granata dall’europa

Buongiorno capitano

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Un nuovo appuntamento con la rubrica “Granata dall’Europa”, a cura di Michele Cercone

Non so quanto tempo sia passato dall’ultima volta che un ragazzo del Filadelfia ha indossato la fascia di capitano. A memoria penso sia stato Balzaretti, prima del fallimento. Ricordo doloroso per fortuna cancellato ieri dall’attribuzione della fascia a Buongiorno nella prima uscita della stagione. Oltre ad essere un granata vero, Alessandro incarna valori che ne fanno un esempio per tutti i calciatori in erba (granata e non). Perseveranza, dedizione al lavoro e umiltà lo hanno portato ai vertici del Toro e all’esordio in nazionale. Diversamente da troppi coetanei, Buongiorno in questi anni non ha trascurato gli studi, dimostrando che la carriera da calciatore professionista e una laurea in economia aziendale non sono incompatibili. È quindi un vero piacere vedere il Toro rappresentato da questo ragazzo che tutti speriamo sia destinato ad ispirare per lunghi anni i piccoli (e grandi) garanta. Certo, altre squadre hanno capitani o giocatori di spicco delle star strapagate che attirano articoli e click, ma il denominatore comune è sempre la ricerca spasmodica di fama e denaro, in una spirale spesso distruttiva che ha di fatto portato alla fine delle ‘’bandiere’’ nel calcio. Per Buongiorno invece una delle priorità dopo un anno coronato di successi è stato rinnovare il contratto con il Toro, ed il primo pensiero è stato abbracciare tutti i tifosi. Vedere ieri alla guida della squadra questo cuore granata cresciuto nei vivai e innamorato dei nostri colori è stata una vera emozione, e speriamo che sia solo l’inizio di una lunga avventura. La parabola di Alessandro serve anche a mettere sotto i riflettori l’importanza delle squadre giovanili, che per il Toro devono essere molto più che più un investimento per future plusvalenze. In un calcio stereotipato e di plastica, dove tutte le squadre finiscono per assomigliarsi, il vero investimento è lavorare sui valori e sull’unicita’, coltivando l’entusiasmo dei giovani e abbinandolo alla passione per quello che il Toro rappresenta. Il lavoro della società in materia di giovanili è di difficile lettura. Se da un lato negli ultimi anni alcuni giocatori della primavera hanno raggiunto la prima squadra (Buongiorno, Singo, Gemello, ora Gineitis), dall’altro l’assenza di programmazione e di investimenti è palese. Le giovanili sono disperse nell’hinterland torinese, con la Primavera esiliata addirittura a Biella. La storia infinita del Robaldo continua a trascinarsi stancamente da anni senza che se ne veda la fine. Le recenti partenze di Benedetti, Asta e Di Sarno creano dubbi sulla capacità dei nuovi responsabili delle giovanili di trasmettere l’identità e i valori granata. Cairo ha riconosciuto recentemente che il futuro del Toro passa dai giovani. Bisogna quindi seguire l’esempio delle società più lungimiranti (Empoli e Atalanta solo per citarne alcune). In comune queste società hanno mostrato negli ultimi anni la capacità e la voglia di concentrare investimenti su professionisti, infrastrutture e scouting. Speriamo che l’esempio di Alessandro Buongiorno convinca anche il Torino che fare il passo definitivo in questa direzione sia indispensabilé per il nostro futuro, tanto più  che il modello da seguire l’abbiamo lanciato proprio noi. Quando si parla con i responsabili delle giovanili di successo una delle stelle polari è infatti la storica Primavera del Toro di Sergio Vatta. Paradossale che da riferimento nazionale per le squadre giovanili, ora il Toro si trovi a dover imparare dai suoi imitatori. Speriamo che l’atteggiamento ondivago della società lasci posto a un impegno chiaro e irrevocabile. Cairo ha promesso ai tifosi di terminare il Robaldo e di riportare la Primavera a Torino: alle parole ora facciano seguito i fatti. Nel frattempo Buongiorno capitano!

Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore. Mi esprimo a titolo esclusivamente personale e totalmente gratuito.

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