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TURIN, ITALY - JANUARY 07: Nikola Vlasic of Torino FC celebrates scoring his team's second goal with teammates during the Serie A TIM match between Torino FC and SSC Napoli at Stadio Olimpico di Torino on January 07, 2024 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Se la partita con la Fiorentina aveva spento l'entusiasmo dei tifosi, facendoli ripiombare in incubi già vissuti lo scorso anno (si giocano bene le gare spartiacqua ma non si segna e si perde dopo l'80mo minuto), la gara con il Napoli ha risollevato il morale in vista della seconda metà del campionato. Le due partite rappresentano bene il Toro a due facce di questa prima metà di stagione. Da un lato c'è una squadra incompleta e senza mentalità vincente, capace di stare bene in campo ma soggetta agli umori e agli errori dei singoli e votata a perdere appena avversari più determinati aumentano la pressione. Dall'altro una squadra ordinata e compatta, che ha saputo assorbire il passaggio alle due punte e che in difesa ha trovato un assetto equilibrato ed efficace. Inutile dire che questo andamento da Dr. Jeckyll e M. Hyde ha profondamente provato i tifosi, che, non dimentichiamolo, vengono da anni di aspettative deluse, di percorsi di crescita mai avviati e di diffidenza davanti ad una società che non ha mai davvero voluto annodare un rapporto profondo con la tifoseria, partendo dalla cultura e dalla valorizzazione del passato, delle radici e dei valori granata. A migliorare le cose ci ha pensato il buon andamento casalingo della squadra, che ha finalmente riportato il Grande Torino ad essere un fortino granata, e non terra di allegre scampagnate per le squadre ospiti. Si tratta di un aspetto fondamentale per i sostenitori, e di uno dei motivi per cui tra questa squadra e i tifosi non era ancora sbocciato quell'amore la cui mancanza Juric ha spesso lamentato. Credo che il mister abbia capito che prima di chiedere affetto e sostegno, bisogna dimostrare di meritarlo, innanzi tutto offrendo ai tifosi quello che si aspettano allo stadio: garra, grinta, voglia di vincere, capacità di non mollare. Parte del merito del cambiamento a cui abbiamo assistito tra un inizio di stagione moscio e una seconda parte più pimpante, va riconosciuto alla Maratona. La contestazione, pacifica e ragionevole, era ampiamente giustificata e ha dato i suoi frutti, spronando mister e giocatori e chiarendo cosa si aspetta chi ha a cuore le sorti del Toro. Bravi Juric e giocatori a recepire il messaggio e a rispondere sul campo.
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L'analisi del giro di boa sarebbe incompleta se non si menzionasse la lunga e orrorifica serie di errori arbitrali che ci hanno fortemente penalizzato e che hanno comportato l'uscita anticipata dall Coppa Italia. Il 30 punti sarebbero stati alla nostra portata senza i grossolani errori arbitrali (riconosciuti dal designatore capo) che hanno portato alla sospensione dei direttori di gara. Il gol annullato e il rigore lampante negato con il Monza e il secondo giallo ad Oyono nella sfida con il Frosinone (solo per citare gli esempi più lampanti) valgono punti che avrebbero dato ben altro significato al girone d'andata. I recenti strafalcioni in gare tra altre squadre confermano che non siamo le uniche vittime di un contesto arbitrale inadeguato, che va profondamente riformato, a partire dall'uso della VAR che deve aprirsi anche alla chiamata degli allenatori, seguendo gli efficaci modelli di altri sport. Alla luce degli ondivaghi risultati del girone d'andata, viene da chiedersi cosa ci si puo' aspettare dalle prossime 19 giornate.
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Se si segue un modello statistico è chiaro che non ci si puo' fare illusioni. L'attuale media di circa 1,4 punti a partita ci porterebbe a quota 54; un risultato che varrebbe al massimo il nono/decimo posto, non sufficiente per andare in Europa (anche tenendo conto che difficilmente si ripeteranno situazioni come quella che hanno portato la Viola in Conference con l'ottava piazza). Ci sono pero' due dati che mantengono acceso un lumicino di speranza: se si considerano le ultime undici gare (ossia quelle disputate con il nuovo modulo a due attaccanti) la media punti sale a 1,9 (superata solo da Inter e Juve). A corroborare questa tendenza positiva contribuiscono anche i numeri delle reti subite e delle partite senza prendere gol, che fanno del Toro la quarta migliore difesa del campionato. In conclusione, le montagne russe della prima metà di stagione lasciano comunque in eredità la speranza di potersi giocare qualcosa in più di un piazzamento a metà classifica. Molto dipenderà dalle prossime cinque gare, che ci vedranno confrontati a Genoa, Cagliari, Salernitana, Sassuolo e Lecce. Se si uscirà da questa cinquina di scontri a velocità lanciata, allora potremo davvero sperare in un finale di stagione alla ricerca dell'Europa che tutti aspettiamo da tanto, troppo tempo.
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Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore.
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