Ventitré anni compiuti lunedì, Vittorio Parigini.
columnist
I ragazzi di via Filadelfia
Un compleanno azzurro Nazionale quest’anno, le candeline spente in campo ma senza il regalo del gol. Comunque una bella prestazione da festeggiare.
Dice il suo agente: ““Mazzarri ritroverà un bel jolly, Vittorio sta di nuovo benissimo: spera di meritarsi ancora tante occasioni e mi vedrò con Cairo per prolungare il contratto. Anche se da dicembre ha giocato di meno, lui è molto grato al mister”.
Vittorio è un fiore granata, sboccia nel nostro vivaio e viene rinvasato temporaneamente nel Perugia, poi è la volta del Chievo, il Bari, Benevento. Dall’estate scorsa è tornato in casa Toro. Ha dimostrato potenzialità enormi e carattere sufficiente per affrontare avversità e delusioni, il suo momento però non si è ancora avverato per intero, anche quest’anno non ha avuto molto spazio, ma i metri di campo che ha conquistato sono sempre stati percorsi con fortissima determinazione, con la voglia di essere il giovane di casa che realizza i sogni di famiglia.
Tanti i ragazzi col marchio di Origine Granata che mi inorgogliscono, da Edera a Millico, Kone. Barreca. Certo, ogni fiore ha il suo sviluppo, non può sbocciare un attimo prima della maturazione neanche ad aprirgli i petali con le dita. Alcuni fiori li aspetti per una vita e poi qualcosa va storto, non li vedrai aprirsi mai.
Ma i ragazzi che ti crescono in casa hanno comunque un profumo riconoscibile. Il senso del Toro li pervade in un momento della vita che li costruisce come uomini.
Quando leggo un libro e tra i protagonisti non scovo neanche un adolescente, penso sempre che è un’occasione persa, potrà essere una bella storia ma mancherà la prospettiva di chi la prospettiva deve ancora sceglierla, la possibilità di fare tutto o magari niente. L’importanza e la responsabilità di essere buoni maestri per i ragazzi, saperli fertilizzare ma anche soffiargli addosso per non farli bruciare. Non basta il talento, ci vuole la volontà. Non basta la volontà, ci vuole il talento. Volontà e talento, insieme.
Buoni maestri…Pulici quando si è ritirato ha scelto di continuare a fare l’innamorato di calcio insegnandolo ai bambini: “Cerco di spiegare che è un gioco di squadra. Bisogna aiutarsi, mettendo sempre il gruppo davanti a se stessi. Il resto è divertimento”. Pulici, che insegna ai bambini il Toro: “È tante cose messe insieme: la maglia, i tifosi, il Filadelfia. Il Toro è un insieme di valori, chi lo capisce rimane del Toro per sempre”.
Mi piacciono i giovani del Toro. Anche in questi giorni, guardando Kean far bene in Nazionale, ho visto il bambino che è cresciuto per cinque anni al Toro e poi vabbè, è andato dove tutto era assicurato.
La Primavera è l’orgoglio del Toro in campionato, potrebbe partire proprio da questo punto fermo il Toro che vogliamo essere: credere nei ragazzi, i nostri ragazzi.
Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.
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