- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
columnist
Ero in ansia da giorni. Ero incredula al pensiero di aver vissuto una stagione così ricca di emozioni contrastanti, ero abituata, come tutti quelli della mia età, a non avere grosse ambizioni per il mio Toro, a vederlo sempre barcollare a fatica tra la serie B e la serie A, in un perenne cammino in equilibrio su un filo, che non sai mai se ti reggerà o se all'ultimo minuto ti farà uno scherzetto. E di scherzetti all'ultimo minuto ne abbiamo visti davvero tanti! Quest'anno è stato diverso, quest'anno il Toro si è ripreso la propria dignità, in silenzio, sul campo, e allo stesso tempo, rumorosamente sugli spalti e per le strade, a lottare per il Filadelfia, a onorare il 4 maggio, a fraternizzare con squadre europee Una stagione che non dimenticherò facilmente. Comunque, ero in questo stato ansiolitico da giorni, perché una partita importante così, in quel punto così alto della classifica mi metteva un senso di vertigine a cui non ero abituata, quel senso di malessere in un certo senso piacevole, non so se mi spiego. In ogni caso, essendo tifosa del Toro e avendo, di conseguenza, un particolare disturbo ossessivo-compulsivo riguardante i riti pre-partita (so che mi capite!) avevo preparato tutto: maglia del Toro indossata, avevo letto tutte le notizie possibili e immaginabili sia sul Toro sia sulle dirette concorrenti mentre facevo asciugare lo smalto granata, accuratamente posato su mani e piedi; nel dubbio, avevo pure gli slip granata, non bisogna lasciare nulla al caso in certe circostanze! Sono poi partita con la missione di attraversare la città per vedere la partita in compagnia di amici, non dimenticando di dover quindi affrontare il pigiama party che impazzava per le vie del centro. Le peggio cose. Vedere tutto ciò però, mi ha tranquillizzato: per fortuna, peggio di quelli lì non potevamo essere!
Poi la nostra partita, giocata a ritmi incalzanti alla faccia di chi diceva che ce la saremmo cavata con un semplice biscotto con i fratelli viola. Mi spiace deludere le aspettative, ma non è questo il nostro stile: l'amicizia è sugli spalti, in campo c'è lo sport e l'agonismo, si gioca fino all'ultimo anche se costa caro. È questo che mi rende davvero orgogliosa. Inutile parlare sempre al vento di altri che rubano e bisbocce varie se poi vorremmo lo stesso comportamento dalla nostra squadra: sarebbe da incoerenti! La partita è finita con un pareggio che, lì per lì ci è stato un po' stretto, che ci ha fatto anche scendere qualche lacrima insieme al nostro campione. Proprio non meritava di commettere quell'errore, ma proprio per quello, forse, lo amiamo ancora di più, perché con quelle lacrime e con quel coraggio, ha davvero dimostrato quanto ci teneva, e non possiamo che esserne grati. Grati per la stagione straordinaria, per il gruppo affiatato che ce l'ha fatta vivere. Un gruppo che si è meritato applausi infiniti da tutta la sua tifoseria al termine dell'incontro, una tifoseria che non si accontenta, ma che sa capire quando una squadra ha dato davvero tutto per quella maglia. È vero, non è più il calcio delle bandiere, dei calciatori storici, ma è un calcio delle emozioni intense e fugaci, un calcio che cambia in fretta, come il mondo intorno a noi, dobbiamo abituarci, goderci il momento e essere grati delle emozioni che questi ragazzi ci fanno vivere. Soprattutto dobbiamo ricordarci che tifiamo una squadra, una maglia, quella del Toro, e questo non cambierà!
© RIPRODUZIONE RISERVATA