Ora la parte difficile sarà riannodare i fili col passato. Il nuovo Filadelfia è come un bambino che non sa camminare e parlare e al quale occorre insegnare tutto da zero. Ci dovrà pensare la squadra a trasformarlo nella sua tana, nel centro nevralgico della propria attività quotidiana. Dovrà viverlo non come un luogo di lavoro dove si va, si fa la prestazione e poi si torna a casa, ma più come un rifugio dove sentirsi professionalmente al sicuro, un monastero dove assorbire concentrazione e inspirazione, una piazza dove incontrare i propri amici e conoscenti con i quali fa piacere passare del tempo. Allo stesso modo i tifosi si dovranno riabituare a non fare solo i tifosi. Dovranno sostenere i giocatori, fargli percepire affetto e vicinanza (che non significa “spillare” selfie e autografi approfittando del clima familiare!), trascendere dalla dicotomia vip/fan per cercare di crearne una più intima, possibilmente sullo stesso livello: persona/persona. E nell'era dei social, della privacy e dello stalking non sarà per niente un’impresa semplice…
Insomma, il mezzo ora c'è, il tempio è stato riaperto ed una ferita e’ stata ricucita. Ora ci vuole tanta buona volontà per utilizzare il Fila al meglio. A cominciare da una cosa che non ho capito: perché la Primavera giocherà al Fila, ma non si allenerà lì? Mi pare un enorme controsenso che non fa da buon viatico ad un “ritorno alle origini”. I ragazzi della Primavera devono vivere a stretto contatto con la prima squadra altrimenti come possono sviluppare dentro di sé quel desiderio di poter fare il salto dall'altra parte? Vedere quotidianamente i “grandi” , parlargli, potersi saltuariamente allenare con loro non è forse la maniera migliore per coltivare un sano senso di emulazione e di voglia di arrivare? Uno dei tanti prodigi del Fila che fu da traslare nel Fila che sarà.
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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