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Ci era cascato anche Mazzarri nell'anno dei 63 punti spegnendo l'allora fantomatico sogno Champions, ci aveva fatto vincere solo una magia di Leo Junior in Coppa Italia a metà anni Ottanta e una tripletta del Gallo Belotti più recentemente, perché, è un dato di fatto e occorre dirlo, il Castellani di Empoli è uno stadio tabù per il Toro. L'errore di Bellanova che in poche manciate di secondi è passato “from hero to zero”, come dicono gli americani, dall'assist al bacio per il pari di Zapata alla sanguinosa palla persa da cui scaturisce il gol beffa di Niang (ex di sicuro poco amato qua a Torino) è l'emblema di un Toro che immancabilmente “cicca” le partite importanti, quelle che possono fare sognare ed ambire a traguardi più importanti.
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Lascio a voi l'imbarazzo della scelta su chi far ricadere le colpe di una società che da decenni non riesce a fare il click per tornare a fare godere la propria tifoseria. Sarà colpa del mister, di certi giocatori, del Ds o più semplicemente di chi mette insieme tutte queste figure, cioè il presidente Cairo, ma non è questo il momento per parlarne perché a caldo ognuno ha la sua idea ed ognuno sa a chi indirizzare le sequele di improperi che da buoni tifosi sanguigni nascono spontanee quando si perde al 95esimo… Con la Lazio matata dalla Roma nel derby capitolino, Buongiorno e compagni perdono un treno fondamentale per le ambizioni europee che, diminuendo sempre di più le partite mancanti alla fine del campionato, si restringono quasi al lumicino.
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E allora visto che ho citato Leo Junior, nostalgicamente,1 sdogano la classica frase da tifoso granata di quell'epoca: vinciamo il derby per salvare la stagione. In passato la sfida con la Juve ha spesso rappresentato, in mancanza di altri stimoli derivati da classifiche purtroppo deficitarie, un vero e proprio obbiettivo stagionale. Un po' triste, forse sotto certi aspetti, ma tremendamente granata! Si festeggiava meno di un paio di settimane fa la ricorrenza del famoso derby dei 3 gol in 3 minuti giocato il 27-03-1983: ebbene quel derby mitico fu talmente soddisfacente che la squadra fece poi nelle partite successive pochissimi punti, staccando di fatto la spina dopo quella grandissima impresa. Vincere il derby per salvare una stagione: un pensiero da mentalità provinciale? Forse, ma, oggettivamente, dopo una vittoria negli ultimi 28 derby, come non ambire con tutte le proprie forze a tornare a vincerne uno? Non mi vergogno affatto a sostenere che di fronte a ormai scarsissime possibilità di entrare in Europa, baratterei le ultime sei giornate con una vittoria contro i gobbi.
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Quando questa società mi dimostrerà una vera ambizione e un vero cambiamento di mentalità allora mi adeguerò anch'io come tifoso e penserò che i veri obbiettivi stagionali siano altri e che il derby sia solo una tappa di un cammino globale verso posizioni di classifica nobili e non una partita “diversa” dalle altre. Ma siccome finora nessuno ha dato un certo tipo di impronta al Toro, un’impronta moderna e vincente, allora da cuore granata vecchio stampo mi crogiolo nella mia profonda anti-juventinità e spero con tutte le mie forze che Juric e i ragazzi ci regalino una soddisfazione enorme, di pari dignità a quella che si originerebbe da un accesso alle coppe europee.
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Inutile girarci attorno: se non siamo abbastanza bravi da poter arrivare nei primi 7-8 allora portiamo a casa lo scalpo più prezioso per chi tifa Toro. Al diavolo i discorsi sulla incorreggibile mentalità granata che non si affrancherà mai dalla rivalità con la Juve sebbene i bianconeri siano su di un altro pianeta: finché non emigreranno in qualche finta quanto ricca “Superlega” vivremo per perpetuare il mito di Davide che abbatte Golia. Con la Juve negli ultimi anni ci ha vinto chiunque, è giusto che ci prendiamo il nostro “quarto d'ora di celebrità” di warholiana memoria e la battiamo anche noi. Fatto quello le ultime giornate e le considerazioni sul rinnovo di Juric mi tangeranno il giusto: piuttosto che inseguire un sogno che immancabilmente si trasforma in incubo (l'Europa), preferisco la mia identità di granata (vincere la stracittadina). Tutto sul derby e il resto conta zero.
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Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.
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