La citazione di Nietzsche si addice perfettamente alle reazioni di quei tifosi che dopo le dichiarazioni di Juric post-derby hanno ricominciato a guardare il passato mostrando di essere ancora prevenuti riguardo il futuro. Quel geniaccio di Woody Allen ha invece parafrasato l’affermazione del filosofo tedesco affermando che il futuro gli interessava molto perché contava di trascorrerci la maggior parte della vita. Ed i passi avanti di questi tre mesi inducono ad ottimismo riguardo il futuro.
Una voce fuori dal Toro
Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato
Torna l'appuntamento con Una voce fuori dal Toro, la rubrica a cura di Enzo Borgna
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Presumo tutti concordino sul fatto che la squadra meriterebbe più punti, che la difesa è migliorata, che continua la maturazione di Bremer, Singo, Lukic e Mandragora, e che con il ritorno del Gallo anche l’attacco migliorerà. In tutti i miei articoli ho manifestato ottimismo proprio per la scelta di Juric come tecnico, riguardo il quale da quando allenava il Crotone non ho mai avuto dubbi circa le sue capacità (lui, Gasp, e per motivi diversi, Allegri ritengo siano i migliori allenatori per distacco dell’attuale Serie A). Come ho già scritto, purtroppo, i tifosi che contestano la società si sono invaghiti del Mister solamente dopo le sue dichiarazioni contro Cairo e Vagnati. Il fatto che Juric puntasse su Milinkovic-Savic e Rodriguez (il giocatore più bistrattato della scorsa campagna acquisti) non aveva convinto, ma le critiche alla dirigenza hanno generato vere e proprie ovazioni.
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Sempre a proposito del Mister ben vengano le sue doglianze (per parte mia avevo solamente contestato tempi e modi) e chi di dovere seguirà i suoi consigli per contribuire a migliorare anche l’organizzazione societaria. Neppure vedo il minimo rischio che sia lasciato solo. La campagna acquisti lo ha dimostrato e la società si attiverà seguendo le sue indicazioni anche sul fronte sanitario. Chi insiste a criticare la mia distinzione tra minoranza e maggioranza non ha compreso che ho messo il dito nella piaga (diversamente nessuno l’avrebbe enfatizzata) al solo scopo di invitare a viaggiare tutti nella stessa direzione, nella consapevolezza che il viaggio, come purtroppo è accaduto nel derby, è fatto anche di soste.
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Sempre riguardo il derby vorrei ricordare che Radice, che di derby se ne intendeva, a precisa domanda aveva risposto che era da piccola squadra puntare più al derby (come mi pare facciano coloro che continuano a parlare di Cairese) che all’alta classifica. Nel prossimo articolo, approfittando della sosta del campionato, soddisferò le richieste di chi mi ricorda di scrivere quelli che ritengo siano stati gli errori di Cairo. Sempre e solo forza Toro.
Avvocato generalista da oltre 40 anni, autore di un saggio sulla storia della professione forense pluripremiato (con un lontano passato di direttore sportivo di due squadre militanti in Eccellenza) e tifoso del Toro da quando Meroni ha vestito la maglia granata.
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