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columnist
Ebbene sì, il giorno dell'inaugurazione è arrivato. Dopo 20 (scandalosi) anni di erbacce e ruderi, è risorto il tempio della fede granata; finalmente quel luogo ha di nuovo la sua dignità. La tifoseria granata torna ad avere un cuore pulsante, un posto quasi magico dove conta solo il cuore Toro e dove i giovani possano rendersi conto di cosa voglia dire indossare questa maglia. Per quanto la vicenda possa non aver convinto tutti al 100% per vari motivi quali la difficoltà a reperire i fondi, l'incompletezza di alcune parti del progetto, o più semplicemente, per semplici ragioni estetiche (la scritta incriminata su tutte) è innegabile che qualsiasi tifoso del Toro, anche il più negativo, anche quello a cui proprio questo centro sportivo non piace nemmeno un po', ieri, entrando su quella tribuna ha dimenticato tutto e ha provato un emozione grandissima, un senso di appartenenza che non si può descrivere a parole.
Ed è quello che è successo anche al vostro psicologo, infatti, come era giusto che fosse, ieri ho chiuso lo studio per un paio d'ore e mi sono recato all'inaugurazione. Mentre mi avvicinavo a via Filadelfia ero piuttosto spensierato e distratto: tra me e me pensavo che tanto l'avevo già visto da fuori mille volte durante i lavori e che ci ero stato tantissime volte da bambino quando mio zio mi portava agli allenamenti (anche se ero piccolo qualcosa me lo ricordo ancora); cosa poteva essere entrarci un'altra volta? E invece man mano che mi avvicinavo sentivo aumentare il battito cardiaco e sentivo quasi una sorta di tensione. Tensione che, durante i 20 minuti di coda sotto il sole, è andata aumentando sempre di più, fino al momento di salire la scala di accesso alla tribuna. Non riesco a descrivere cosa ho provato di preciso in quel momento; c'era un misto di gioia nel riavere una cosa “mia”, di rabbia perché in questa città, noi (e solo noi) dobbiamo lottare anche solo per poter esistere, di rivalsa per tutte quelle volte che in questi 20 anni ci son passato davanti e ho dovuto vederlo in quello stato obbrobrioso e di mille altre emozioni che a parole non si possono descrivere. Penso che sia stato uno dei momenti legati al Toro più emozionanti della mia vita. Non sarà molto, ma si sa, a noi tifosi del Toro bastano queste piccole cose per emozionarci.
Ebbene sì, ora possiamo finalmente dirlo cari pazienti: SIAMO A CASA!
Alla prossima dal vostro Psicologo del Toro!
Laureato in Economia, gestisco un negozio di caffè che trasformo clandestinamente in uno studio in cui esercito la professione di psicologo dedicato ai miei compagni di tifo; 30 anni, da 24 abbonato in maratona ho imparato a comprendere il comportamento di ogni singolo fenotipo di tifoso del Toro e mi diverto ad analizzarlo. Al quinto anno sulle colonne di TN, ecco a voi lo Psicologo del Toro!
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