Se la partita con l'Empoli voleva o doveva essere una prova di maturità non inganni il risultato perché, a mio avviso, non è stata per niente superata. Della partita con i toscani il risultato è la parte migliore, quella da salvare, e, se è vero che durante una stagione spesso non si raccoglie quanto si merita, e, a volte come sabato sera si è premiati oltre i meriti oggettivi, quello che lascia un po' di dispiacere è l'atteggiamento che la squadra ha avuto nell'affrontare una compagine disperata, ma determinata a strappare punti come quella allenata da D'Aversa. Nonostante i proclami prepartita di Vanoli sulle sicure motivazioni di Ricci e compagni, si è visto chiaramente, invece, soprattutto nel primo tempo che l'Empoli aveva più voglia e più aggressività del Torino e che solo la scarsa mira degli attaccanti empolesi ha impedito che Vanja capitolasse per buona parte della partita. La svolta a noi favorevole ha poi avuto un nome ed un cognome: Nikola Vlasic. Solo una giocata caparbia e tecnica da parte di un giocatore oggettivamente sopra la media poteva sbloccare il risultato in nostro favore e, fortunatamente per noi, valere tre punti che sanciscono, di fatto, la matematica salvezza. Per l'Europa non c'è speranza di colmare un gap da sette/nove punti con chi sta nettamente sopra di noi in sole nove giornate per di più con un calendario che ci farà giocare con Napoli, Inter, Lazio e Roma tutte in ballo per la Champions o lo scudetto. Anche vincessimo le altre cinque partite maggiormente alla nostra portata supereremmo di poco i 50 punti mentre per l'Europa con meno di 60 è statisticamente dimostrato che è praticamente impossibile qualificarsi.


Il Granata della Porta Accanto
Il teorema di Vlasic
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Detto questo, occorre fare una riflessione di lungo termine, sulla quale però ho visto che anche Vanoli ha già accennato in una sua recente conferenza stampa. Costruire il Torino del domani, al netto delle plusvalenze a cui Cairo per necessità e per sua volontà non rinuncerà di certo, significa anche coinvolgere giocatori qualitativamente importanti come ad esempio Vlasic ed Elmas che in una realtà come il Torino possono fare la differenza alla grande. Io lo chiamo il "teorema di Vlasic" perché, ispirandosi alla storia del giocatore croato, ci mostra come alcuni calciatori che hanno fallito al piano "superiore" (il buon Nikola non ha lasciato il segno in un campionato superiore alla Serie A come la Premier) possono invece fare la differenza nel nostro massimo campionato ed in particolare in maglia granata. Quando Vlasic gira bene, il Toro gira bene, perché l'equazione è semplice: più giocatori di qualità hai, più facilmente alzerai il livello delle prestazioni se tali giocatori sono messi in condizione di dare il massimo.
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Mi fa piacere che lo stesso Vanoli abbia cominciato a lavorare sulla testa di Elmas cercando di convincerlo che qua al Toro può tornare ad essere protagonista con evidenti vantaggi reciproci. È chiaro che tutta una serie di condizioni devono realizzarsi, in particolare l'aspetto economico (cartellino ed ingaggio) deve essere caratterizzato dalla sostenibilità di un tale investimento per le casse granata, ma investire anche su giocatori maturi che possono fare la differenza da subito è l'altra strada per rendere il Toro competitivo per un posto in Europa nel prossimo campionato. Casadei e Ricci, sono palesemente giocatori "da plusvalenza" perché per età e prospettive sono ancora attratti dal salto "in alto", ma la bravura del nostro DS, e qui lo si attende al varco per vedere se è capace di fare la differenza, dovrebbe essere proprio quella, sì di trovare giocatori da plusvalenza, ma anche giocatori "da rendimento" immediato come appunto Vlasic o Elmas. Quando il Toro prese Ljaiic applicò alla perfezione il "teorema di Vlasic" (ante Vlasic) perché si ritrovò un giocatore di categoria superiore che faceva la differenza in un contesto come quello granata.
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Spesso per "non tarpare le ali" a certi giocatori, si sono però lasciati andare elementi di questo tipo che, invece, se convinti con i fatti (e sottolineo con i fatti, perché la chiave è prospettare appunto a tali giocatori un vero progetto sportivo di crescita che poi però deve essere effettivamente realizzato) avrebbero mantenuto più alto il livello della rosa anche nel recente passato. Invece, tolti i giovani talentuosi venduti per fare cassa, tanti giocatori sono stati fatti partire per risparmiare sull'ingaggio o per fare modeste plusvalenze che non hanno nemmeno poi inciso in maniera così influente sui bilanci, impoverendo però ogni volta il livello qualitativo della rosa. La credibilità di una società come il Torino, se vuole avere ambizioni europee, passa inevitabilmente per un equilibrio ponderato tra i giocatori "alla Ricci" e quelli "alla Vlasic" nel mix del nostro roster. Se invece il reale obbiettivo è quello di stare sulla ruota del criceto del decimo posto, cioè correre, correre, correre, per ritrovarsi sempre allo stesso punto ogni anno, allora quello che ci ha insegnato la vittoria sull'Empoli non è nient'altro che la classica perla ai porci.
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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