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Il granata della porta accanto

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Amiamo, con un pizzico di innegabile autoreferenzialità, definirci una tifoseria speciale, decisamente unica. Lo siamo. Senz'ombra di dubbio. Però siccome la perfezione non è di questo mondo ma noi sì, abbiamo i nostri...

Amiamo, con un pizzico di innegabile autoreferenzialità, definirci una tifoseria speciale, decisamente unica. Lo siamo. Senz'ombra di dubbio. Però siccome la perfezione non è di questo mondo ma noi sì, abbiamo i nostri difetti, i nostri talloni d'Achille o anche solo alcune tipiche bucce di banana sulle quali non riusciamo ad evitare di non cadere. Sono gli equivoci in cui spesso cade il tifoso del Toro, convinto portatore di certi ideali, ma talvolta poco coerente nell'applicarli. E' la vita, ed è ciò che contribuisce a renderci speciali. Anche se spesso tutto ciò fa arrabbiare.  

IL PESO DELLA STORIA - Si dibatte ormai da un paio di decenni sul “peso” del passato del Torino e sul suo influsso sul Torino del presente. Per molti tifosi il passato, la nostra Storia, è il nostro dna, è l'orgoglio, è la fede, è, in poche parole, tutto ciò che ha fatto sì che il Toro sia il Toro e non solo il Torino. E' il solco, la strada, il sentiero dal quale il Torino di oggi e di domani non dovrebbe scostarsi mai. Un punto di vista che spesso risulta rasentare l'intransigenza: nasce positivo ma tende ad accartocciarsi su sé stesso. Altri, tifosi ma non solo, (non ultimo Ventura che ha particolarmente a cuore il tema) vedono nella Storia un macigno troppo grande, un peso che il Torino attuale fa fatica a portare con disinvoltura a causa del cambiamento radicale del calcio moderno, un calcio in cui la Società nell'ultimo ventennio ha fatto fatica a (ri)trovarsi. Siamo davvero prigionieri del nostro passato? Un bel dilemma. L'alchimista che fosse in grado di distillare i valori e l'essenza della Storia granata separandoli dal residuo di “pesantezza” che viene proiettato sui protagonisti, (ahimè) non sempre all'altezza purtroppo, delle vicende granata attuali, avrebbe trovato la pietra filosofale che trasformerebbe in oro il nostro futuro. Se Cairo avesse sin dal principio vestito i panni di un “apprendista stregone” desideroso di imparare i segreti del mondo granata, col tempo, avrebbe trovato la giusta ricetta, quell'alchimista sarebbe stato lui e il presente sarebbe più in linea con il resto del secolo di storia granata. Tempo per rimediare sembra essercene ancora, ma va usato nel migliore dei modi.

 

EPOCHE A CONFRONTO - Tornando ai tifosi, mi chiedo cosa pensassero i tifosi che avevano visto il Grande Torino, del Torino di Radice. Sicuro che fossero tutti felici e scevri da ogni critica? Che godessero il momento e basta? O non sarà magari successo, per esempio, che qualcuno abbia paragonato Claudio Sala ad un mito come Meroni con tutte le problematiche che tale paragone poteva generare? Con questo voglio dire che, a mio parere, ogni epoca della storia granata ha vissuto il confronto, e, in un certo senso ha pagato dazio, con una precedente. E' inevitabile, ma poi si è andati avanti e si sono scritti capitoli comunque importanti di quella stessa storia. Noi tifosi abbiamo un duplice ruolo in questo: tramandiamo alle generazioni successive ciò che è stato, ciò che abbiamo visto e vissuto, ma dobbiamo anche avere il senso di responsabilità di permettere a ciò che c'è di diventare qualcosa di buono che possa esser tramandato a sua volta. Poi ci saranno i cicli belli o i lustri bui come quelli da cui stiamo uscendo, ma sta a noi usare la forza della Storia per dare un segnale: applaudire la squadra compatti dopo una sconfitta come quella con l'Inter vuol dire “trasmettere” Storia, fischiare o mormorare verso un giovane che sbaglia un cross vuol dire fare esattamente il contrario. Sappiamo quali sono le bucce di banana sulle quali non dobbiamo cadere e sappiamo cosa invece può far scattare la scintilla granata. Abbiamo una grande occasione per ricominciare a scrivere pagine valorose di Storia granata: usiamola bene, essere speciali e unici non deve diventare un “peso” anche per noi tifosi.

 

Alessandro CostantinoTwitter: AleCostantino74  

(foto Dreosti)