Puntuale come le tasse, o la pioggia dopo aver lavato la macchina, torna la fase finale del mercato estivo del Toro. Le previsioni basate sulle stagioni precedenti dicono tempo variabile tendente al peggioramento. Questo è di solito il momento in cui si smorzano i voli pindarici favoriti da improbabili rumors giornalistici e torna invece la consapevolezza di essere una società dai pochi mezzi e dalle poche idee.
granata dall'europa
Mercato d’estate
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Dopo settimane di euforia passate a sognare improbabili acquisti di lustro, i tifosi granata cominciano a capire che il meglio a disposizione è già stato preso e che per noi restano seconde linee, calciatori da rivalutare e scommesse che altri non hanno voluto fare. Come quando ci si risveglia a fine vacanza e si scopre che ormai restano solo pochi spiccioli di libertà, il tifoso del Toro comincia a percepire in questa fase che tra poco sarà tempo di tornare con i piedi per terra. Chiaro che smettere di illudersi non è facile, e quindi si continua a spulciare siti, ad aspettare scoop e ad alimentare flebili speranze. In fondo la trattativa per Tizio potrebbe ancora sbloccarsi e forse Caio potrebbe alla fine convincersi a giocare in una squadra senza coppe e con un salary cap limitato. Si prova, insomma, a scaldarsi ad un tiepido solicello mentre i giorni scorrono e le nubi avanzano.
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Cosi - se prima non arriva la grandine delle cessioni eccellenti a fare ancor più danni - ci si avvia mestamente verso un nuovo autunno pallonaro all'insegna della consapevolezza che poco o niente è destinato a cambiare. La sindrome da coperta corta che un anno riguarda la difesa l'anno successivo affligge il centrocampo, e quello dopo l'attacco. Mentre i giocatori migliori chiedono di migrare verso lidi più allettanti, ci si ritrova all'esordio in Coppa Italia con i soliti problemi in fotocopia: squadra da completare, rimpiazzi arrivati a fine mercato che hanno saltato la preparazione e giocatori di relativa fama arrivati all'ultimo minuto tramite prestiti con diritto di non-riscatto.
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Ancora frastornato dalla miriade di balle spaziali con cui si cerca di attrarlo verso pagine e click, il tifoso del Toro a questo punto misura con spavento la distanza tra fantasia e realtà e si rende conto delle vere ambizioni della squadra. Questo ciclo estivo segnato dall'alternarsi di fantasia-entusiasmo-presa di coscienza-scoramento si ripete ormai immutabile da anni, e questo calciomercato non sembra fare eccezione. Mancano alcuni interpreti essenziali per il calcio di Juric (esterni e mezzali), e al netto dell'arrivo di Bellanova (propedeutico alla partenza di Singo), il centrocampo e il reparto avanzato sono ancora da completare. Il tutto senza considerare che per Ricci e Schuurs il mercato è lontano dall'essere chiuso.
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L'unico barlume di speranza filtra dalle parole del Mister, che sembra aver sotterrato l'ascia di guerra a favore di un approccio più diplomatico. Manca un quarto della squadra, e c'è bisogno di giocatori forti, ma c'è tempo, in fondo siamo solo a fine luglio, ha detto Juric. Rassicurati dal suo insolito aplomb britannico lasciamoci allora cullare ancora un poco dalle onde del mare mercataro sognando nomi esotici e rinviando i pensieri pessimisti a più tardi. Se si dovesse sentire sotto la schiena il soffio sottile del materassino che si sgonfia, si consiglia di alzare il volume degli auricolari.
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