Toro News ha il piacere e l'onore di presentare una nuova rubrica di un autore speciale, lo stimato giornalista Michele Cercone, professionista che lavora nei contesti internazionali di più alto livello senza dimenticare mai la passione per il Toro. Un altro autore pregiatissimo che impreziosisce le nostre pagine e che, siamo sicuri, incontrerà il gradimento dei nostri affezionati lettori. Buona lettura
granata dall'europa
Lessico granata (parte prima)
Ogni tifoso del Toro ha il suo personale lessico granata. Parte delle parole e dei vocaboli che lo compongono fanno capo ad esperienze comuni e condivise. Altre cambiano in base all'esperienza personale e si evolvono nel tempo, accompagnando il percorso di ognuno di noi. Questa è la prima parte (per ovvie ragioni di spazio) del mio personalissimo vocabolario granata, fatto delle parole, delle persone e delle espressioni che mi appartengono di più. Sarebbe per me davvero bello poter scoprire e condividere quello dei tanti fratelli granata che seguono Toronews.
A
Ajax.
Come vincere una sconfitta da Toro. Sordo alle chiamate della storia, il destino ha scelto di porre severi pali alla nostra ascesa. La sedia di Mondonico ha trasformato la cronaca in epopea. ''Non un fucile ma un'arma da osteria..'', l'aveva poi definita il Mondo. Di sicuro un gesto che assurge all'epica, come l'ascia brandita dai nativi americani contro i fucili della cavalleria statunitense, o le spade degli ultimi samurai contro i cannoni.
B
Bacigalupo, Ballarin, Maroso….
Atto di fede da recitare ad ogni visita a Superga. Per me, portiere di bassa lega, Bacigalupo era l'eroe fatidico. Le mie parate migliori erano accompagnate dall'auto-cronaca: ''Bacigalupo salva con destrezza…''. I miei amichetti non capivano di cosa parlassi, ma d'altra parte non tutti possono essere cosi' fortunati.
C:
Capitano.
Hanno voglia i tifosi delle altre squadre a fare cori! Di Capitano la storia del calcio ne ha conosciuto solo uno, che la fascia al braccio la porterà finchè resterà anche un solo tifoso granata. Guida schiere d'aracangeli in partite a tutto cielo, e quando si rimbocca le maniche tremano anche le porte del paradiso.
D:
Dossena.
Il dieci ai cui piedi tutto poteva essere affidato. Compasso, goniometro, collante, ma anche fioretto, spada e martello. Nella mia hall of fame di eroi granata (visti in azione) dietro solo a Paolino e Leovegildo. Un vero peccato che non sia mai sceso in campo con la nazionale Campione del mondo nell'82.
E:
Ernest ''Egri'' Erbstein.
Da straniero espulso, ebreo perseguitato e sconfitto, a innovatore visionario, vincente e vincitore. Chi non conosce la storia nella Storia dell'Ulisse granata che fece grande il Grande Torino faccia debita ammenda e legga uno dei tanti bei libri che ne narrano l'epopea.
F:
Filadelfia.
Lo stadio e il museo dell'altra squadra ospitata a Torino vantano sponsor miliardari e miliardi di trofei luccicanti. Vaglielo a spiegare che L'anima e La storia del calcio non sono molto distanti. Vabbè, poverini, lasciamoli ai loro sogni di plastica.
G:
Grugliasco.
Benemerita cittadina che ospita, grazie al lavoro di persone a cui non si potrà mai essere abbastanza grati, il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata. Il fatto che la società non abbia mai preso l'iniziativa e stanziato i fondi per espanderne i contenuti e per garantirne il trasferimento al Fila, è una ferita aperta. Credo che tutti i tifosi rinuncerebbero con gioia a un'intera campagna acquisti, se anche solo parte dei fondi risparmiati andassero a finanziare un luogo dove celebrare degnamente la nostra storia unica e irripetibile. Alla società dei master in contabilità farebbe un gran bene un master in storia e fede granata, che i soldi passano, ma la leggenda resta.
H:
Ho fatto gol…
Gli amanti della serie fantozziana ricorderanno sicuramente Calboni che esulta goffamente marcando la prima rete nella partita scapoli-ammogliati. Per me quell'accozzaglia improbabile di ragionieri e periti funestata dalla nuvola dell'impiegato, ha sempre avuto qualcosa di nostalgico e granata. Sarà che su simili campetti polverosi, con le porte di legno inchiodate male, giocavamo a fare Pulici, Graziani e ''il giaguaro'' in un'enclave del Toro che resisteva nonostante il mondo attorno fosse tutto a strisce.
I:
Invisibili.
Cosi' il calcio contemporaneo vorrebbe i suoi tifosi. Lobotomizzati e seduti dietro a TV e schermi di computer a pagare il canone e far raddoppiare il guadagno sorbendosi massicce dosi di pubblicità. Massima espressione di questa insana tentazione è la Superlega dei potenti, il cui risultato ideale sarebbe estirpare una volta per tutte le ''fastidiose'' radici territoriali e locali del calcio e sostituirle con il tifo di plastica per una qualsiasi multinazionale del pallone. Per chi ama il Toro, un dovere assoluto ribellarsi contro chi vuole strapparci la speranza che Davide prima o poi faccia il mazzo a Golia… (e che gioia quando succede…).
L:
La… Gente…
Inno della storia e della resistenza granata. Una delle esperienze più emozionanti per chi va allo stadio. La quintessenza della Maratona e l'urlo al cielo di chi ha il dovere del ricordo. Da opporre a squarciagola all'ottica ottusa di un Torino FC che spesso sembra incatenato solo a ''cio' che non siamo, cio' che non vogliamo''.
M:
Maratona.
La curva più bella d'Europa puo' aver perso un poco di smalto, ma rimane il sismografo della nostra storia e delle nostre emozioni. Anche in questi anni di contrasti e divisioni, la bussola puo' essere lei e lei sola, e forse è proprio superando questi momenti di difficoltà che si sta forgiando il futuro. Il mio ricordo più intenso: il pianto e gli abbracci con decine di fratelli al gol di Fantini contro l'Albinoleffe. Contro tutto e tutti, c'eravamo ancora. Anche adesso, stanchi e sfiduciati, continuiamo ad essere i templari del calcio e dei suoi misteri.
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