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I limiti
In una stagione del genere sarebbe ingiusto rimarcare i limiti della squadra e dell'allenatore. Nel complesso abbiamo giocato un campionato all'altezza delle aspettative, e credo che la classifica attuale rispecchi le possibilità della rosa. Restare lì fino all'ultimo a battagliare per l'ottavo posto è probabilmente il massimo che si potesse fare. Bravo Juric a tenere sempre sul pezzo i giocatori e bravi i ragazzi a mettere in campo tanto impegno e spesso anche tanto cuore. Si possono perdonare a tutti le disattenzioni e le ingenuità che ci sono costate punti purtroppo pesanti. I tifosi si aspettavano una crescita rispetto allo scorso anno, e la crescita è indubbia. Siamo diventati di partita in partita più squadra, e la crescita esponenziale di alcuni giovani fa davvero ben sperare. Un plauso e un tributo soprattutto a Buongiorno, che ad oggi penso meriti la palma di miglior giocatore della stagione. Anche il mister ci ha messo molto del suo per tenere la rotta ed ha dimostrato di sapere bene quello che vuole in campo. Si possono obiettare forse delle scelte poco felici e tempestive nei cambi e nella rigidità del modulo, ma bisogna anche tenere conto di chi aveva in panchina e dei tanti, troppi, infortuni che hanno sistematicamente bersagliato i giocatori più in forma nelle varie fasi della stagione.
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Se i limiti di Juric e dei ragazzi possono e devono essere ampiamente perdonati, imperdonabile è invece l'approccio a questa stagione della società. Se di occasione mancata si può parlare in rapporto a degli obiettivi europei, la responsabilità è solo e soltanto delle scelte scellerate della campagna acquisti estiva. Smantellare la squadra della scorsa stagione senza avere delle alternative già pronte ha di fatto costretto ad una partenza ad handicap. I giorni di ritiro (che Juric ha sempre indicato come cruciali) sono serviti di fatto ad allenare pochissimi titolari e una pletora di giovani della Primavera. Di fatto due mesi gettati al vento, in attesa che il tira e molla sui prezzi permettesse acquisti al ribasso. Ulteriore aggravante è il fatto che la vendita di Bremer avrebbe lasciato un buon margine per piazzare almeno gli acquisti per formare l'ossatura della squadra. Alla fine dell'estate Juric si è trovato invece con una formazione squilibrata, incompleta e con pezzi sparsi da assemblare in brevissimo tempo. Purtroppo niente di nuovo sotto il sole, dato che il modus operandi è sempre lo stesso da decenni, e naturalmente i risultati che ne conseguono sono egualmente sempre gli stessi.
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Ora c'è da finire al meglio le ultime due giornate, magari sperando in un piccolo miracolo che permetta ancora di acciuffare l'ottavo posto. Che arrivi o meno non cambia la valutazione positiva della stagione dell'allenatore e dei giocatori. Quello che cambia invece è il fatto che stavolta una base di fondo per la squadra dell'anno prossimo c'è. Ci sono anche dati di fatto chiari e incontrovertibili su dove intervenire. Vediamo se anche stavolta, per l'ennesima volta, la società riuscirà nell'impresa di interrompere un percorso di crescita che stavolta sembra davvero avviato. Scuse, giustificazioni e chiacchiere sono davvero terminate. I limiti del Toro sono troppo spesso auto-imposti dalla società, ed è ora di superarli con una campagna acquisti degna di Juric, dei ragazzi e soprattutto dei fantastici tifosi che continuano a sostenere ed accompagnare il Toro.
Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore. Mi esprimo a titolo esclusivamente personale e totalmente gratuito.
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