Appena sette giornate di campionato e già sul Toro si sta abbattendo un'esagerata aria da tregenda. Giusto che stampa e tifosi comincino a mugugnare per i pochi punti e per le prestazioni troppo ondivaghe. Meno giusto che a e ai giocatori Juric si chieda già conto dei motivi di fallimenti che tali non sono (e non sarebbero neanche in caso di risultato negativo nel derby). Serve necessariamente tempo prima di dare qualsiasi giudizio. Se da un lato le aspettative dei tifosi per questo campionato sono alte, dall'altro va considerato che l'ossatura di base del Toro è la stessa dello scorso anno (il cui il valore è ben fotografato dai 53 punti finali). Gli aggiustamenti fatti sul mercato sono destinati a dare più respiro e opzioni, ma non possono essere la panacea per una compagine che non è superiore alle altre squadre di centro classifica.
Granata dall’Europa
Tutto tutto, niente niente…
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Dovremo giocarcela con tutte e ogni partita sarà una battaglia. Ci saranno altre Salernitane, ma anche altri Cagliari. Fa bene Juric a sottolinearlo e credo sia anche utile per noi tifosi scendere dal roller-coaster emozionale che ci fa giudicare la squadra in rampa di lancio per l'Europa se vince, e allo stesso tempo bollita e mediocre se perde o pareggia. L'allenatore è il primo a volere un salto di qualità e gli va dato il tempo di combinare i tasselli nel modo migliore possibile. Lo stesso principio va applicato ai giocatori: Ilic, Vlasic, Ricci, lo stesso Zapata, hanno un enorme potenziale da esprimere, e non è detto che possano tutti essere al massimo in questi esordi di campionato. Mantenere lucidità nei momenti meno favorevoli non è mestiere da tifosi, ed è chiaro che tutti vorremmo vincere o almeno vedere sempre in campo un Toro capace di giocare a calcio e imporre i propri ritmi.
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Ma è evidente che in questo momento le cose non girano per il verso giusto, e fare un esercizio di sano realismo è utile e necessario. Affrontiamo il derby e poi ben venga la sosta delle nazionali per ricalibrare equilibri e ritrovare gioco e giocatori. Il potenziale della squadra è intatto, e Juric ha sempre saputo come fare un buon fuoco anche con poca legna, motivando i giocatori e facendoli rendere al massimo. Lo farà anche quest'anno, cercando lo spunto in più che permetta di andare oltre i punti dello scorso anno, ma non aspettiamoci una cavalcata trionfale verso la meta. L'obiettivo è difficile e la strada lunga e tortuosa. Il lavoro da tifosi resta sempre quello di sbuffare e criticare, incitando però ad ogni curva e salita, per spingere oltre i limiti e aiutare a raggiungere il traguardo. Prima si canta e si sostiene per 95 minuti, poi, nel caso, si fischia. La Maratona, per fortuna, lo sa.
Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore.
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