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columnist
I baschi, Agnelli e le due anime del calcio
Coronavirus, zone rosse, decessi, epidemie, contenimento: gli organi di informazione e ogni tipo di media ci stanno bombardando con l'emergenza del momento. Giusto così, la situazione è critica, la salute di tutti è in ballo e pertanto viviamo un momento di preoccupazione generalizzata. Tra le cose non serie non possiamo non citare il calcio che, al pari delle altre attività di aggregazione di massa, ha subito norme limitanti: prima lo stop a tante gare, ora lo svolgimento a porte chiuse. Con l'assenza di calcio giocato in Italia salgono alla ribalta notizie di contorno al mondo del pallone oppure legate alle competizioni in quei paesi dove ancora non c'è stato il blocco delle gare. È il caso della Spagna che ha decretato le due squadre finaliste della coppa del Re e, a grande sorpresa, si tratta della Real Sociedad e dell'Athletic Bilbao: non le solite Barcellona o Real Madrid, ma due squadre basche, di cui una, l'Athletic, che ha una filosofia unica al mondo nella selezione dei suoi calciatori. Trovo questa notizia una luce nel buio che il calcio business sta facendo calare sul mondo del pallone. Una fiammella di speranza per chi ancora come me, ma so che siamo in tanti specialmente tra noi tifosi del Toro, vuole credere in un calcio che lasci spazio alla pluralità, alla tradizione, al sentimento e al senso di orgoglio ed appartenenza.
Le parole di Agnelli sui dubbi riguardo all'opportunità della partecipazione dell'Atalanta in Champions hanno definitivamente mostrato a tutti quanto gretta e meschina sia l'idea della SuperChampions. Ma soprattutto quanto l'ingordigia di pochi (i grandi club come la Juve) non si plachi di fronte a nulla e sia disposta a disintegrare il calcio per come l'abbiamo sempre conosciuto in nome della propria completa ed assoluta soddisfazione. La finale di coppa del Re, a prescindere da chi vincerà, è già una vittoria per quella parte ancora "sana" del calcio che al di là dei budget è ancora legata alla programmazione e alla volontà di perseguire obbiettivi che nella maggior parte dei casi saranno irraggiungibili, ma che ancora saltuariamente si possono accarezzare e pure conquistare. La miglior risposta ad Agnelli è una sfida tra baschi per la conquista di un trofeo oltre al (probabile) passaggio del turno della stessa Atalanta ai danni del Valencia. Inutile sprecare altre parole contro un progetto che è un abominio.
Ogni bambino che gioca a pallone deve avere la possibilità di sognare di fare il calciatore con la maglia della propria squadra del cuore e di vincere qualcosa con quella maglia senza che necessariamente quella maglia sia di uno di quei ristretti club che vogliono la SuperChampions. Lo dobbiamo alle generazioni future che non devono diventare "clienti" da spennare in nome dello "spettacolo', ma tifosi che si riconoscano nei valori sportivi che le proprie squadre del cuore incarnano. Tifiamo le squadre basche in quella bellissima finale e stiamo sempre attenti ai lupi travestiti da agnelli…
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Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.
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