Mi ero ripetuto nei mesi scorsi che concentrarsi sulle cose di "campo", invece che logorarsi per le situazioni extra campo a cui ci ha ormai abituato il nostro presidente, sarebbe stato un toccasana per ritrovare gioia ed orgoglio nel tifare Toro. Un bel proposito che ho fatto fatica a mettere in pratica durante l'estate per la mancanza di "materia prima": le partite (ufficiali) del Toro! Adesso che il campionato è ripreso, è più semplice rituffarsi nel calcio giocato e focalizzare il proprio amore per il granata su quegli 11 giocatori che scendono in campo ogni maledetta domenica (citazione non più d'attualità visti gli orari "spezzatino" delle partite della nostra serie A).
Il granata della porta accanto
È un Toro cazzuto, come piace a noi!
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Ho veramente goduto di un bellissimo ambiente sabato pomeriggio allo stadio e in una Maratona veramente calda, non solo a causa del colpo di coda di questa rovente estate, mi sono sentito davvero rappresentato nel vedere sopra la mia testa capeggiare un enorme striscione con scritto "Solo per la maglia". Alla fine in quelle quattro parole sta la sintesi dell'essenza del tifare Toro: la maglia granata che per noi è davvero una seconda pelle mentre ormai per la stragrande maggioranza dei giocatori non è altro che un orpello da indossare per entrare in campo, è ciò che veramente ci rappresenta, l'ultimo vessillo di un mondo che non esiste più ed al quale stiamo cercando di rimanere anacronisticamente ancora attaccati con le unghie e con i denti. Eppure, pur sapendolo, essere in migliaia in quella curva a cantare per il Toro, emozionarsi per il Toro, soffrire per il Toro risulta essere ancora una delle cose che più mi dà soddisfazione nella vita. E se finalmente da un anno a questa parte in campo ci va una squadra che ha parecchio dell'atteggiamento e dello spirito che vorremmo sempre vedere noi tifosi granata, gran parte del merito va ascritto a mister Juric.
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Nonostante sia stata smontata la squadra dell'anno scorso con la dipartita di otto giocatori importanti, l'allenatore croato ha saputo coagulare sulle sue idee e sulla sua filosofia di gioco un gruppo che, al netto delle mancanze di un paio di pedine di qualità che si spera arriveranno almeno sul gong del calciomercato, segue i dettami del mister e cerca di giocare "da Toro". Anche contro la Lazio si è visto un Toro cazzuto, a immagine e somiglianza del suo mentore slavo, e la cosa ci piace perché alla fine è questo fondamentalmente che vogliamo vedere in campi: se avessimo 11 campioni sul rettangolo verde probabilmente vinceremmo più partite ma non è detto che ci sarebbe la stessa sintonia con un atteggiamento giusto spesso sintetizzato, appunto, nell'espressione "da Toro".
Sia ben chiaro, io qualità ne vorrei a pacchi, ovviamente, ma in mancanza di (troppa) "materia prima" in questo senso, mi soddisfa lo stesso vedere una squadra che lotta e non si tira mai indietro. L'entusiasmo potrebbe essere una chiave di questo inizio di campionato specie se si dovesse riuscire a infilare un filotto di risultati positivi visto il calendario non esattamente proibitivo. Se poi a questo aggiungiamo il rendimento inaspettatamente buono di giocatori redivivi come Linetty e Ola Aina, la sicurezza del pacchetto arretrato, che pur privo di Bremer, sta trovando in Dijdij, Rodriguez e Buongiorno una linea maginot solida e concreta (in attesa di Schuurs e del rientro di Zima), allora davvero con un pizzico di qualità in più davanti (ma diamo tempo a Vlasic che è uno che potrà fare la differenza) potremmo ripetere la positiva stagione passata e magari sperare che qualche squadra accreditata tra le prime sette/otto zoppichi più del dovuto.
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Infine concedetemi un piccolo momento celebrativo. In questi giorni la rubrica "ll Granata della Porta Accanto" compie dieci anni: un piccolo grande traguardo che voglio condividere con tutti voi lettori di Toro News, ma soprattutto voi fratelli di tifo granata. Come da mia volontà quando ho cominciato questa collaborazione con TN l'intento dei miei pezzi è sempre stato quello di dare voce al tifoso "comune", nel senso buono del termine, quello inteso come tifoso genuino, spassionatamente granata quale anche io sono e quale mi sento. Non mi è mai piaciuta la definizione di opinionista perché mi sa di Solone del calcio che pretende di saperne più degli altri. Al contrario io sono uno dei tanti tifosi granata e ringrazio i direttori di ToroNews che si sono succeduti negli ultimi dieci anni e l'editore per la fiducia e l'onore che mi hanno dato di dare voce su queste colonne al pensiero, non mio, ma di tutti noi tifosi del Toro. Sperando di esserci ancora qui fra dieci anni a raccontare le emozioni che ci fa provare il nostro Toro, magari con qualche soddisfazione e novità in più. Sempre Forza Toro!
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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