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Il buono, il brutto e il cattivo

Il buono, il brutto e il cattivo - immagine 1
Il Granata Della Porta Accanto / Marco Giampaolo, Nunzio D'Angieri, Urbano Cairo: un cast d'eccezione per un film già visto (troppe volte) su questi schermi…
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Quando ero ragazzo un mio amico spesso indossava una t-shirt con una scritta su tutto il davanti della maglietta che recitava in loop questo mantra: "dalla storia si impara che non si impara niente dalla storia si impara che non si impara niente dalla storia…" e così via. Una frase "circolare" che racchiudeva una semplice grande verità applicabile ad ogni ambito: per quanto abbiamo sotto gli occhi gli errori commessi dal genere umano nel corso della storia, a cicli più o meno lunghi, i medesimi errori vengono ripetuti come se di essi non ne esistesse memoria. E sostanzialmente è ciò che avviene ad ogni sessione estiva del calciomercato in casa Toro (quella invernale non la consideriamo, tanto sistematicamente ci "asteniamo" dal partecipare): annunci pomposi, "quasi fatta per", trattative estenuanti che spesso svaniscono in una bolla di sapone, acquisti tardivi, squadra lasciata incompleta, voci destabilizzanti di partenze di giocatori chiave/simbolo (mai che riguardino quelli indesiderati dai tifosi…), rumors attorno al club di un potenziale acquirente all'orizzonte, allenatore di turno deluso, ma sempre pubblicamente "soddisfatto di come ha operato la società" e, dulcis in fundo, classica dichiarazione finale del presidente a poche ore dal gong: "siamo a posto così". Insomma, il solito film che visto e rivisto non porta alla noia, ma ad una rabbia sempre più profonda unita alla crescente sensazione che qualcuno si diverta a prendere in giro noi tifosi granata.

"Il buono, il brutto e il cattivo", remake del film che ogni anno va in onda sugli schermi del Torino FC, quest'anno vede un cast d'eccezione con il solito grande attore protagonista e due new entry di livello.

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IL BUONO - Per la parte del buono la scelta è caduta su Marco Giampaolo. Il mister ex Milan e Doria ha il physique du role: pacato, riflessivo, molto preparato (non per niente è già stato ribattezzato "il Maestro") è salito alla guida del Torino con un'ingenuità che se non fosse per il faraonico stipendio che lo mette al riparo da qualunque compatimento, farebbe quasi tenerezza. Spesso mi chiedo dove ha vissuto Giampaolo negli ultimi anni, visto che è un fior di professionista con lunga esperienza nel calcio di Serie A, per accettare di entrare alla corte di Cairo pensando di farlo alle proprie condizioni. Un integralista che necessita di una società che lo supporti avrebbe dovuto sapere che la storia recente del Torino (diciamo quella degli ultimi 15 anni) è andata esattamente nella direzione opposta: mister aziendalisti che hanno sempre dovuto fare fuoco con la legna che avevano. Forse il buon Giampaolo si è fidato di una stretta di mano: più che il buono, mi sa che rischia di fare la parte del fesso…

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IL BRUTTO - Nunzio D'Angieri è il protagonista che non ti aspetti, perfetto per la parte del brutto. Non per il suo aspetto fisico, particolarmente curato sebbene un po' kitsch, ma perché non corrisponde per nulla ai canoni di ciò che il tifoso granata si aspetterebbe da chi fa la parte del potenziale acquirente della società: di fede juventina, di patrimonio incerto (si cita un suo inserimento alla posizione 601 della classifica stilata da Forbes sugli uomini più ricchi del pianeta, ma poi non si ha prova che ciò sia vero…), di mestiere "esotico" (ambasciatore del Belize), sfacciatamente interessato al business stadio, con un figlio giovane e senza curriculum già promesso presidente, è esattamente un profilo "brutto" per essere il potenziale futuro proprietario del Torino. Anche ammettendo che abbia in mano le carte giuste per far vacillare Cairo, tempistiche e modi non sono dalla sua parte per farsi "amare" dalla gente…

Cairo

IL CATTIVO - In una famosa battuta del cartoon-film "Chi ha incastrato Roger Rabbit? “, la bella Jessica diceva:" Non sono cattiva, è che mi disegnano così… ". Il Presidente Cairo non è una cattiva persona, è che ormai quella parte agli occhi della grande maggioranza dei tifosi granata non se la toglie più di dosso. La cosa che lascia allibiti è che un uomo con una personalità egocentrica come la sua, che ama sempre avere il consenso attorno a sé, ha fatto davvero poco o nulla per cercarlo andando incontro alle peculiarità particolari che la piazza granata chiede a chi regge le sorti e il comando del Torino. Non è (solo) questione di soldi spesi e di bilanci in ordine, ma di empatia con la storia e le caratteristiche di questo club. È quasi mancata la furbizia, verrebbe da dire, di fare nei momenti giusti delle mosse giuste per andare incontro alla volontà della gente: perché inciampare in una storia assurda come quella del Robaldo quando bastava con un esborso ridicolo per il bilancio del Torino FC accollarsi qualche onere in più di fronte alla Città ma dimezzare, se non azzerare, i tempi burocratici delle varie pratiche e avere già da chissà quanto tempo il centro sportivo per le giovanili pronto e funzionante? Perché fare dei continui tira e molla sul Filadelfia con la Fondazione quando la volontà della gente granata è sempre stata di vederlo rinascere e poterlo tornare a vivere quotidianamente? Perché agire sul mercato sempre con i soliti rituali stancanti e, alla fine, poco produttivi in termini di qualità ed efficacia degli acquisti? Zaza e Verdi, i due più onerosi acquisti in 116 anni di storia del Torino, sono lì a dimostrare che non sono i soldi ma i tempi, i modi e le competenze a fare la differenza sul mercato. Possibile che non si voglia mai proiettare un film diverso anche quando a parole si dice che si vuole farlo?

E allora si torna sempre alla maglietta del mio amico. Dalla storia si impara che non si impara niente dalla storia…

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.

Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.

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