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Il curioso caso di Danilo ‘Ambrosio

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Uno dei ruoli più affascinanti del calcio è da sempre quello del terzino sinistro, ne sono stati interpreti giocatori di classe cristallina capaci sia a difendere sia ad attaccare.Uno dei migliori di tutti i tempi a livello mondiale,...
Beppe Pagliano

Uno dei ruoli più affascinanti del calcio è da sempre quello del terzino sinistro, ne sono stati interpreti giocatori di classe cristallina capaci sia a difendere sia ad attaccare. Uno dei migliori di tutti i tempi a livello mondiale, ha indossato la maglia granata, vale a dire Virgilio Maroso, il quale nella sua breve vita, incantò il mondo dominando la fascia sinistra. Arrivando agli anni settanta si segnala la presenza di Natalino Fossati, il terzino sinistro che collezionò in granata  250 presenze e 9 reti, diventando uno degli uomini simbolo del Toro arrembante che sfiorò lo scudetto con Giagnoni. Gli anni ottanta consacrano il talento di Giovanni Francini, il quale però ottenne le sue più grandi soddisfazioni al Napoli dell’inarrivabile Maradona. Arriviamo agli anni novanta ed alla partita simbolo di quel periodo, vale a dire la maledetta serata di Amsterdam, come non ricordare Rambo Policano ed il suo furore agonistico e le sue terrificanti bordate che sfondavano le reti avversarie. Nei primi anni duemila si fa luce un ragazzo piemontese e torinese, che dopo aver indossato tutte le maglie del settore giovanile, arriva in prima squadra diventandone anche il capitano, vale a dire Federico Balzaretti, peccato che nell’estate del 2005, dopo aver giurato amore eterno alla maglia granata tradisca nel peggiore dei modi la tifoseria, trasferendosi alla seconda squadra di Torino, ovvero i diversamente onesti. Dopo il fallimento del 2005 come fluidificanti di sinistra si susseguono dapprima Jacopo Balestri, poi Salvatore Lanna, Matteo Rubin, Agostino Garofalo, Luciano Zavagno ed infine l’anno scorso Alessandro Parisi. Purtroppo nessuno di loro ha saputo garantire qualità e continuità di rendimento, facendo sì che il terzino sinistro sia stata una delle note dolenti di queste ultime stagioni.   Nel mercato invernale del gennaio 2012 è arrivato dal Bari Salvatore Masiello, uno dei fedelissimi di Ventura, peccato però che nel campionato scorso, Masiello sia sceso in campo solo nell’ultima partita, a causa di continui fastidi muscolari e di una precaria condizione fisica. A luglio durante la campagna acquisti tutto sembrava fatto per Mesbah del Milan, ma il giocatore franco-algerino ha rifiutato il trasferimento, dapprima sperando in una chiamata del Marsiglia e poi perché deciso a giocarsi le sue carte con i rossoneri. La dirigenza granata ha quindi incassato in rapida successione i no di Catania ed Udinese per Marchese e Pasquale. A quel punto è stato ingaggiato lo svincolato Pablo Caceres reduce da una positiva stagione in Liga, al Maiorca in cui aveva disputato 28 incontri. Caceres si dimostra immediatamente un oggetto misterioso, complice una condizione fisica disastrosa. A tutt’oggi, il difensore uruguaiano, non si è nemmeno mai visto prendere posto in panchina. All’ultimo giorno di mercato arriva Alessandro Agostini ex capitano del Cagliari; da otto stagioni titolare fisso in serie A e con un bagaglio di esperienza fatto di oltre 300 partite nella massima serie, ma evidentemente non  sufficienti a concedergli la fiducia del Mister. Alla prima di campionato a Siena è Masiello il titolare della fascia sinistra, così come nelle tre partite successive. Alla quinta giornata in casa contro l’Udinese D’Ambrosio prende il posto dell’ex barese, la stessa cosa avviene alla sesta, in occasione della vittoriosa trasferta di Bergamo. Le tre partite seguenti contro Cagliari, Palermo e Parma vedono il ritorno di Masiello come titolare, ma è dalla trasferta di Roma contro la Lazio che Danilo D’Ambrosio diventa inamovibile, dimostrando una sicurezza ed una qualità di gioco superiore a quella del suo compagno di reparto. Il momento che ne consacra definitivamente la titolarità arriva al minuto 66 di domenica pomeriggio, quando insacca la palla della vittoria contro il Bologna, indossando tra l’altro la fascia di capitano, che Bianchi gli aveva lasciato 4 minuti prima.   Strano destino quello di Danilo D’Ambrosio. Prelevato dalla Juve Stabia nel gennaio 2010, diventa ben presto titolare della fascia destra ed è autore di un girone di ritorno strepitoso, protagonista della grandiosa rincorsa conclusasi  con lo sfortunato (si fa per dire) spareggio contro il Brescia. L’anno successivo incappa in una stagione decisamente storta e viene spesso relegato in panchina, sembra che la sua avventura al Toro sia terminata, quando nell’estate 2011 arriva a guidare i granata Mister Ventura, il quale svolge su di lui un lavoro più psicologico che altro.  Pur essendo la riserva di Darmian, riesce comunque a ritagliarsi 24 presenze in campionato, togliendosi pure la soddisfazione di siglare la rete che regala la vittoria di Reggio Calabria e mettere a segno il primo gol nella sfida promozione contro il Sassuolo. Nella successiva sessione estiva del mercato giungono le offerte di Genoa e Udinese, ma Ventura mette il veto ad una sua eventuale cessione, il giocatore sembra essere titubante, la prospettiva di passare un altro anno come riserva non è certo alettante. Quand’ecco che si presenta l’occasione che meno ti aspetti: cambiare fascia! Danilo fin qui se l’è cavata egregiamente tanto da far credere che il terzino sinistro era in casa, bastava solo cercarlo attentamente, il fatto che non sia mancino non è così vincolante, in fondo anche un mostro sacro come Paolo Maldini, pur essendo un destro naturale si è dovuto adattare per tutta la carriera a giocare a sinistra.   Beppe Pagliano (Twitter: @beppepagliano)  (Foto Dreosti)  

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