di Guido Regis*
columnist
I crucci di Ventura
Ho avuto l’occasione d’incontrare il mister qualche giorno fa ad un pranzo organizzato da Angelo Marello presso la bocciofila Crimea, insieme con un una trentina di tifosi e personaggi “ storici” della tifoseria granata tra i quali Puja, Ormezzano, Mecu Beccaria ed una delegazione dell’associazione ToroMio.Gli abbiamo finalmente regalato il libro “ Se vogliamo possiamo ” di Luciano Cavagnero e lui ha simpaticamente rivendicato il copyright del titolo, ma ha altrettanto simpaticamente saputo recedere dalla sua posizione quando gli abbiamo fatto notare che il libro è stato scritto nel 2006. In fondo non ci sono copyright per le idee semplici ed intelligenti a disposizione e fruibili da tutti, quali quelle che muovono questo movimento spontaneo di tifosi granata. E’ sufficiente comprenderle e partecipare, ma non è questo l’oggetto del mio odierno scritto. Purtroppo la mia permanenza al pranzo è stata breve, essendomi semplicemente concesso una pausa dal lavoro in ospedale, ma è stata sufficiente per comprendere negli atteggiamenti e nelle parole di questo navigato signore che oggi guida la nostra squadra, i crucci espressi anche in conferenza stampa il giorno dopo.
In questa esageratamente lunga settimana, che ha separato l’ultima vittoria con la Juve Stabia dalla partita di questa sera con il Gubbio, si è parlato di tutto, dal Toro dei record, alla visita al Museo del Grande Torino, alle possibili mosse di mercato per rinforzare la squadra in vista della serie A ( i forniti si tocchino elegantemente gli “zebedei” per cortesia), alla “generosa” offerta dell’assessore comunale allo sport Stefano Gallo per quanto riguarda il super vincolato ed ipotecato stadio Olimpico, tranne che della squadra umbra. Tanta euforia pericolosa, come al solito, che fa da contraltare all’esagerato disfattismo dei periodi difficili, ma che nasconde le stesse insidie.
Il calcio ed il Toro sono un gioco ed una fede, raccolgono l’attenzione di ogni categoria sociale e di una vastissima popolazione, muovono interessi di vario genere più o meno passionali e legittimi, possono essere strumento di aggregazione e cultura ma anche deviare in disordinate e spesso inconsapevoli forme di diseducazione.Una squadra per essere vincente deve avere un organizzazione non solo di gioco ma mentale e questa organizzazione nasce dalla maturità dei suoi attori ma anche di tutti coloro gli girano attorno. I risultati qui, come in ogni cosa della vita, nascono dall’impegno, dall’allenamento, dalla concentrazione; se ti distrai sbandi, non ci sono Santi.Il tifoso dovrebbe comprenderlo, visto che non è nelle possibilità mentali e strategiche di alcuni giornalisti farlo, ponendosi nella posizione collaborativa ed intelligente di un “ socio “ o “ proprietario indiretto” della propria squadra ( ahinoi al momento di essere azionisti veri ancora non se ne parla ) non facendosi ingannare dalle notizie ma soprattutto non trasmettendo un eccessivo clima festaiolo ai ragazzi della squadra, quando li si incontra.Il cruccio di Ventura, se lo interpreto bene, è lo stesso mio e di molti tifosi che da due anni s’incontrano settimanalmente qualche volta con cena annessa, per discutere e costruire, per quanto loro possibile, un sistema organizzato e produttivo di tifoseria del Toro, che possa essere di supporto alla società e non di ostacolo.In questi incontri, a volte anche allargati e divertenti proprio come le normali cene di Club, non abbiamo mai preso in considerazione d’invitare i calciatori della prima squadra o altri personaggi dello staff tecnico, per il semplice motivo che non riteniamo produttivo sovrapporci alle legittime ma esagerate richieste di presenze a questo o quell’evento.Una tifoseria matura, a maggior ragione se costituita da “pensionati” , deve avere la capacità di comprendere che se il Toro eccede in concessioni di calciatori per “public relations” con i clubs e non solo, li mette nella condizione di assorbire maggiormente gli umori eccessivamente negativi o positivi, a seconda del momento, e li distrae, volenti o nolenti, dal loro compito principale.
Se vogliamo una squadra vincente, dovrebbe essere inutile ripeterlo, ciascuno di noi deve fare la sua parte, piccola a o grande che sia, filtrando le notizie e gli scoop giornalistici e non esigendo sempre una considerazione personale di prim’ordine da parte della società solo perché, tanto per fare un esempio banale, si organizza una cena con un po’ di granata in una bella piola. Intanto questa sera finisce l’estenuante attesa; come sempre il Toro ci mancava troppo, come sempre avremo altre risposte alle nostre certezze e ai nostri dubbi.Dimenticavo: Benedetti, Asta, Longo, Fogli e Co. anche quest’anno sta facendo miracoli, se qualcuno non se n’è accorto.
*Presidente del Toro Club C.T.O. Claudio Sala
© RIPRODUZIONE RISERVATA