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ROME, ITALY - APRIL 22: Ivan Ilic of Torino FC celebrates a opening goal with his team mates during the Serie A match between SS Lazio and Torino FC at Stadio Olimpico on April 22, 2023 in Rome, Italy. (Photo by Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images)
La vittoria con la Lazio ha riacceso un lumicino di speranza sulla possibilità di qualificarsi per la Conference League. Quale che sia il risultato finale, per il Toro di Juric è un obbligo provarci. La congiunzione astrale per aprire un cammino verso l'Europa è attualmente delle meno favorevoli. Serve il contemporaneo verificarsi di una lunga serie di eventi improbabili: Coppa Italia all'Inter, nuove sanzioni alla Juve, crollo verticale delle prestazioni di Atalanta, Bologna, Fiorentina (e forse anche Sassuolo e Udinese). Eppure, anche se le speranze sono flebili, la squadra deve metterci muscoli, cuore e cervello; Juric deve tenere alta l'asticella delle ambizioni e i tifosi devono mettere da parte dubbi e (legittime) diffidenze. Il cammino del Toro da qui alla fine del campionato sarà infatti determinante anche per le ambizioni europee della prossima stagione. Uno scolorito decimo-undicesimo posto offrirebbe alla società giustificazioni per smantellare ancora una volta la squadra in nome del bilancio, alla ricerca di plusvalenze immediate e riduzione del monte stipendi. La frusta narrativa del calcio vincente ormai solo per i ricchi e del ''solo questo siamo, solo a questo possiamo ambire'' uscirebbe rafforzata da un grigio finale di campionato. Quel poco di entusiasmo che si respira tra i sostenitori granata subirebbe poi un colpo mortale, portando ad una scollatura ancora maggiore tra società e tifosi. Sta alla squadra interrompere questo circolo vizioso a cui ormai rischiamo di assuefarci, e trasformarlo in un circolo virtuoso a base di prestazioni brillanti e di tremendismo granata.
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Anche se non portasse subito all'Europa, un ottavo posto ottenuto battagliando fino all'ultimo, mostrando cuore, polmoni e attributi da Toro sarebbe una cartina di tornasole per capire i piani e le ambizioni della società. Se in questo finale di stagione si cristallizzasse defintivamente lo zoccolo duro di giocatori intorno ai quali costruire un futuro a tinte europee, Juric avrebbe armi più efficaci per evitare la diaspora dei migliori e la società potrebbe convincersi della convenienza (soprattutto economica) di conservare l'ossatura della squadra. Questo al netto di ogni ingenuità su storia e valori granata (suvvia, siamo pur sempre nell'era del Toro dei ragionieri…), ma facendo un semplice calcolo di quanto potrebbe fruttare la valorizzazione anche in Europa di un pool di giocatori ''plusvalenzabili''. Credo che per noi tifosi la strada da seguire sia chiara: bisogna mettere da parte le differenza di vedute e le sacrosante diffidenze sul futuro, e sostenere fino alla fine la squadra. Ha ragione Juric a dire che ci troviamo di fronte ad un paradosso: i giocatori stanno facendo bene nell'insieme, e i risultati sono i migliori da molti anni a questa parte, eppure questo Toro non sembra scaldare i cuori fino in fondo. E' il momento di dare credito e sostegno all'allentore e ai ragazzi: il tempo per l'Europa – presente o futura che sia - è adesso.
Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore. Mi esprimo a titolo esclusivamente personale e totalmente gratuito.
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