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columnist
Il presidente Urbano Cairo ha tratto un primo bilancio, per così dire, sulla stagione del Toro, definendola positiva e migliorabile. Inoltre per giustificare alcuni passi falsi di queste prime gare, il presidente ha posto nuovamente la lente su un argomento che non toccava da molto: la differenza di fatturati che contraddistingue il Toro con le big del nostro campionato. Sarei anche d’accordo con quanto afferma il patron granata, ma lui da grande imprenditore qual è, sa bene che per rendere il Toro una squadra ambiziosa, deve investire esattamente come ha fatto con La7, o con RCS o con la Cairo Editore. Le sue aziende sono cresciute, ma non con la politica delle plusvalenze, piuttosto con investimenti volti a migliorare il “tasso tecnico” delle varie redazioni. Tenere Mentana, prendere Diego Bianchi, e mantenere Formigli o la Gruber sono tutte operazioni geniali secondo me e che tendono a valorizzare una rete come La7 presa e tirata su dal baratro, un po’ come accaduto anni fa con il Toro. Solo che al Toro gli investimenti non sembrano essere mirati, talvolta quelli positivi sono stati intempestivi. Vedi ad esempio l’arrivo di Zaza e Soriano che sono arrivati troppo tardi per come è abituato a lavorare Mazzarri, oppure le diverse operazioni in uscita ufficializzate nell’ultimo giorno delle varie sessioni di mercato estive.
Durante il match di Bergamo, vedere gli acquisti più costosi di questa sessione estiva di calciomercato relegati in panchina ed assistere ad un match a dir poco deprimente, mi ha fatto porre davvero molti interrogativi su Mazzarri. E’ davvero l’allenatore giusto per il Toro? Me lo chiedo perché il Toro veniva da una prestazione pessima contro il Napoli e serviva che la squadra tirasse fuori gli attributi, invece tutti noi abbiamo assistito ad una gara dove non siamo riusciti a tirare una sola volta in porta, pensando prima a limitare i danni. Ci sarebbe voluta una prestazione da Toro ed invece il mister se ne è andato soddisfatto per non aver perso. Anche i cambi raccontano una gara difensivista. Trovo anche piuttosto grottesco che Mazzarri affermi che voleva vincere la gara perché ha inserito Zaza all’88’ quando ha visto il centrale atalantino in sofferenza. L’ingresso di Zaza a mio modo di vedere ha rappresentato solo una presa in giro per l’ex Sassuolo, ed infatti ritengo che abbia giocato i minuti più brutti della sua storia proprio nell’infrasettimanale di mercoledì scorso. Ma che stesse pensando solo a non perdere lo possiamo capire semplicemente osservando il tabellino di Bergamo: ingresso forzato di Lukic al 32’ al posto di De Silvestri, ingresso di Berenguer al 25’ al posto di Parigini e appunto Zaza a due minuti dal 90’ al posto del fantasma Baselli.
Con il Chievo invece si è vista una voglia di vincere maggiore, perché dopo un primo tempo giocato con troppa sufficienza – secondo la mia modesta opinione – e dopo il solito cambio forzato al 35’ per De Silvestri sostituito da Berenguer, il mister ha inserito Zaza al 13’ della ripresa al posto di Edera e Falque a dieci minuti dalla fine. Questo sì che significa voler vincere le gare e dare dei messaggi alla squadra! Con il maggior peso in avanti, probabilmente avremmo potuto tentare anche l’assalto alla porta atalantina. Ad ogni modo va fatto un plauso a Simone Zaza perché, se a Bergamo era entrato furibondo per il suo inutile ingresso a due minuti dal termine, a Verona il bomber lucano è entrato con il piglio giusto e l’azione del gol è nato da un suo recupero e da una bella triangolazione con Berenguer.
Nel prossimo turno al Grande Torino arriverà un Frosinone davvero messo alle corde e dispiace per mister Moreno Longo, ma sarebbe auspicabile che Mazzarri provasse Zaza, Belotti e Falque assieme, per capire cosa potrebbe regalare l’alchimia tra questi tre giocatori e per gettare benzina sul fuoco delle reali ambizioni granata. Oggi queste mi sembrano deboli e analizzando il presente non riesco ad essere ottimista per il futuro. Tuttavia se Mazzarri dovesse stupirmi con un’annata super e la conquista dell’Europa, sarei il primo a riconoscere i suoi meriti, che avrebbero indubbiamente del sensazionale. Per cui non ci resta che dare tempo al tempo.
Infine due parole su De Silvestri. Il ragazzo non sta bene e ha bisogno di recuperare. Sarebbe corretto che gli venisse concesso il giusto tempo, perché Lollo è uno di quei giocatori spogliatoio che si è ritagliato il suo spazio senza mai uscire dal seminato. Ha fatto la panchina quando c’era Zappacosta, si è preso le critiche quando ha giocato male e l’anno scorso ha giocato un’annata fantastica. Ora è giusto che gli venga dato modo di guarire, perché non sta a lui tappare le falle di una campagna acquisti che ha regalato al Toro un bel buco sugli esterni. Non resta che sperare che nessun’altro si faccia male e augurarci che Lollo torni presto con noi.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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