Grazie

Come finirà la stagione lo sapremo solo alla chiusura dell'ultima giornata. Quello che però sappiamo è che a Juric e ai giocatori possiamo già dire grazie. I tifosi chiedevano un finale di campionato battagliero e arrembante, e sono stati accontentati. Finalmente abbiamo rivisto un Toro di cui andare fieri. Non solo per l'aggressività e i ritmi altissimi delle prestazioni, ma anche per le qualità tecniche e tattiche emerse, anche grazie al grande lavoro di Juric e del suo staff. Si sa che il mister è tra gli allenatori più capaci di far crescere i suoi giocatori. Se la scorsa stagione sembrava aver ternito un poco questa fama, il campionato che sta per concludersi illustra bene questa sua qualità. A fine luglio scorso pochi avrebbero scommesso su un buon piazzamento finale della (non) squadra (non) assemblata dalla società. Lo scontro Juric-Vagnati aveva certificato la frattura tra l'allenatore e la società in materia di mercato, prospettando una stagione da tregenda.

Dieci mesi dopo siamo qui a giocarci un ottavo posto che profuma d'Europa, con una squadra che ha imparato a vincere e che settimana dopo settimana ha mostrato di saper superare anche i limiti strutturali imposti inizialmente da un organico eterogeneo, incompleto e zeppo di scommesse. Juric non ha solo fatto il fuoco con quello che ha trovato, ma é stato anche capace, nel tempo, di trasformare legna da ardere in legname pregiato. Anche la voglia e la capacità di vincere sono maturate di gara in gara, creando le condizioni di un finale di campionato in crescendo, che senza la vergognosa direzione di gara col Monza ci vedrebbe già con un piede e mezzo in Europa. Siamo tutti convinti che la squadra farà il massimo per per portare a casa l'ultima gara, ma Juric i giocatori devono sapere che si tratta di un dettaglio.

Per i tifosi del Toro i risultati sono certo importanti, ma il popolo granata apprezza ancor di più l'impegno, la voglia e la capacità di dare tutto per andare oltre i propri limiti. Questi ragazzi sotto la guida di un ottimo allenatore hanno fatto proprio questo. Hanno dato sempre tutto, si sono migliorati oltre le aspettative e hanno onorato la maglia. La loro qualità migliore è stata la capacità di non arrendersi anche quando i risultati non arrivavano e di continuare a lavorare a testa bassa in allenamento. Bravo anche Juric a cambiare lo scenario e a uscire allo scoperto fissando obiettivi ambiziosi.

Il vero scatto la squadra lo ha fatto quando il mister si è smarcato dalla narrativa imbelle del ''questo è il massimo che possiamo fare'' (tanto cara alla società) ed ha indicato nell'ottavo posto l'obiettivo della stagione. Spostare verso l'alto l'asticella delle ambizioni ha aumentato l'autostima dei giocatori e ha dato un'utile sferzata all'ambiente. Questi ragazzi meriterebbero davvero di poter festeggiare – insieme ai fantastici tifosi che non hanno mai smesso di sostenerli – un piazzamento che apra le porte dell'Europa. La gara con l'Inter ci dirà se sarà così. Comunque finisca, hanno già guadagnato il plauso dei sostenitori granata.

Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore.

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