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VERONA, ITALY - MAY 14: Nikola Vlasic of Torino FC celebrates after scoring the opening goal during the Serie A match between Hellas Verona and Torino FC at Stadio Marcantonio Bentegodi on May 14, 2023 in Verona, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
Manca poco alla fine del campionato. Tre partite da affrontare con piglio e voglia per chiudere una stagione che ha fatto intravedere qualche spiraglio di futuro. Poca roba, eh, ma di questi tempi meglio farsela andare bene. Almeno non abbiamo dovuto affrontare le sabbie mobili della lotta per la retrocessione e ci siamo risparmiati l'insulsa manfrina di una stagione finita già a marzo. L'ottavo posto è ancora alla nostra portata e sarebbe un buon risultato dopo l'infausto mercato estivo in cui Juric si è visto scippare molti dei giocatori migliori. Che porti o meno in Europa, chiudere all'ottavo posto rappresenterebbe un nuovo inizio e offrirebbe prospettive diverse per la prossima stagione.
Manca poco per fare di questa squadra una formazione davvero competitiva e il merito è soprattutto di Juric. Ha trovato una difficile quadra in difesa, portando Buongiorno e Schuurs a livelli altissimi in un breve arco di tempo. Anche a centrocampo l'arrivo di Ilic – da lui voluto con forza - ha dato l'equilibrio che mancava e ha aperto nuovi spazi per Ricci, che è ormai pronto al salto di qualità. Resta da fare un difficile lavoro sulle fasce, sia a centrocampo che in attacco, nel prossimo mercato. La speranza è che Vagnati e Cairo accontentino Juric con scelte mirate e condivise, evitando possibilmente nuovi contrasti con tanto di video imbarazzanti allegati.
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Manca poco per evitare ad ogni gara di far saltare le coronarie dei tifosi. Più sangue freddo sotto porta, scelte meno frenetiche in ripartenza e soprattutto un giro palla più preciso per addormentare i finali. Sembra che i nostri si vergognino ad andare alla bandierina a due minuti dalla fine per gestire il match. Al contrario, noi proviamo finezze in zone delicate del terreno. Con il Verona Karamoh ha prima tentato un inutile colpo di tacco al novantesimo regalando palla a centrocampo, poi – forse non contento – si è inventato un lancio illuminante su una palla innocua a due minuti dalla fine. Peccato che fosse per gli avversari. Stavolta è stato lui, ma di giocatori protagonisti di simili episodi nei finali di gara ne abbiamo visti tanti, fin troppi direi, e ci sono costati tanti punti. Juric parla spesso di mancanza di 'italianità', ma non spiega come mai uno bravo come lui non riesca a correggere un difetto così eclatante che ci affligge da due stagioni.
Manca poco per far innamorare davvero i tifosi di questa squadra. I ragazzi e Juric stanno dando tanto, ma credo che il problema sia l'andamento in casa e l'eccessivo numero di sconfitte tra le mura amiche. Per i tifosi del Toro il Grande Torino non può e non deve diventare terra di conquista e non si può chiedere sempre a chi va allo stadio di digerire rospi e applaudire la prestazione. Non ricambiare l'amore dei tifosi con vittorie convincenti in casa è uno dei principali punti deboli di questa squadra e non aiuta a superare le legittime diffidenze dei tifosi. C'è da capire che siamo una tifoseria disillusa dalla società e troppo spesso tradita nei suoi valori più autentici. C'è voglia di conferme e non di alti e bassi. Che Juric abbia capito le vere ragioni dei fischi allo stadio è già un buon inizio, ma solo prestazioni da vero Toro davanti ai tifosi di casa possono rinsaldare il legame con i sostenitori granata.
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Insomma, sembra che manchi poco per rivedere un Toro degno di questo nome. La mano tesa dei tifosi a Juric può aiutare ad accorciare le distanze, ma ancora una volta tocca alla società mostrare che intenzioni abbia davvero. Guardare a quanto accaduto nel recente passato non aiuta, ma il mestiere di tifoso del Toro obbliga all'ottimismo della volontà anche quando la ragione avrebbe tutti i diritti di abbandonarsi al pessimismo.
Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore. Mi esprimo a titolo esclusivamente personale e totalmente gratuito.
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