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TURIN, ITALY - MARCH 30: Duvan Zapata of Torino FC is challenged by Roberto Gagliardini of AC Monza during the Serie A TIM match between Torino FC and AC Monza at Stadio Olimpico di Torino on March 30, 2024 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
La vittoria con il Monza permette di restare nel gruppone di squadre che possono coltivare reali ambizioni europee. Il finale di stagione si annuncia complicato, con cinque gare su otto da disputare contro avversarie meglio attrezzate, ma la squadra vista nelle ultime quattro uscite permette di sperare che ogni partita verrà combattuta fino all'ultimo e con il giusto spirito Toro.
Il gruppo dimostra di essere compatto, e l'impegno collettivo permette di palliare molti dei limiti tecnici e tattici che hanno invece zavorrato l'inizio di stagione. Juric ha la piena fiducia dello spogliatoio, e tra i suoi molti meriti spicca quello di aver saputo proteggere la squadra da chi non era pienamente coinvolto nel progetto e ne minava la stabilità. La partenza forzata di Radonjic ha fatto storcere il naso ad alcuni tifosi, ma va detto che ha riportato calma e certezze negli spogliatoi. Anche gli arrivi di gennaio - richiesti o avallati dal mister - si sono rivelati azzeccati e hanno offerto un apporto in cui pochi avrebbero sperato. Lovato - pur tra luci ed ombre - ha permesso di attutire l'assenza di Buongiorno. Masina non ha fatto rimpiangere Rodriguez calandosi da subito nei meccanismi del reparto difensivo. Okereke (al contrario di Seck e Karamoh) offre una valida alternativa per far respirare un Sanabria evidentemente limitato dagli acciacchi fisici. La panchina, più in generale, si e' dimostrata all'altezza della situazione, sopperendo ai numerosi infortuni che hanno afflitto il Toro. Anche l'assenza di Ilic - che deve decidere in fretta cosa vuol fare da grande - non si è praticamente avvertita grazie ad un Gineitis in grande spolvero, che a sua volta è stato rimpiazzato con il Monza da un Linetty sempre disponibile e disciplinato. Se si guardano nell'insieme le assenze forzate, la posizione di classifica acquista ancora maggior valore, e il lavoro di Juric si rivela in tutta la sua qualità.
Si può star sicuri che un allenatore ed una squadra capaci di superare cosi' tante difficoltà daranno il massimo per finire il più in alto possibile, soprattutto se sostenuti dal tifo magnifico che nelle ultime gare - in casa e fuori - ha dimostrato come i granata sappiano apprezzare chi riempe la maglia di cuore, muscoli e sudore, al di la' dei risultati. Comunque vada a finire il campionato, Juric ed i suoi ragazzi hanno già dimostrato di meritarsi gli applausi e la riconoscenza dei supporter, e non solo per la combattività e la garra, che pur sono elementi fondamentali in chi indossa la casacca granata. Squadra ed allenatore hanno dimostrato la bontà di un progetto che - pur tra alti e bassi - da tre anni a questa parte ha fatto fare al Toro - inteso come compagine e come società - un notevole salto di qualità. Gli investimenti fatti su giovani di qualità stanno pagando: Bellanova, Ricci, Schuurs e (anche se in ritardo) Ilic rappresentano basi già solidissime su cui costruire il futuro. Aver pescato dal nostro vivaio la rivelazione dell'anno rende ancor più' prezioso lo scintillio di Buongiorno, e evidenzia quanto sia stata insensate la scelta di mettere sul mercato un fuoriclasse, che senza i suoi profondi valori granata, oggi sarebbe il nostro più grande rimpianto. Speriamo che la lezione sia servita alla società per capire che nel calcio vendere la fede per far quadrare i conti è un pessimo esercizio di contabilità. Insieme ad uno Zapata sempre verde ed ai giovani emergenti come Gineitis, il Toro in questa stagione ha visto crescere un'ossatura che può diventare la base di futuri successi, a patto di non farsi prendere dalla smania - deleteria, come prova il passato - di smantellare tutto in nome delle plusvalenze e della ottusità ragionieristica di chi considera lo scudetto del bilancio l'unico trofeo da perseguire. Lo stesso vale per l'allenatore.
Certo la scelta va fatta in due, e sta soprattutto a Juric decidere se continuare l'avventura granata, ma serve anche uno scatto deciso della società per assicurarsi che i tanti progressi fatti negli ultimi anni non vadano persi. Per una volta c'e l'opportunità di costruire una squadra molto competitiva attorno ai nostri giocatori migliori, affidandola ad un allenatore che ha dimostrato di saper ottenere il massimo dalle risorse a sua disposizione. Non sfruttare questa grande occasione proverebbe che la mediocrità in cui il Toro si è arenato da venti anni a questa parte non è il risultato di una disparità di mezzi e di bilanci, ne' l'ineluttabile destino di chi ''deve saper accettare i propri limiti'' ma piuttosto la cifra stilistica di una società incompiuta, destinata a non imparare mai dai propri errori e a spingere con fatica - come Sisifo - una pietra lungo un ripido pendio, per poi vederla rotolare ineluttabilmente in basso e dover ricominciare da capo.
Con la differenza che a Sisifo la pena era stata inflitta da Zeus, mentre noi tifosi fatichiamo a capire da ormai trent'anni quale divinità abbiamo mai così profondamente offeso da ritrovarci sempre a sperare che qualcosa cambi finalmente per il meglio, per poi vedere le nostre aspettative rotolare lungo il pendio della mancanza di amore e di rispetto per i nostri valori, la nostra storia e la nostra tradizione. Pero', nell'augurare a tutti i lettori di Toronews e a tutti i fratelli del Toro una buona Pasqua - simbolo stesso della rinascita e del rinnovamento - voglio chiudere con il sigillo della speranza e delle fede granata che da sempre fa di noi i più inguaribili ottimisti, proprio perché temprati dalle più aspre difficoltà: ''ex igne fax ardet nova'', perché ogni fine per noi del Toro deve essere anche un nuovo inizio.
Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.
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