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columnist
Tutti di verde vestiti omaggiando i poveri "gemelli di sciagura" brasiliani ci siamo fermati all'ormai abituale pareggio. Verde come la speranza, nel nostro caso di raggiungere l'Europa...
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Una vittoria nelle ultime dieci partite, la sola gara con l'Inter giocata ad un buon livello, per il resto, 5 punti meno dello scorso anno. Verde è anche il colore del presidente ( per la rabbia, per la oculatezza sarebbe scontato...) che si trova ad aver speso tanti euro per un calciatore ad oggi inesistente, e non averne incassati ancor di più per quello più bravo dello scorso anno.
Altro che Europa, il problema della società è questo, non si spiega questo silenzio di fronte a risultati modesti ed organizzazione di gioco indecifrabili. Detto fuori denti, i calciatori che vengono al toro, si spera diventino bravi per venderli, o che siano dei discreti pedatori per rimanere, ma non certo degli ottimi calciatori, dunque qualche investimento sbagliato ci può stare.
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L'importante è galleggiare tra dodicesimo e settimo posto (azzeccando tutti gli acquisti e il tecnico) a costo zero, lo abbiamo capito. E L'allenatore che avrebbe dovuto risvegliare gli antichi ardori cosa ci racconta a tal proposito? Nulla, in sala stampa è diventato più pacato di Gentiloni, mentre tatticamente la squadra rimane senza identità.
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È evidente che il raggiungimento dell'Europa interessa a nessuno, diversamente società e tecnico sarebbero già giunti ad una resa dei conti. E la nostra curva applaude...mah...
Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.
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