Abbiamo - tifosi, allenatore e squadra - l'obbligo di crederci fino in fondo. Mai come in questa stagione gli scenari che danno accesso all'Europa sono tutti da definire. Alla luce dei recenti risultati nelle coppe, l'ottavo posto offrirà quasi sicuramente un pass continentale, ma non è escluso che anche la nona posizione possa fare altrettanto. Una vittoria della Roma in Europa League o della Viola in Conference aprirebbe nuovi spazi, ed il Toro deve essere nella posizione giusta per approfittarne. Bisogna imparare dall'amara lezione dello scorso anno, che ci ha visto perdere il treno della Conference per tre soli punti a vantaggio della Fiorentina. Il percorso della Viola, poi arrivata alla finale, accresce il rimpianto per l'occasione gettata, perchè i gigliati sono si' leggermente superiori in termine di organico, ma il Toro avrebbe potuto fare un cammino non dissimile in Europa. L'errore – enorme – in qual caso è stato non premere sull'acceleratore fino in fondo, fino all'epilogo inglorioso della sconfitta con un Inter senza stimoli e con la testa alla finale di Champions. Per non ripetere lo steso grossolano sbaglio, è necessario unire le forze e dare il massimo in questo finale di campionato.
GRANATA DALL'EUROPA
Fino in fondo
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Da tifosi, dobbiamo tapparci le orecchie davanti alle tante – troppe – prefiche che spesso si affollano intorno al Toro solo quando le cose prendono una piega negativa e che innalzano in anticipo tragici lai. In tanti – troppi – hanno già provato a bollare la stagione come fallimentare e si affannano a certificare la fine dell'avventura di Juric in granata, alla luce di non meglio precisate certezze che traggono da non si sa bene dove. Questo è invece il momento in cui da tifosi è necessario sostenere la squadra anche quando i risultati non arrivano.
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Dopo le quattro partite in cui abbiamo raccolto solo due punti, tanti sostenitori e commentatori hanno dato per spacciata la nostra rincorsa europea, salvo poi ricredersi dopo la partita di Udine. Questo modo di vedere le cose è figlio di un approccio distorto e basato solo sul risultato finale delle gare. A guardare le quattro partite in questione, era invece evidente che il Toro di quest'anno ha le carte in regola per giocarsela fino in fondo. Un tale pessimismo è perfettamente giustificabile da parte di quei tifosi che da venti anni vedono deluse le loro aspettative e restano freddi e sospettosi davanti ad una società che continua ad ignorare i valori e la storia del Toro. E' meno accettabile invece da parte di chi è chiamato ad analizzare e commentare – in modo professionale – il percorso della squadra. Anche se non si puo' parlare al momento di una campagna anti-Juric, i primi segnali di tiro al mister cominciano ad apparire sia su Internet che su una parte dei media. Sarebbe uno sbaglio madornale dare seguito a queste voci e illazioni in un momento cosi' delicato, anche perchè il futuro del mister – come lui stesso ha chiarito a piu' riprese – dipenderà dal piazzamento a fine stagione. Da parte della società l'apertura a continuare insieme resta palese, anche perche' l'effetto Juric si sente in tutti i settori. La rivalutazione di molti giocatori (Buongiorno e Bellanova in nazionale sono tutta farina di Ivan) è figlia di un'etica ferrea del lavoro e di una serie di miglioramenti che hanno già fatto compiere un salto di qualità non solo in termini di rosa, ma anche di strutture e professionisti al servizio della squadra. Il valore aggiunto di Juric per il Toro è innegabile, e sarebbe un disastro buttare a mare tutti i progressi fatti in questi tre anni in nome di una smania di cambiamento che – come il passato testimonia con chiarezza – costringerebbe a ripartire da zero o quasi, facendo della prossima stagione l'ennesimo laboratorio messo in cantiere per l'ennesima volta dall'ennesimo allenatore. I fantastici tifosi del Toro a Roma, Napoli e Udine hanno dato l'esempio di come si sostengono i colori granata, applaudendo prestazione e impegno. A noi tutti seguire il loro esempio e crederci fino in fondo, ignorando e sopendo quei fumi negativi che spesso si alzano – o vengono alzati - intorno al Toro e che rischiano di dividere e di farci perdere di vista l'obiettivo comune: aiutare in tutti i modi il Toro ad arrivare il più in alto possibile.
Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore.
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