti i chilometri macinati dalle gambe di Boyè e Martinez? Falque si muove pure lui ma non arriva a nulla, vien voglia di spingerlo a guardarlo, vien voglia di urlargli: saltalo e scappa via per una volta!
Acquah porta a spasso per il campo la sua potenza e non dispiace quasi mai. Proprio come Obi, che ha saputo leggere piuttosto bene la partita: sempre al posto giusto col piede giusto. Forse era meglio tenerlo in campo fino alla fine, il cambio con Baselli non ha aggiunto nulla.
Entra Barreca al posto dell’infortunato Molinaro e, se non brilla di luce propria, neanche sfigura. È la sua prima apparizione in campionato, e va bene così.
Nel pomeriggio prima pioviggina, poi esce il sole e si fa il giro dello stadio, segno che il tempo passa e il gol non arriva. Né il nostro, né il loro, che nella ripresa costruiscono un paio di occasioni.
Uno zero a zero che non fa sorridere, perché il Toro lo sa, l’Empoli non è impenetrabile e non è uno squadrone.
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