La bella e inaspettata vittoria con il Milan mette il Toro in una posizione di classifica tranquilla e gli permette di guardare con una certa serenità ai prossimi impegni. Aver scollinato quota 30 punti fa tirare ai tifosi un sospiro di sollievo, ma averlo fatto a stagione cosi' inoltrata sancisce la condanna ad un campionato senza piu' velleità e stimoli. Come ormai troppo spesso accade, gli errori e le omissioni di inizio stagione zavorrano qualsiasi ambizione e alla fine il Toro scivola inevitabilmente in una mediocrità che è diventata ormai la costante di questa società. Vanoli ha tradotto i pochi puntelli del mercato di gennaio in prestazioni e risultati e quella con il Milan e' soprattutto la sua vittoria. La bella prova con i rossoneri aumenta il rimpianto di non aver potuto verificare in questa stagione quello che l'allenatore granata avrebbe potuto fare se un mercato estivo tempestivo e efficace gli avesse permesso di avviare il suo lavoro già dal ritiro. Il cammino del mister granata è stata segnata da luci ed ombre, ma nel complesso, fino ad ora, l'allenatore ha fatto un fuoco decente con la poca legna che la società gli ha messo a disposizione. Il lungo blackout seguito all'infortunio di Zapata è stato sicuramente dovuto anche alla sua mancanza di esperienza, ma il mister ha saputo tirarsi fuori dalla palude in cui era sprofondato con scelte intelligenti e coraggiose. Gli va riconosciuto la qualità della perseveranza che, unita alla flessibilità nel modulo, ha aperto nuove prospettive di crescita alla squadra.


Granata dall'Europa
La vittoria di Vanoli
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La speranza è che, chiusa questa stagione con il raggiungimento rapido della quota salvezza, Vanoli si possa concentrare sullo sviluppo di un progetto a medio termine, testando soluzioni e giocatori in vista della stagione successiva. Se il trionfo sul Milan e' una vittoria di Vanoli, la responsabilità dell'ennesima stagione mediocre è del modus operandi della società, costantemente caratterizzato da mancanza di lungimiranza, tempestività, strategie di mercato e capacità di scouting. Difficile pensare che il prossimo giro di giostra mercataro possa essere diverso, soprattutto alla luce della rivoluzione che dovrà essere operata in quasi tutti i reparti. In difesa servirebbero titolari al posto di Pederson, Sosa e Walu. Il centrocampo si ridurrà ai soli Casadei e Gineitis. In attacco andrebbe risolto il caso Sanabria e evitato l'errore di non aver un giocatore con le caratteristiche di Zapata. Una società capace approfitterebbe dei prossimi mesi senza veri obiettivi per lavorare a testa bassa con l'obiettivo di dare a Vanoli una rosa completa prima del ritiro. Non esattamente quello che abbiamo visto fare al Torino FC da una ventina di anni a questa parte.
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