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E’ la prima volta che si confrontano in un incontro ufficiale. Nessuno, nella RDT, si aspetta molto da questa partita. Anzi, molti si aspettano una disfatta. Le star internazionali della Germania Ovest, guidati da Franz Beckenbauer, sanno di avere davanti a loro, calcisticamente parlando, degli sprovveduti della pedata. Per proteggere il buon nome del regime socialista il capo della Stasi, Erich Mielke, mise le mani avanti, dichiarando come “il calcio era l’arma che l’Ovest usava per corrompere ideologicamente la gioventù dell’Est”. Ma davanti alla diretta della partita trasmessa da 140 emittenti televisive nel mondo, ecco che l’illusione donchisciottesca affondò, ancora una volta, i suoi artigli nella storia. Ecco come il giovane proveniente dalla Sassonia, lasciò a tutti i suoi connazionali la domanda più orgogliosa della storia della RDT: “dove eri quando Sparwasser segnò”? Più delle immagini di quel gol memorabile, che segnò la sconfitta dei cugini dell’ovest, rimangono scolpite le parole del premio nobel Gunter Grass: “Sparwasser accalappiò il pallone con la sua testa, se lo portò sui suoi piedi, corse di fronte al tenace Vogts e, lasciandosi persino Hottges dietro, lo piantò alle spalle di Maier in rete”. Era fatta, era la rete di un’insperata vittoria. Era il riscatto su quell’isola felice di Berlino Ovest, enclave ricca e bulimica, nonché irraggiungibile. Per una volta “l’Isola che non c’è” è quell’est quasi sbeffeggiato dal muro. Al fischio finale dell’arbitro uruguaiano Ruiz, Sparwasser scambiò la sua maglietta con Paul Breitner e andò a salutare i 1780 tifosi dell’Est, giunti ad Amburgo grazie ad uno speciale permesso turistico governativo. Al rientro in patria il ragazzo della Sassonia fu proclamato eroe nazionale, anche se gli furono impediti festeggiamenti pubblici, perché la sobrietà della parte orientale del muro doveva vincere sull’atteggiamento libertino della parte occidentale. Ma l’illusione di Sparwasser aveva avuto il suo compimento, ed è uno di quei moniti che ogni tanto il calcio ci regala. L’illusione, l’attesa della sorpresa dietro l’angolo, è quella cosa che spesso ci da la forza per desiderare di andare oltre i nostri sforzi; ecco perché, probabilmente, un signore comprò per 35000 euro ad un’asta a favore delle vittime della grande alluvione tedesca del 2002, le magliette scambiate da Breitner e Sparwasser alla fine di quella partita del 1974. Quell’anonimo signore le comprò e le donò alla Casa della Storia di Bonn. Perché l’illusione ha bisogno della memoria, per continuare a credere in se stessa. E allora faccio una scommessa sul Torino che vince questo campionato, e mi godo piacevolmente la mia illusione. Lasciatemi amare il calcio, perché sono il pensiero e sono le idee a reggere le mura delle nostre esistenze. Proteggendole.
Di Anthony Weatherill
Anthony Weatherhill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
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